Un Peccato Dolce

17 3 0
                                    

《Oggi dovrò andare da un mio caro amico che mi ha chiesto un aiuto per un lavoro, perciò tornerò per cena. Tu stai qui e non combinare guai.》

Mi mostra uno sguardo minaccioso mentre sorseggia dal cucchiaio della minestra.

《Certo, impiegherò la mia giornata ad allenarmi e fare qualche passeggiata nel bosco.》

Mi porto alla bocca il cucchiaio colmo di minestra sorprendendomi io stesso del cortese linguaggio che ho usato.

《Ti ho detto che non ti dovrai muovere da qui.》 Ribadisce il concetto. Alzo gli occhi al cielo sbuffando.

《Oh, per favore! Ornold, non potete segregarmi in casa, non sono un bambino.》 Esclamo allargando le braccia e spalancando gli occhi. Le lascio ricadere con le mani che atterrano sulle cosce e abbassando lo sguardo davanti al suo impassibile. 《Inoltre, l'unico motivo per cui potevo creare guai ora non è più un problema.》 Sottolineo pensando alla Principessa. Mi alzo e sparecchio dato che abbiamo finito di mangiare.

《Rimarrai qui solo per poche ore. La conversazione non ammette repliche, ragazzo.》

《Ma...》 Apro la bocca per dissentire ma lui mi zittisce alzando la mano e mostrandomi il palmo. Così esce a recuperare Persival e io lo seguo. Lo saluto quando si mette in cammino.

Rientro in casa leggermente offeso e mentre sistemo la cucina borbotto ad alta voce il mio dissenso.

Sono nel Medioevo con un bosco a portata di mano dove vivranno sicuramente un sacco di creature magiche che se tornassi nel Futuro non rivedrò mai nella vita, e mi viene ordinato di non uscire. È assurdo! Io voglio esplorare!

Apro un cassetto per mettere via i cucchiai appena lavati nella bacinella d'acqua e con ferocia li lancio dentro. Prima che possa chiuderlo intravedo un tessuto marrone scuro nascosto là dentro. Infilo nuovamente la mano ed estraggo la famosa sciarpa di Arnold. Sento uno strano odore provenire dalla sciarpa. Quasi, anzi sono sicuro, sia lo stesso odore che ho sentito tra tutta la confusione nel tornado blu che mi ha portato qui. Forse è l'odore classico della magia ma non mi sembra di aver avvertito questo odore da Ornold. Ma potrei sbagliarmi.

I miei pensieri vengono disturbati da un rumore: stanno bussando alla porta. Chi può essere? Rimetto la sciarpa nel cassetto dove l'ho trovata e vado ad aprire. Alla porta c'è una figura femminile con un mantello marrone e il cappuccio che le copre il viso.

《Salve, desiderate?》 La saluto gentilmente.

《C'è il signor Ornold?》 Chiede la ragazza con una voce tanto familiare.

《No, mi dispiace, passate per orario di cena e lo troverete di sicuro.》

Questo è un imbecille!

《Potrei entrare?》 Ora ho riconosciuto la voce! È la mia graziosa Angel! La faccio entrare con un sorriso a mille denti stampato nel volto.

《Angel, non dovreste essere qui.》 Esclamo portandomi una mano al collo, ma comunque non riuscendo a nascondere l'emozione di averla qui. Si toglie il mantello, lasciandolo cadere su una sedia, e si presenta con un abito verde scuro.

《Nessuno mi ha seguita.》

Mi rassicura e io allora decido di fare l'ospitale scostandole una sedia per farla accomodare. Poi mi siedo anch'io.

《Come mai siete qui? State bene?》

《Ho ricevuto il vostro biglietto e dovevo parlarvi... Ma credo lo sappiate già.》 Una ciocca di capelli rossa sfuggita dalla treccia le ricade in volto mentre parla.

《A cosa vi riferite?》 Le varie motivazioni mi si riaffiorano nella mente.

《Al fatto che mio padre mi ha promessa in sposa.》 La sua espressione in viso si fa ovvia. Mi porto una mano tra il collo e la spalla massaggiandomi distrattamente.

Medieval TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora