(il titolo è troppo lungo e Wattpad non me lo fa mettere)
09. Se non vuoi perderti in discoteca, non chiedere a Ness di darti dei consigli a riguardo
"Una leggenda greca racconta che il dio del vino Dionisio, durante il suo girovagare per i paesi dell'Ellenia con lo scopo di divulgare il suo culto e l'amore per il vino, ricevette ospitalità presso il re Icario e sua figlia Erigone. Per sdebitarsi con loro per tanta gentilezza e cortesia, Dionisio diede in dono al re un tralcio di vite e un enorme otre pieno di vino soave, allora sconosciuti in quelle terre lontane. Durante la notte, però, alcuni servitori del re s'impadronirono del vino e bevvero fino ad ubriacarsi. Credendo di essere stati avvelenati, uccisero Icario nel sonno e lo seppellirono lontano dal palazzo. Il giorno dopo, la figlia cercò invano il padre per tutto il castello, ma riuscì a trovarlo solo parecchi giorni dopo con l'aiuto della sua cagna Maira, fedele compagna del defunto re. Il pianto della principessa e gli ululati di Maira furono così strazianti che commossero tutti gli dei dell'Olimpo e Icario, Erigone e Maira furono portati in cielo e tramutati nelle costellazioni di Bootes, della Vergine e del Cane Minore."Era la prima volta che mettevo un vestito da mesi. Nemmeno per il mio compleanno l'avevo indossato. Forse per la festa della scuola, ma non ne ero sicura. Era probabile che avessi indossato una tutina rossa elegante anche per il ballo d'inverno. Probabilmente per il compleanno di Ness avevo messo un tubino grigio con le paillettes, perchè aveva fatto una festa in casa per i suoi sedici anni e mi aveva costretto a metterlo.
Fatto sta che, mentre uscivo dalla mia camera con indosso quel vestito nero che mi aveva comprato mia mamma anni prima – l'unico che avevo – mi sentivo terribilmente a disagio. Avevo sempre preferito i pantaloni alle gonne e gli abiti eleganti li portavo di rado. Era stata quella stronza di Beatrix a convincervi – utilizzando una forma di estorsione piuttosto convincente e alquanto inquietante.
«Stai tranquilla, stai benissimo!»
Scoccai un'occhiata piena di risentimento a Bea, che sculettava davanti a me, guardandosi attorno affascinata. Era la prima volta che metteva piede nella Tenuta e un po' la capivo: quel posto era enorme e misterioso, raffinato ed elegante al tempo stesso. Sembrava di essere tornata indietro nel tempo e, al contempo, di essere finiti nel futuro. Quella casa era meravigliosa e comprendevo la mia amica, davvero, solo che faceva molto più male di quanto non si potesse pensare.
«Devi girare a destra» le dissi quando arrivammo alla fine del corridoio. Sapevo quanto fosse facile perdersi, ma ormai avevo imparato come arrivare dalla mia camera all'uscita.
«Lo sapevo», borbottò lei, che stava invece prendendo delle scale sulla sinistra.
«Come no», la prese in giro Ness mettendole una mano sulla spalla.
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Under the Stars
Teen Fiction/stél·la/ sostantivo femminile Corpo celeste dotato, a differenza dei pianeti, di luce propria. In una piccola cittadina del Vermont - così insignificante che a volte non viene nemmeno riportata sulle mappe - esiste una villa gigantesca. Viene chia...