01. Incontro ravvicinato con uno specchio parlante

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 "Nell'antico Egitto Sirio era considerata la stella più importante del firmamento

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"Nell'antico Egitto Sirio era considerata la stella più importante del firmamento. Astronomicamente, infatti, era il fondamento dell'intero sistema religioso egizio. La stella era venerata con il nome di Sothis e associata a Iside, dea madre della mitologia egizia. Iside era la componente femminile della trinità, completata da Osiride, suo fratello e sposo, e da Horus, loro figlio. Gli antichi egizi tenevano Sirio in così grande considerazione che la maggior parte delle loro divinità era associata a essa – come lo è anche Anubi, il dio con la testa di cane. Sirio, infatti, appartiene alla costellazione del Cane Maggiore e lei stessa viene definita come Stella del Cane."



14 agosto 2022

«Pronta?»

Il verde bosco dei suoi occhi faceva quasi male. 

Il suo sguardo era un incentrato di tenerezza e paura. Paura che mi potessi spezzare da un momento all'altro. 

Spostai la testa davanti a me e osservai la villa a un centinaio di metri dagli imponenti cancelli di ferro che si innalzavano davanti a noi. Le luci erano accese e un'aria soffusa si diffondeva tutto attorno alla casa. Ma c'era qualcosa di sbagliato in quella visione. 

Le facciate esterne fatte in legno, i balconcini impreziositi con disegni floreali, il tetto spiovente... tutto dava l'immagine di una villa piena di persone e di calore. 

L'unica cosa che percepivo guardandola, era un gelo spettrale. 

No, non ero pronta.

Però annuii e la mia migliore amica mi prese per mano, infondendomi una forza che in quel momento mi mancava completamente. 

Vanessa mi sorrise e io mi sentii morire dentro per l'ennesima volta in quella settimana. 

Feci un passo in avanti e suonai il campanello sul citofono posto su una colonna affianco al cancello scuro. 

Una voce metallica risuonò nell'aria. 

«Chi è?»

Non avevo mai sentito quel suono. Chiunque ci fosse dall'altro capo del citofono, era un completo estraneo. Io... non potevo farcela. Dio, era tutto così tremendamente difficile!

Vanessa, accortasi che non riuscivo a rispondere, lo fece per me. «Star Bennett».

Non ci fu bisogno di dire altro. I cancelli vennero aperti. 

«Sempre dritto, signorina Bennett».

Signorina... Nessuno mi aveva mai chiamata in quel modo. 

Io e Ness evitammo di commentare l'appellativo appena utilizzato per me e sorpassammo le imponenti ante in ferro battuto che ci aprirono la strada. 

Mi osservai attorno. Avevo la mano destra incastrata in quella della mia migliore amica mentre quella sinistra era stretta intorno alla mia valigia rosa. Tutto intorno a noi c'era un grande giardino dall'aria curata. Mi sembrò di scorgere una siepe a forma di uomo, ma mi imposi di distogliere lo sguardo. 

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