Questa storia è scritta da : Ilaria
Cristina stava finendo di preparare la borsa per la settimana di relax che l’attendeva. Lei e Mark avrebbero raggiunto Kieran al cottage e lei stava cercando di capire cosa sarebbe stato meglio portare. Non era mai accaduto di passare così tanto tempo insieme; di solito potevano concedersi giusto un paio di giorni, tre se riuscivano a incastrare bene gli impegni.
Una settimana intera era un sogno e Cristina aveva fatto il conto alla rovescia sul calendario, sentendo crescere l’emozione al pensiero di quanto tempo avrebbero potuto trascorrere insieme.
Ma arrivato il giorno della partenza si ritrovava con un problema: doveva preparare una valigia che non fosse ingombrante ma che potesse contenere abbigliamento e accessori per varie necessità. Una settimana le sembrava un tempo lunghissimo. Cosa avrebbero fatto? Sarebbero andati a passeggiare nei boschi? Sarebbero usciti a cena? O magari avrebbero fatto qualche arrampicata?
Aveva preparato diverse paia di pantaloni, ma non sapeva quali portare con sé; aveva messo sul letto un paio di tenute da allenamento, alcuni abiti un po’ più eleganti e accessori di ogni genere, ma non sapeva decidere. E se avesse portato il vestito sbagliato? O qualcosa di inutile?
Sospirò rumorosamente. Tutta l’emozione dei giorni passati stava rapidamente sfociando in un momento di frustrazione senza precedenti.
A peggiorare le cose, si affacciò Mark alla porta della camera da letto, una piccola borsa in spalla e l’espressione di chi non ha nessuna preoccupazione al mondo.
“Cristina, sei pronta? Andiamo?” disse mentre entrava in camera.
Si bloccò davanti a quel dispiegamento di abiti e accessori che ricopriva il letto, con gli occhi spalancati e l’indecisione stampata in volto.
“Cristina, cosa…?” ma le parole gli morirono in gola, perché la ragazza lo stava fulminando con lo sguardo, rigida. Sembrava una belva pronta ad attaccare.
“Ti sembro pronta, Mark?” rispose lei con tono isterico.
Mark stava per rispondere, ma le fiamme negli occhi di Cristina lo fecero desistere. Lasciò scivolare la sua borsa a terra e si avviò lentamente verso il letto. Le prese la mano con delicatezza, come a cercare di non aizzare la belva che le ruggiva dentro, e la tirò dolcemente verso di sé, cingendole un fianco con l’altra mano.
“Mia splendida Cristina, che stai facendo?” chiese senza distogliere lo sguardo da quello della ragazza.
Tutto il vigore di lei si spense davanti a quella discreta offerta d’aiuto. “Non lo so. Io…non so cosa aspettarmi da questa settimana! Non so cosa faremo, non so cosa portare! E se Kieran ci invita fuori a cena e io non ho l’abito adeguato? E se ci porta nei boschi e non ho le scarpe giuste?” Le parole le fluivano dalla bocca a velocità impressionante, senza che riuscisse a fermarle.
“Una settimana è un sacco di tempo, potremmo fare mille cose! Come faccio a sapere cosa devo portare?” concluse sospirando.
Mark continuava a stringerla a sé. “ Guardami, Cristina,” le disse deciso.
Lei alzò lo sguardo. Era nervosa e arrabbiata e quel fuoco negli occhi faceva sentire a Mark le farfalle nello stomaco. Aveva una voglia incredibile di baciarla.
“Se Kieran ci invitasse fuori a cena, credi che non ti darebbe il migliore abito che i suoi sarti possano creare?”
Cristina lo guardò sorpresa e aprì la bocca per ribattere, ma Mark riprese subito a parlare.
“Se volesse portarci per boschi o in mezzo alle montagne, non credi che preparerebbe per noi anche tutti gli abiti necessari? E se decidesse di giocare a rincorrerci nei prati non ti servirebbero scarpe né cinture né occhiali da sole.”
Cristina ora lo guardava sognante. Mark sapeva che stava immaginando loro tre che si rincorrevano in mezzo a un prato e riusciva a percepire la gioia che quell’idea le dava. Si strinse un po’ più forte a lui e rispose: “Hai ragione, sceglierò qualcosa di pratico e magari un vestito elegante.” Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: “E qualcosa di un po’ più…provocante?”
Mark avvampò, stringendo il fianco di Cristina e inspirando bruscamente tra i suoi capelli.
Lei si allontanò, cercando di nascondere il rossore sulle guance, e aprì il cassetto della biancheria, tirando fuori una camicia da notte in pizzo bianco che Mark non aveva mai visto. La dispiegò sul letto, in attesa del giudizio di lui.
Lui studiò il gioco di trasparenze e non gli fu difficile immaginare quel semplice pezzo di stoffa sulla pelle di Cristina. La raccolse con attenzione, piegandola con cura e mettendola sul fondo del borsone che attendeva vuoto sul letto.
“Ti piace?” mormorò Cristina, non senza una punta d’imbarazzo.
Mark adorava quei piccoli momenti di gioco e allusioni; guardandola, disse con voce arrochita: “Penso che potrebbe essere l’unico capo di vestiario di cui avrai bisogno.”
Cristina avvampò.
“A Kieran piacerà?” chiese maliziosa, continuando il gioco.
“Oh, Kieran potrebbe fare le fusa vedendotela addosso. Potremmo entrambi fare le fusa, in effetti,” sussurrò avvicinandosi nuovamente alla ragazza e abbracciandola.
“Sareste i miei gattini?” mormorò inclinando la testa su un lato e guardandolo con lascivia.
“Pensavo a delle fiere un po’ più imponenti, ma potremmo accontentarci, credo,” rispose Mark baciandola.
La vacanza stava iniziando nel migliore dei modi.
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Piccoli momenti shadowhunters
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