- Accidenti, vi siete anche scordati di mangiare - si lamentò mia madre nel mentre Jisung dormiva usando me come cuscino. Lei portò via il vassoio con le cose ormai fredde e infine chiuse la porta della stanza. - Minho, la colazione è in frigo, credo che oggi avrò molto da fare a lavoro - disse - Presentimento? - chiesi, lei annuì - Ciao tesoro - mi mandò un bacio volante con la mano e infine andò via.Voltai la testa per guardare Jisung. Il suo viso era rilassato, aveva i capelli tutti scompigliati e le gambe incastrate tra le mie. La sua mano destra era appoggiata sul mio petto timidamente e la sinistra sotto il cuscino, mentre il viso era nascosto in parte nel mio collo. Io invece ero con la pancia rivolta verso il soffitto, con un braccio allungato sul letto e l'altro sotto a Jisung, con il quale lo stringevo a me.
Non riuscivo a distogliere più il mio sguardo da lui, mi sentivo risucchiato ogni volta che lo guardavo, non solo in quel momento. Guardai le sue labbra, allora ripensai al sorriso che aveva sfoggiato la sera prima. Il cuore riprese di nuovo a battermi forte, prima di conoscere Han Jisung non aveva mai battuto in quel modo.- Hyung... - mormorò Jisung, allora mi riportò alla realtà. Mi strinse più forte, nascondendo il volto ora nel suo braccio. Mi stringeva la felpa mentre dormiva, realizzai che stava tremando.
Guardai la sua mano e, esitante, posai la mia sulla sua, notando che si era calmato. Con l'altra mano lo strinsi ancora di più a me, lui aprì lentamente gli occhi - Incubo? - chiesi. Ci mise un po' a realizzare le mie parole e alla fine annuì.
- Ne fai spesso? - annuì ancora, poi mi misi seduto e lui seguì questo mio movimento.Guardò le nostre mani, allora realizzai che avevo ancora una mano stretta alla sua e un braccio intorno a lui, perciò spostai subito entrambi. Mi misi in piedi e mi schiarii la voce - È ancora presto per andare a scuola. Colazione? - chiesi per cambiare argomento, allora andammo in cucina.
Mentre mangiavamo notai che qualcosa lo stava chiaramente preoccupando, ma decisi di non domandare.- Non ho la divisa... - mi fece notare - Ho quella mia del primo anno - dissi io, allora andai in camera a prenderla - Perché ti tieni la tua divisa del primo anno? - lo guardai e gli sorrisi - La tengo come ricordo. Ho anche le divise delle medie - dissi, lui mi guardò sorpreso - Io le ho bruciate insieme ai libri... - scoppiai a ridere - Perché non rivenderli? -
- ... - non rispose, in qualche modo dal suo sguardo capii cosa intendeva con quel silenzio. Appoggiai la divisa sul letto e andai verso di lui.- Jisung - dissi a bassa voce. Presi le sue mani e appoggiai le sue braccia intorno al mio collo, per poi posare le mie mani sui suoi fianchi. Lui arrossì - Hyung...? - abbassò lo sguardo - Guardami, Jisung - lo fece. Si era sentito di nuovo costretto. Lentamente feci un passo avanti facendo indietreggiare il ragazzo fino a farlo finire contro il muro.
Ecco il mio cuore che riprende a martellarmi le orecchie come solo lui sa fare, riecheggiando nella mia testa, sempre più forte a ogni millesimo di secondo in cui avvicino il mio viso al suo. Alla fine mi fermai quando le nostre labbra si stavano sfiorando.
- Cosa sto facendo? - pensai, allora mi tirai indietro. - Jisung - dissi, lui aprì gli occhi che aveva chiuso e mi guardò sorpreso e confuso allo stesso tempo - Andiamo? - tolsi le mani dai suoi fianchi e andai verso il mio letto. Presi la divisa e gliela passai, lui la prese al volo seguendo ogni mio movimento con lo sguardo ancora più confuso di prima. - Non ti cambi? Faremo ritardo di questo passo - come se fosse appena stato riportato alla realtà, lui corse in bagno.Quando ero sicuro di essere solo, mi fermai a guardare le mie mani. - Che mi prende? - mi chiesi a bassa voce. Chiusi gli occhi ripensando alle sue braccia intorno a me, il suo naso contro il mio, il suo respiro teso e ansioso sulle mie labbra. Deglutii, e nel mentre realizzavo di aver già abbottonato tutti i bottoni della camicia e di averli sbottonati tutti - Che cazzo sto facendo - li riabbottonai e poi mi cambiai i pantaloni. Misi la camicia nei pantaloni, sistemai la cravatta e poi il cardigan. - Io sono pronto, hyung - venni colto alla sprovvista, perciò sobbalzai. Appena mi voltai verso di lui, notai che gli andava perfetta quella divisa. Gli sorrisi - Ti sta bene - dissi alla fine. Poi presi il mio zaino - Ah, tu come fai con lo zaino? - gli chiesi prima di uscire di casa - Non lo porto mai. Lascio i libri a scuola - lo guardai sorpreso - Ma allora come fai coi compiti -
- Li faccio appena vengono assegnati, la biblioteca è un bel posto per studiare - gli sorrisi ancora una volta e scompigliai i suoi capelli - Capito. Andiamo - uscimmo di casa.Per strada notai che continuava a fermarsi e a sbattere la punta dei piedi a terra - Che succede? - chiesi quando si fermò per l'ennesima volta - Nulla. Sono solo un po' strette le scarpe. Comunque ne ho un altro paio a scuola -
- Scarpe di riserva a scuola sono sempre una buona idea, fai bene - detto ciò eravamo arrivati al cancello della scuola.
- Oi Jisung! - ci voltammo, era un ragazzo dai capelli color platino e tirati indietro - Felix! - inizialmente non mi interessava si quel ragazzo e volevo lasciare che i due andassero avanti senza di me, finché non vidi gli occhi di Jisung illuminarsi e le sue labbra contrarsi in un sorriso.Il mio cuore perse uno, due, forse tre battiti. - È come il sole - non mi accorsi di averlo detto ad alta voce. - Cosa è come il sole? -
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✔︎𝑴𝒚 𝑺𝒖𝒏 ~ [𝘔𝘪𝘯𝘴𝘶𝘯𝘨]
FanfictionIl suo sorriso era luminoso come il Sole, rallegrava ogni mia giornata. Lo amavo più di chiunque altro al mondo. 𝙏𝙧𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙖𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 - Guardami - dissi, ma fece cenno di no con la testa - Perché? - chiesi - Fai paura, hyu...