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Sono stati mesi fantastici. Avevo sottovalutato questo posto. Qui ho conosciuto tantissime persone, e mi sono fatta nuovi amici. Quelli che non avevo da troppo. Ma loro sono come me. Hanno avuto problemi, hanno fatto cazzate di cui si sono pentiti, e alcuni non hanno visto la morte solo per poco. Due ragazze con cui avevo legato molto sono già uscite, ma mi avevano lasciato il loro numero, così da poterci incontrare una volta fuori anch'io. Si chiamano Sabrina e Lucia. Ho anche un migliore amico ora, Roberto. È diventato come un fratello in poco tempo. Mi sento come a casa, tra miei simili. Ma al di fuori di qui, non so cosa stia succedendo. Ogni tanto ci penso, soprattutto quando noi ragazzi stiamo svegli fino a tardi, e sono quasi sempre l'ultima ad addormentarmi. Non ci è permesso usare il telefono, se non in orari prestabiliti. Ma nemmeno in quei momenti lo accendo. Ormai sono 7 mesi che non tocco il cellulare, praticamente da quando sono entrata, ed è una cosa impensabile se penso che prima non ne potevo fare a meno. Posso dire di essere finalmente uscita dalla dipendenza alle droghe. Fumo solo sigarette ora, nemmeno più erba. Non ci è permesso. Alcuni qui sono dentro proprio per la troppa marijuana che fumavano.

«Hai già preso tutto?» Roberto entra nel dormitorio delle ragazze, dove sono da sola.

«Sì, è già tutto nella valigia.» la chiudo.

«Sei pronta per tornare a casa?»

«Non proprio. Sono andata via senza dire niente, non so come mi accoglieranno.»

«Sicuro bene, stai tranquilla. Con Nicolò?» gli ho parlato anche di lui, e l'unico che sa l'intera storia. Ma ho omesso il dettaglio che in realtà si tratta di Tony Effe.

«Si sarà fidanzato. Non le mancavano le ragazze.»

«Ti piace ancora?» sorride, e io arrossisco.

«Non ho mai detto che ha smesso di piacermi.»

«Vabbè ora torniamo dagli altri. È la tua ultima notte con noi, dobbiamo divertirci.»

Raggiungiamo il gruppo di ragazzi, una ventina. Stanno ascoltando musica trap e rap, l'unica cosa che accomuna tutti noi è amare questo genere di musica.

«Guardate cosa sono riuscita a trovare.» Carlotta, la più pazza del gruppo, mostra delle casse di birra.

«Dove le hai trovate?» chiede Giacomo.

«Fatti gli affari tuoi.» risponde scherzosa lei.

«Se ci beccano ci fanno il culo.» commenta Vanessa.

«È questa la parte più bella.» rispondo aprendo la prima bottiglia.

«Lei sì che si sa divertire.» ride Carlotta.

Iniziamo a parlare, giocare e scherzare. Ma mi assento quando la cassa, collegata al telefono di non so chi, riproduce 'Lacrime'. Ci sono parti in cui mi sembra sia indirizzata a me. Io, invece, mi ci rivedo nelle parole di Tedua. Come se Tony Effe avesse cantato questa canzone con me, invece che con lui.

«È nuova questa canzone?» domanda Marco.

«Sì, l'hanno pubblicata pochi mesi fa.»

«Questi due li amo, insieme poi...»

«Possibile che siamo tutti della stessa città di Tony Effe e nessuno di noi lo conosce?» sbuffa Caterina.

«Parlate per voi.» rido aspettandomi le reazioni di tutti loro.

«Non ci credo.» da Christian me l'aspettavo.

Per la prima volta accendo il telefono, anche se non si potrebbe ora. Sono costretta a metterlo sotto carica, ma comunque è in grado ancora di lavorare. Vado nella galleria, e mostro una foto di me e Nicolò abbracciati.

«Oh mio Dio, siete amici?» sclera Caterina, è la sua prima fan.

«Sì.» sorrido. Amicizia può bastare per loro.

«Posso vedere da vicino?» passo il telefono a Christian, che inaspettatamente scorre. Fino ad arrivare a quella scattata dopo aver fatto palesemente l'amore. È un selfie, dove si capisce che siamo svestiti ma non si vede niente, se non le nostre smorfie.

«Dammi qui.»

«Solo amici?» lui e i ragazzi dietro che hanno visto la fotografia rimangono a bocca aperta.

«Ti scopavi Tony Effe e non ce l'hai mai detto?!» strilla Carlotta.

«Aspetta, ma come fa di nome in realtà?» mi guarda Roberto, che ha capito.

«Nicolò Rapisarda.» risponde Caterina.

«Quindi é lui?» ridendo si alza in piedi.

«Me lo farai conoscere, vero? Per favore.» allunga le vocali Caterina.

«Non so nemmeno se lo rivedrò io.» sdrammatizzo.

«Ma non sto capendo. Stavate insieme?»

«Sì.»

«Non ci posso credere.» Carlotta sembra più contenta di tutti «Raccontaci tutto.»

Come una nonna con i suoi nipoti, finisco per spiegare l'intera storia di me e Nicolò. Come ci siamo conosciuti, dell'aborto, del coma, della lettera. Tutto. E sembrano tutti estasiati.

«Cosa pensi di fare ora che esci?» mi guarda Tommaso.

«Voglio subito trovare una lavoro. La prima cosa che devo fare e ridargli indietro i soldi.»

«E con lui?»

«Non penso mi voglia vedere, sinceramente.»

«Non ci hai dato ancora il tuo numero. Nel giro di pochi mesi ognuno di noi sarà già uscito. Quando saremo fuori dobbiamo organizzare una festa.» pianifica Carlotta, con tutti d'accordo. Scrivo quindi il mio numero su un pezzo di carta, e ognuno di loro se lo segna.

Il resto non mi importa ||Tony Effe||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora