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- Svegliati hyung - sentii qualcuno scuotermi, aprii lentamente gli occhi e avevo Jisung davanti. Mi faceva male la schiena, mi guardai intorno realizzando di essere in bagno. Mi alzai lentamente mettendomi seduto e mi mantenni la testa, ricordavo ben poco della sera prima, ma ricordavo abbastanza da essere consapevole che mi ero ubriacato con un solo bicchiere. Arrossii al pensiero, poi in bagno entrò Chan che mi costrinse ad alzarmi - Devo cagare, via - avevano dormito a casa mia?
Chan mi spinse fuori dal bagno.
Guardandomi intorno realizzai che non era casa mia, allora guardai Jisung confuso - Casa di Chan - disse in risposta alla mia faccia interrogativa, io annuii comprensivo.

Andai in salotto, su un divano c'erano una maglia e un pantalone, ovviamente di Chan; sulla poltrona c'era una coperta e un cuscino, dove andò a mettersi Jisung comodamente.
Chan uscì dal bagno dopo una decina d'anni e si buttò sul divano... dove c'ero io. - Sono troppo sfinito per buttarti giù. Ma non hai un cazzo di letto? - dissi, lui annuì - C'è Jeongin - intervenne Jisung, e io che credevo stesse dormendo.

- Sono qua - tutti ci voltammo verso il corridoio dove c'era Jeongin con un pigiama più grande di lui, sicuramente di Chan, mentre si stropicciava gli occhi. Chan si alzò subito, poi mi prese come un sacco di patate e mi lasciò addosso a Jisung, che emise un verso di dolore, infine andò a sedersi sul divano e fece cenno a Jeongin di sedersi di fianco a lui - Colazione? - chiese mentre con lo sguardo seguiva il piccoletto e gli sorrideva. Jeongin si limitò a sedersi sul divano, poi si sdraiò e senza dire nulla accomodò la testa sulle gambe di Chan.
L'espressione sorridente del nostro Hyung si tramutò subito in un'espressione di sclero interno palese. - Ho fame - disse poi Jisung, allora si spostò e fece rotolare me per terra, poi si alzò e mi scavalcò per andare in cucina passando davanti a Chan ancora nel suo stato di sclero interno.

Jisung preparò la colazione per tutti, lo aiutai io a preparare, alla fine trovai un modo per far riprendere Chan dal suo stato: Jisung alzò Jeongin e io alzai Chan portando entrambi al tavolo. - Jeongin non è abituato a fare serata, ecco perché è distrutto - spiegò Jisung mentre mangiava.
Una volta finito, salutammo Chan e uscimmo da casa sua, anche se lui sembrava non essere particolarmente felice di vedere Jeongin allontanarsi da lui.
- Hyung - Jisung mi prese la mano - Non voglio andare a casa - lo disse in un sussurro, senza farsi sentire dal più piccolo. Mi fermai e lanciai un'occhiata a Jeongin che era dietro di noi. - Jeongin. Hai da fare? - chiesi. Lui guardò il suo telefono - Si, tra poco vado a lavoro -
- Lavori già? - chiesi confuso, nemmeno io avevo un lavoro eppure lui sembrava averne già uno. Lui annuì, ma con lo sguardo basso. Capii che non era il caso di chiedere, perciò non lo feci.

Una volta all'incrocio lui ci salutò e andò verso la sua strada, io e Jisung invece andammo un po' in giro. Se fossi tornato a casa ci sarebbe stata Minju a rompere, se lui fosse tornato a casa sua non osavo immaginare ciò che suo padre gli avrebbe fatto per essere mancato per due giorni di fila senza avvisare.
- Hyung -
- Si? -
- Non voglio tornare più a casa - mi fermai a guardarlo - Ma devi - vidi una lacrima scendere sulla sua guancia, lui abbassò lo sguardo. Lo presi per mano e lo portai in un vicolo dove non c'era nessuno, sapevo che a lui non piaceva piangere davanti ad altre persone. - Dimmi tutto - dissi in un sussurro mentre ero in piedi davanti a lui e gli asciugavo le lacrime. - Mi vuole uccidere -

✔︎𝑴𝒚 𝑺𝒖𝒏 ~ [𝘔𝘪𝘯𝘴𝘶𝘯𝘨]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora