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- Mi vuole uccidere - persi un battito. Volevo credere che stesse scherzando, ma sapevo che non scherzava su questi argomenti. - Perché? - fu l'unica cosa che riuscii a dire prima che lui scoppiò a piangere. Lo attirai a me stringendolo forte - Scusa Hyung - iniziò a dire nei singhiozzi - Non ti ho detto nulla, scusa - lo accarezzai mentre ascoltavo ogni sua parola in silenzio - L'altra sera... mi ha chiamato - si staccò da me e prese il telefono. Mi fece vedere i messaggi che gli erano stati inviati da suo padre

Ti ammazzo se
non torni subito qua
[09.51 PM]

Dove cazzo sei Jisung!
[09.56 PM]

Porca puttana GIURO
CHE APPENA TI VEDO
SEI MORTO, CHIARO?
[10.03 PM]

E continuava una serie di minacce così. Restituii il telefono a Jisung e lo presi per mano asciugando le sue lacrime. Lo baciai dolcemente e poggiai la mia fronte sulla sua - Andiamo a casa mia - dissi, lui sembrava sentirsi rassicurato, il che rassicurò anche me. Intrecciai le dita con le sue e iniziammo ad andare verso casa. Lui si teneva stretto a me e tremava, più del solito. Non lo vedevo così da quella volta in cui lo trovai accovacciato a terra al freddo. - Ehy Jisung - eravamo davanti casa mia e le luci erano accese, mamma era tornata prima?

Misi un braccio intorno alle sue spalle e lo strinsi a me - Siamo a casa ora - gli sussurrai. Gli presi il mento tra le dita e gli lascia un bacio leggero sulle labbra, per poi andare verso la porta seguito da lui. Aprii, mamma era in cucina e appena vide Jisung sfoggiò uno dei suoi sorrisi - Avete fame ragazzi? - chiese lei, io lanciai uno sguardo a Jisung che scosse la testa, poi tornai a guardare lei - Abbiamo già mangiato - detto ciò andammo verso la mia stanza mentre lei tornava ai fornelli.

Chiusi la porta a chiave, poi poggiai le mani sulle spalle di Jisung e lo spinsi verso il letto fino a farlo sedere e nel mentre lui mi fissava confuso senza dire niente. Mi accucciai davanti a lui e lo guardai dritto negli occhi - Denuncialo. - lui abbassò lo sguardo - Non posso, lui è... - alzai un sopracciglio - Un poliziotto? E sai chi se ne importa! Devi far leggere quei messaggi -
- Hyung, è mio padre - sospirai - Jisung - gli accarezzai la guancia con una mano - Anche se è tuo padre, anche se è un poliziotto, tu non puoi andare avanti così - fece per dire qualcosa ma posai un dito sulle sue labbra e andai avanti - Anche Jeongin. - dissi in un sussurro - Voi due non andrete da nessuna parte facendovi picchiare così - lui prese il mio polso e lo abbassò in un gesto gentile, il suo sguardo era lontano anche se mi guardava degli occhi - Jeongin non è mai stato picchiato, e sai perché? - disse con voce così bassa che potevo sentirlo a malapena. Mi sedetti di fianco a lui e lo ascoltai - Perchè è il suo bambino nonostante sia suo nipote. Tratta Jeongin come un figlio e io sono quello che viene picchiato - feci per dire qualcosa ma lui parlò prima di me - Ma Jeongin ha sempre cercato di aiutarmi in ogni modo, però cosa può fare un ragazzino innocente come lui? - Jisung sospirò e si alzò - Devo andare, se resto qui peggiorerò solo le cose - mi alzai seguendolo - Non puoi. Tornare a casa solo per farti picchiare è fuori discussione. Resta qua Jisung - gli presi il polso per fermarlo ma lui si scrollò dalla mia presa e si morse il labbro.

Io conoscevo quella espressione, stava di nuovo trattenendo le lacrime. Lo odiavo quando faceva così, prima mi chiedeva aiuto e poi non mi ascoltava e se ne andava di nuovo. - Ci vediamo domani, hyung - aprì la porta della stanza e uscì - Jisung! - gli urlai dietro, lui mi ignorò e mi chiuse la porta della mia camera in faccia. Corsi alla finestra e la aprii - Jisung! - gli urlai dietro mentre usciva di casa e andava via - Jisung! - mi ignorò. Avrei potuto buttarmi giù dalla finestra e inseguirlo ma non lo feci.

Avrei dovuto, vero?

✔︎𝑴𝒚 𝑺𝒖𝒏 ~ [𝘔𝘪𝘯𝘴𝘶𝘯𝘨]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora