Questa storia è scritta da : Ilaria
Londra nel tardo pomeriggio mostrava i suoi soliti colori tra il grigio e il blu. Le nuvole tingevano il cielo di un color piombo appena schiarito dal pallido sole che calava all’orizzonte.
Alastair camminava da solo, troppo preso dai suoi pensieri per notare altro del mondo intorno a sé. Erano ore che girava a vuoto, cercando di cancellare dalla mente l’espressione dipinta sul volto di Thomas in quegli ultimi istanti in cui erano stati insieme.
Avevano combattuto Leviatano, Thomas aveva poco prima assistito alla morte della signora Highsmith e aveva rischiato lui stesso, forse, di essere ucciso, se Alastair non avesse deciso di seguirlo durante la sua ronda solitaria. Non avrebbe voluto farlo di nascosto, avrebbe preferito uscire di ronda con lui, ma sapeva che Thomas non avrebbe mai accettato. Non sapeva cosa dovesse o volesse dimostrare, ma aveva deciso di seguire una via pericolosa e questo non poteva accettarlo.
Stupido, stupido! Anche a ripensarci si sentiva uno stupido. Aveva seguito l’istinto, e il cuore, ma questo aveva solo riempito Thomas di speranze inutili.
Continuava a rivivere ogni secondo di quell’ultima conversazione all’Istituto, Fratello Zaccaria poco distante, gli occhi di Thomas, le sue parole, il suo disagio quando gli aveva detto che stava andando da Charles in infermeria.
In quel momento avrebbe voluto abbracciarlo, rassicurarlo che con Charles aveva chiuso, che non aveva intenzione di tornare sui suoi passi. Ma non poteva, non avrebbe mai potuto.
Era stato così con Charles, sarebbe stato identico con Thomas.
Tutta la sua vita era stata una lunga sequenza di silenzi: la verità su se stesso, suo padre e l’alcolismo, le sue fragilità da tenere nascoste, mute, invisibili, perché se qualcuno si fosse accorto di tutto quello che aveva dentro sarebbe stato un reietto. Sarebbe stato solo.
E allora aveva reso soli gli altri, li aveva derisi, li aveva fatti soffrire. E tutta quella sofferenza non era niente in confronto a quella che gli scorreva dentro.
Ma poi c’era stato Thomas. Nonostante tutto, nonostante le sue cattiverie, era cresciuto forte, e gentile. Generoso e, incredibilmente, attratto da lui. Era contro ogni logica, contro ogni previsione.
Il destino sa sempre come fregarti, pensò Alastair.
Si fermò davanti al Tamigi, torbido e agitato, grigio come tutto quello che lo circondava. C’era stato un attimo di luce nella sua vita, una luce che lui aveva spento volontariamente.
“Non è possibile. Non lo sarà mai.”
Alastair chiuse gli occhi, nei suoi pensieri la bocca di Thomas sulla sua, le sue mani grandi sulle spalle, l’impeto e l’emozione di quei momenti che erano stati solo per loro.
Sospirò. Tutto quello che era importante nella sua vita sarebbe rimasto sempre e solo quello: un segreto nel buio.
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Piccoli momenti shadowhunters
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