23. Un regalo intessuto di alcol e rabbia

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"Secondo il mito più noto, la costellazione della Corona Boreale rappresenta la corona che il dio Dioniso regalò ad Arianna, figlia di Minosse, come regalo per le loro nozze

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"Secondo il mito più noto, la costellazione della Corona Boreale rappresenta la corona che il dio Dioniso regalò ad Arianna, figlia di Minosse, come regalo per le loro nozze. Il dio, infatti, stava passando per l'isola di Nasso dove una Arianna piangente era stata abbandonata da Teseo, che giusto il giorno prima era fuggito da Creta insieme con la principessa che l'aveva aiutato a uscire dal labirinto in cui era rinchiuso il fratellastro, il Minotauro. Il diadema d'oro si trasformò in una costellazione dopo che il dio Efesto lo lanciò in cielo."


«Avrei preferito una festa in piscina, con tanto di idromassaggio e sauna, ma anche questo non è male».

Ecco, signori e signore, il vero volto di Beatrix Johnson.

Quell'insopportabile della mia amica che pretendeva una festa degna di una principessa, quando io e Ness avevamo sgobbato una settimana per sistemare .la casa di quest'ultima, così che fosse tutto perfetto. Avevamo perfino dovuto corrompere Vincent, il barista dell'Imperial, per farci dare qualche cassa di birra.

«Senti, troietta, noi ci siamo sbattute di fatica per organizzarti questa festa. Sii grata e ringrazia» l'apostrofò Ness.

«Ma siamo solo noi?» la ignorò completamente l'altra, osservando la casa vuota.

«Gli altri arrivano dopo cena» risposi io, per evitare l'ennesimo battibecco tra le mie amiche. «Prima volevamo passare un po' di tempo con te».

Bea sbuffò. «Che sentimentali che siete».

«Ah, sì? Bene, allora non ti diamo il nostro regalo» la ricattò Ness, dirigendosi verso la cucina.

Gli occhi di Bea si spalancarono. «No! Stavo scherzando!» la rincorse, tirando giù l'orlo del suo vestito.

«Che materialista che sei» la imitai, raggiungendole in cucina. Ness stava tirando fuori dal forno le tre pizze che sua mamma ci aveva cucinato. Avevamo solo dovuto metterle in forno e aggiungerci il companatico. Io mi ero quasi ustionata una mano ma grazie al cielo c'era Ness e, degna figlia di sua madre, aveva salvato la situazione.

«Che volete che faccia!» brontolò la mora, sedendosi al tavolo. Si tolse prima un tacco, poi l'altro, e rilasciò un sospiro di sollievo. «Avevate detto che facevate tutto voi, che avreste invitato mezza scuola, che sarebbe stata una festa indimenticabile e quando arrivo qui ci siete voi due in pigiama!»

Osservai il mio abbigliamento. Non era il mio pigiama. Certo, ci si avvicinava molto, ma non lo era. La mia tuta lilla e la felpa extralarge, però, non davano l'impressione giusta.

«A ognuno il suo» borbottai.

«Pizza con il salame piccante per Bea» annunciò Ness, rimuovendo la teglia dal forno e spostando il contenuto su un piatto. Bea sbattè le mani, felice. «Una margherita per Benny e una con i würstel per la sottoscritta».

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