🎖 Le tazzine hanno un'anima

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Lo ringraziai con tutto il cuore e gli dissi che gli ero debitrice, scrissi anche a mia madre informandola che non solo sarò presente alla sua cenetta allo Yachting Club ma che Elia mi avrebbe fatto da accompagnatore.

Una delle poche cose che avevamo in comune io e mia madre era l'immenso amore per il mio migliore amico, eravamo cresciuti insieme fin da che ho memoria, la famiglia di Elia abita nella seconda villa dopo casa nostra e quando lui non era a giocare a casa mia era perché io ero a casa sua.

Per la vipera di mia madre, Elia era il figlio maschio che tanto aveva disiderato

"Ogni tanto hai buon giusto..." questa fu la risposta di lei, stronza.

Alex mi passò la tazzina di caffè, era ridotta male, le mancava il manico 《Ti ho dato la tazzina migliore, la mia è pure peggio...guarda》 incredula spostai gli occhi dalla mia tazzina alla sua e risi 《Ma quella è sbeccucciata》 le mancava un pezzetto di porcellana proprio dove le labbra si accostano《Immagino che tu sia abituata a tazzine d'oro》 sorrise impacciato 《Queste le portò un'insegnante all'incirca ehm...dieci anni fa! Me lo ha riferito Flora》 il viso di Alex si era leggermente colorito di un rosino acceso si stava vergognando delle tazzine, dovevo dire o fare qualcosa per metterlo a suo agio è vero che non avevo mai bevuto caffè in una tazzina simile, ma era anche vero che non mi scandalizzavo per così poco

《A mio parere, sono molto carine》 mi portai il caffè alle labbra bevendolo a piccoli sorsi, stava scottando 《Guardale sotto questo punto di vista: sono "vissute" e hanno udito chissà quante storie e aneddoti, immagina in tutti questi anni quante volte gli insegnanti si sono rilassati a bere un caffè con queste tazzine strinte in mano, ne avranno sentite di tutte i colori...non trovi?》 ci pensò per qualche istante e il suo sguardo cambiò, i suoi occhi mi guardarono diversamente 《Ma lo sai che hai avuto un pensiero molto profondo? Lavoro qui da tre anni ormai e non ho mai immaginato le tazzine con un bagaglio di ricordi》fece il segno delle virgolette con le dita e mi sorrise come per prendersi gioco di me, questa volta fui io a diventare rossa 《Mi stai forse prendendo in giro, professore? 》 chiesi stando al gioco《Oh, sono solo un povero maestro non sono un professore e...no, non ti prendo in giro anche se devo ammettere che, avrei potuto avere un pensiero come il tuo solo dopo molti bicchieri di vino》carino, dolce e pure simpatico.

Una brioche e alcune risate più tardi giunse l'ora di salutarci e di andare a lezione.
《Buongiorno bambini, come state? Vi ho portato qualcosa di buono da mangiare, venite pure alla cattedra》i loro grandi occhietti si fecero curiosi e ad uno ad uno mi raggiunsero prendendosi timidamente la brioche che gli avevo comprato, alcuni erano straniti di fronte al mio gesto, altri invece erano talmente euforici che divorarono in silenzio la brioche 《Grazie maestra Vittoria》disse una carinissima bambina con le codine e la maglietta rosa con un unicorno stampato, mi fece venire i brividi, era la prima bambina a chiamarmi maestra. Trattenni a stento l'emozione 《Chiamatemi pure maestra Vic, ma è un segreto ok?》la classe rise e annuirono felici per il nostro piccolo segreto.

《Ci vediamo la prossima settimana!》
le ore di supplenza erano volate e questa volta andò tutto bene. Con la mia "offerta di pace" ero riuscita a rompere il ghiaccio con i piccoli e fui così felice che, per quelle ore, dimenticai il caos che avevo in mente e nel cuore.
Non vedevo l'ora di raccontare la bellissima esperienza a Lilla e Elia, mentre mi incamminavo per la fermata tirai fuori il cellulare per scrivergli un messaggio nella nostra chat di gruppo e sentii Alex chiamarmi 《Vic! Aspetta un secondo》mi fermai e voltai nella sua direzione, si avvicinò con la cartellina in una mano e delle chiavi nell'altra mano 《Vuoi un passaggio? 》alzai le sopracciglia stupita, all'università nessuno mi aveva mai offerto un passaggio, tutti erano sempre presi dai loro impegni e dalla loro vita frenetica che nemmeno si erano accorti che prendevo un mezzo pubblico.

Ricordo di un pomeriggio d'autunno, correvo sotto la pioggia con dei libri strinti al petto e scivolai cadendo a terra, i libri si bagnarono tutti e io mi feci male ad un polso ma nessuno si fermò a chiedermi se avevo bisogno di aiuto, al contrario si misero a ridere guardandomi attraverso i vetri delle loro auto lussuose 《Non voglio darti disturbo non preoccuparti》risposi ancora incredula per la premurosa proposta di Alex 《Scherzi? Ma quale disturbo, per me è un piacere e poi sono sempre stato curioso di vedere come se la passano i ricconi che abitano dalle tue parti》ecco, questa frase poteva risparmiarsela però, lo guardai accigliata e lui si corresse 《Non volevo offendere, per me è un piacere...credimi》ci pensai brevemente, non mi sembrava carino rifiutare il suo invito ad accompagnarmi a casa 《Grazie allora》sorrise ed io con lui 《Vieni Vic, la moto è da quella parte! 》oddio no! La moto? Il pensiero tornò subito a Carldan e alla fuga in moto 《Hai paura? 》 chiese notando la mia evidente espressione che si stava facendo sempre più cupa 《Oh...beh un pochino, ma andiamo non preoccuparti》 gli spiegai dove abitavo, mi fece indossare un casco malconcio e mi aiutò a salire sulla moto. Dovetti abbracciarlo, la sua era una moto sportiva e non aveva appigli sicuri per le mani 《Tutto bene? 》 urlò tra una curva a bruciapelo e l'altra, poi finalmente arrivammo a casa 《Oh cazzo! Tu abiti qui? 》era sconvolto, la villa dei miei genitori era molto grande e imponente 《Beh si...vuoi entrare a bere qualcosa? 》chiesi per gentilezza 《Un'altra volta molto volentieri, oggi devo andare via perché devo dare una lezione privata a Zalia》 ah...e me lo diceva così? 《Non pensare male! Zalia è una bambina di otto anni, abita nel mio stesso palazzo e sua madre mi ha chiesto questo favore》 che stupida ma perché ho la mente così perversa? Mi ero immaginata tutt'altro tipo di ripetizione privata. Diventai rossa come un peperone per la mega gaffe che avevo fatto, poi il rombo di una moto catturò la nostra attenzione, la moto accostò accanto a noi, e... no!
Non è possibile!

《Buonasera Vittoria》 Carldan si tolse il casco integrale e mi salutò in maniera fredda e distaccata, poi i suoi bellissimi occhioni verdi bosco si posarono su Alex 《Oh buonasera io sono Alexander il...collega di Vic》Carldan lo guardò torvo 《Bene, tieni Vittoria, tuo padre mi ha chiesto i documenti che ho messo dentro questa chiavetta, puoi darglieli da parte mia?》non si era neppure presentato, lo aveva ignorato come se non ci fosse, come se non esistesse 《Va bene》ero innervosita, gli tolsi la chiavetta di mano e poi salutai Alex con un breve bacio sulla guancia 《Grazie mille ancora per il passaggio, ci vediamo lunedì a scuola》 l'aria era così tesa che si poteva tagliare con un coltello 《Grazie a te per la tua dolcezza, ehm volevo dire per la dolcezza dei dolci, no scusa volevo dire delle brioche, si... le brioche》 iniziò a balbettare per l'emozione, mi morsi il labbro per non sorridere, accese la moto e andò via.

Rimasi sola con lo stronzo 《Un passaggio Vittoria? Sei seria? 》 ringhiò 《grazie per la tua dolcezza》 gli fece il verso prendendosi gioco di lui, era un maleducato del cavolo ma per poco non risi per il verso praticamente identico alla voce di Alex 

《Si mi ha dato un passaggio e allora? 》alzò gli occhi al cielo e poi si mise di nuovo il casco 《Non lo conosci neppure e poi...niente, lascia stare》 accese la moto e con lo stesso rombo con cui era venuto andò via lasciandomi sola come una cogliona.

niente, lascia stare》 accese la moto e con lo stesso rombo con cui era venuto andò via lasciandomi sola come una cogliona

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Carldan dopo aver fatto
il verso ad Alex

NO NAME - Un cuore al centro del mirinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora