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EVIE.

Rimasi lì a fissare il mare ancora un po', cercando di metabolizzare quello che era appena successo con Sebastián.

Mi aveva letteralmente salvata e le sue parole mi riecheggiavano ancora nella mente.

Aveva ragione. Mi ero sentita viva, rendendomi conto che mi ero salvata da sola, avevo reagito.

'Le cose ci accadono e noi reagiamo, questo è, Evelyn.'

Non potevamo fermare il corso degli eventi, né come ci si presentavano le cose, bisognava reagire e basta, adeguarsi.

Non tutto era sotto il nostro potere e perciò, quelle cose che non lo erano, andavano affrontate e basta.

Grazie, Sebastián.

Per quanto non volessi ammetterlo, era un ragazzo molto più profondo di quello che avevo pensato, sembrava che avesse vissuto già tanto, per essere così.

Desiderare sapere com'era stata la sua vita, però, era una cosa che non potevo permettermi di volere.

Dovevo ricordarmi che non eravamo amici e che per quanto oggi non avessimo discusso più di tanto, io non ero la sua persona preferita e lui non era la mia.

Ritornai nella mischia di persone che c'erano alla festa, ma solamente per uscire dal lido. Inviai un messaggio a Wyn per dirle che tornavo a casa, ne mandai uno anche a Sawyer e Lenora, per essere sicura che qualcuno prima o poi lo avrebbe visto.

Prima di chiudere il cellulare, notai che Cassian mi aveva risposto:

"Come ti sto invidiando in questo momento, Evie."

Sorrisi, leggendo il messaggio. Gli avevo mandato alcune foto di quello che avevamo visitato di Miami quella mattina, prima di imbucarci alla festa.

Lui e i suoi amici non erano ancora partiti, erano ancora a Perth e non sapevo esattamente che tipo di intenzioni avessero.

"Non so cosa state aspettando a venire, Cass."

Risposi, prendendomi gioco di lui.

Posai il cellulare nella borsa e accelerai il passo verso casa.

Mi guardai intorno, per vedere se Sebastián fosse in giro... E perché diamine lo stavo cercando?

Sbuffai frustrata, non capendo il mio comportamento.

Il mio cellulare suonò di nuovo e lo presi per controllare. Aprì i messaggi e vidi un messaggio di mia sorella:

"Io l'ho sempre detto che Miami è stupenda. Sarà pure perché tu sei brava anche a fare fotografie..."

Sorrisi. Non capivo perché per Eloise io fossi una ragazza dai mille talenti.

"Sei sempre esagerata. 'Anche' a cosa è riferito esattamente?"

Risposi con un sorriso. Come era possibile che già sentissi la sua mancanza?

Posai di nuovo il cellulare e alzai la testa, con un sorriso enorme in viso.

Notai un'anziana signora seduta su una panchina. Aveva i capelli bianchi corti e indossava un vestito estivo floreale, mi avvicinai —sta benissimo signora— mi complimentai.

Il sorriso che le apparve sul volto mi trasmise una gioia immensa.

Negli ultimi anni avevo preso quest'abitudine che ogni tanto iniziavo conversazioni con degli sconosciuti solamente per complimentarmi con loro.

Magari potevo renderli felici anche solo per 5 secondi, ma sapevo che avrei comunque fatto la differenza. Ognuno di noi affrontava delle battaglie, magari quella persona stava male in quel momento e sapere che avrei potuto farla sentire meglio per un po' mi trasmetteva pace.

My Darkest DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora