14. Chi cerca trova - anche se a volte è meglio farsi gli affari propri

41 6 18
                                    

"Esistono varie versioni del mito di Orione

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.







"Esistono varie versioni del mito di Orione. Una delle più conosciute racconta di un bel giovane alto e forte, molto abile nella caccia. Artemide, la dea della Luna e della caccia, se ne innamorò e decise di scendere sulla Terra per conoscerlo. La coppia condivise insieme la passione per la preda, andando in giro la notte sotto il chiarore della Luna. Ma un giorno Apollo, dio del sole e fratello di Artemide, mentre Orione nuotava lontano dalla riva del mare, andò da sua sorella e mise in discussione la sua bravura con l'arco. Artemide, per dimostrare che aveva torto, colpì con una freccia un puntino luminoso lontano nel mare, ignara che fosse il suo amato. Scoperto l'inganno, la dea disperata si recò da Zeus per chiedergli di porre il Orione nel cielo. Il suo desiderio venne esaudito."






L'aria fredda d'inizio ottobre mi stava ghiacciando la punta del naso. E le guance. E le mani. E le dita dei piedi. 

Stavo tremando. 

Avevo sempre preferito il freddo al caldo – fatto piuttosto strano, dato che ero nata a metà luglio – ma, in quel momento, rischiavo l'ipotermia. E poi, d'inverno, c'erano molte meno piante che rischiavano di farmi stramazzare al suolo. 

Ma l'autunno era sempre stata la mia stagione preferita. A parte ovviamente la betulla, il nocciolo e le foglie secche che fanno la muffa, questo periodo dell'anno, per me, era magico. Tutti guardavano all'autunno come una stagione di passaggio – nemmeno la primavera era trattata così. Si viveva l'autunno per arrivare all'inverno. La primavera per avere l'estate. E queste due povere stagioni ignorate? Beh, la primavera era rinascita, c'era la pasqua e le due settimane di vacanza che la scuola ci concedeva. E d'autunno? C'era Halloween e il Ringraziamento, nient'altro. Tutti guardavano a quest'ultima stagione con occhi vitrei, come se non fosse importante, come se fosse semplicemente passabile. 

Io l'amavo. 

Amavo i pomeriggi freddi nei quali mi rintanavo sotto le coperte a guardare una serie tv, da sola o con Ness. Mi piaceva scegliere il travestimento per Halloween, soprattutto quando era più piccola, per poi andare a fare dolcetto o scherzetto in giro per Morristone. Adoravo andare al bar con Ness e Bea e passare lì le nostre giornate, a bere cioccolata calda fumante – per me senza lattosio, grazie – e chiacchierare del più e del meno. Mi piacevano gli alberi e i loro colori, vedere le mie adorate montagne dipinte come la tavolozza di un poeta – il rosso, il giallo, l'arancione, il verde e il marrone, tutti insieme che facevano invidia a qualsiasi cosa. Mi piaceva andare alla casa sull'albero e starmene lì, a fissare le foglie che lentamente cadevano dal mio faggio – era un sempreverde, ma vederle cambiare colore per diventare di un rosso intenso era una meraviglia. Mi piaceva l'odore delle castagne cotte – lo stesso di Kaleb – e prenderle in mano per scaldarmi quando ancora erano bollenti. Mi piaceva aiutare Scarlet con la cena del Ringraziamento e passarla tutti insieme con il nostro tacchino – così buono che faceva invidia a chiunque. 

A ottobre c'era il compleanno di Bea. A novembre quello di Kaleb. A dicembre Ness.

L'autunno era, per me, la stagione migliore tra tutte. 

Under the StarsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora