"Una leggenda buddista poco conosciuta ha come protagonista la Luna. La divinità del cielo scese sulla Terra sotto forma di un povero viandante. L'uomo incontrò sul suo cammino tre animali: un coniglio, una lontra e una scimmia. Affamato e non sapendo come procurarsi da mangiare, chiese ai tre animali di aiutarlo. La lontra andò a caccia nel fiume e gli portò del pesce fresco e la scimmia si arrampicò su un albero portandogli della frutta gustosa. Il povero coniglio però non riuscì a procurarsi niente e tornò senza nulla da offrire. Per la vergogna, l'animaletto era pronto a offrire sé stesso e così si gettò tra le fiamme. La divinità lo fermò in tempo e, per ingraziarlo del suo gesto coraggioso e della sua dedizione, decise di portarlo con sé sulla Luna affinchè tutti potessero sempre ammirarlo. Per questa ragione i giapponesi scorgono nella Luna piena l'immagine di un coniglietto che pesta del riso per preparare dei dolci, tipici della cucina del Sol Levante."Il mondo si era capovolto.
In poco più di una settimana la mia vita tranquilla di ragazza di montagna si era trasformata in un'odissea fatta di confusione, odio e rancore.
Quindici giorni prima non avevo pensieri che mi attraversavano la mente, nemmeno uno. Ero una semplice diciassettenne alle prese con la sua monotona estate prima di tornare a scuola. Ero felice, però.
Avevo Ness e lei aveva me; avevamo passato ogni singolo istante insieme, non c'era stato giorno in cui non ci eravamo viste. Avevo Theo, con le sue battute inutili e prive di senso che facevano ridere solo lui – il fratello della mia migliore amica non era mai stato un ottimo comico, anche se lui credeva fermamente il contrario. Avevo mia madre che mi voleva bene e i genitori di Ness e Theo, la zia Scarlet e lo zio Ford. Avevo il mio amore per Kaleb Lost e l'odio per Archie, che era ancora un semplice conoscente. Avevo i miei amici, i miei compagni di classe e avevo la mia malattia, che mi portavo appresso da una vita intera.
Ero felice.
E poi... e poi mamma me lo aveva detto.
Era stato come se tutte le mie convinzioni, tutte le mie paure e incertezze mi fossero cadute addosso come mille coltelli aguzzi. Mi ero sentita morire.
Quindi sì, il mio mondo si era capovolto. Forse era per quella motivazione che mi trovavo a testa in giù sul mio nuovo letto gigante.
Avevo provato a credere che fosse tutto un sogno ma, ahimè, dopo i primi tre giorni di quell'inferno, avevo dovuto ricredermi. Di conseguenza avevo accettato – più o meno – il fatto che avrei dovuto vivere a casa di mio padre per un tempo indefinito.
Osservai le mie gambe nude stese sul muro, ai lati del mio personalissimo calendario con il Periodo della Betulla. I cuscini grigi e bianchi che avevo sotto al sedere rendevano quella posizione ancora più scomoda, ma non mi importava. Tenevo le braccia stese in alto – se quello potevo definirlo alto – vicine alle mie orecchie mentre giocavo con alcune ciocche castane che ricadevano disordinatamente sul materasso.
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Under the Stars
أدب المراهقين/stél·la/ sostantivo femminile Corpo celeste dotato, a differenza dei pianeti, di luce propria. In una piccola cittadina del Vermont - così insignificante che a volte non viene nemmeno riportata sulle mappe - esiste una villa gigantesca. Viene chia...