SEBASTIÁN.
Nel momento in cui vidi Evelyn fermarsi di colpo, capì che c'era qualcosa che non andava. Ormai avevo imparato a conoscerla.
Le sue parole di poco prima mi avevano infastidito, perché sembrava che stesse parlando come se fosse tutto perduto, quando sapevamo entrambi che non era così. Io e lei non finivamo in questo modo, per quanto ora a lei piacesse pensarla così.
O per quanto io avessi voluto pensarla così.
Cercai di capire che cosa avesse portato quel suo repentino cambiamento di umore e quando me ne resi conto, anche il mio stato d'animo finì sotto i piedi.
I miei genitori erano in compagnia di Erin Robertson, in mezzo alla gente, parlando tranquillamente.
Non ero così tanto sorpreso di vedere come Erin e mia madre parlavano, forse un po' me l'ero sempre aspettato. Mia madre poteva avere a che fare solo con gente uguale o peggiore di lei.
Guardai Evelyn e la vidi fissare la madre con lo stesso odio che ero sicuro fosse dipinto sul mio volto.
Eravamo uniti anche in questo.
Entrambi soffrivamo per colpa degli errori dei nostri genitori.
Solo che, ero così stanco di lasciarmi guidare dalla voce di mia madre nella testa. Era tutta colpa sua se stavo rischiando di perdere Evelyn per sempre.
—Amico, ignorali e basta, non meritano tutta questa importanza— mi sussurrò Julián al mio fianco.
Volevo seguire il suo consiglio, ma il solo vederli lì in piedi, come se non avessero mai fatto nulla di male, mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Julián mi avvolse le spalle con le braccia, anche se io ero leggermente più alto di lui e mi costrinse a seguirlo, portandomi lontano da Erin e i miei genitori.
—I fuochi iniziano tra poco, sono la parte migliore della giornata a mio parere— commentò Aaron, guardando il cielo —cavolo, questa è una delle poche cose su cui io e te siamo d'accordo— disse invece Lenora, alzandosi in punta di piedi per scompigliare i suoi capelli.
Certe volte ignoravo il fatto che quei due fossero fratelli.
Cercai di non guardarmi dietro le spalle, non volevo incrociare lo sguardo di mia madre o lo sguardo di mio padre, ma ero comunque in allerta.
—Hanno potere solo se tu glielo concedi— mi sussurrò Julián, lo guardai, in piedi al mio fianco. Sì, era esattamente così, ma non avrebbe mai capito la voglia che avevo di andare lì e distruggerli uno per uno con le mie parole, perché ero migliore di loro e non avrei neanche mosso un dito per rovinare la loro esistenza, non ne sarebbe valsa la pena.
Avevo già commesso troppi errori in passato ed ora con Evelyn.
La guardai, in piedi a pochi passi da me, circondata dalle ragazze come se dovessero farle da scudo. Guardava dritta davanti a sé, poi faceva muovere il suo sguardo curioso tra la gente e, infine, lo alzava al cielo e sorrideva, mentre vedeva le prime stelle apparire.
Ed io, come un fottuto idiota, mi perdevo ad ammirarla. Rendeva speciali anche le cose più stupide, rendeva importanti anche le cose scontate.
Non ero pronto a lasciarla andare.
Ma che cazzo dovevo fare? Ce l'aveva a morte con me ed io non ero bravo con queste cazzate. Che diamine avrei dovuto dirle per farmi perdonare?
Non ne avevo la minima idea. Al diavolo lei e tutto quanto. Aveva complicato tutto.
D'un tratto, un colpo rintoccò in cielo, attirando l'attenzione di tutti i passanti.
—Sembra che i fuochi d'artificio stiano per iniziare— commentò Cameron, stringendo Sawyer a sé.
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My Darkest Desire
Romance"La volevo, solo per me, odiavo quando qualcun'altro la toccava. Provavo di tutto quando ero con lei. Era il mio desiderio oscuro" (When The Night Comes Down series. Libro 4) Ho sempre avuto tutto quello che volevo, perché la mia famiglia me lo ha...