25.

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È pomeriggio, e Gabriel ormai è a casa sua. Per qualche settimana non dovremmo prendercene cura ormai, Monica ha finalmente le sue ferie.

Io e Nicolò siamo in piscina, solo questo è un modo per rinfrescarci dal caldo soffocante estivo.

«Non ci puoi andare più tardi?» sbuffo, mentre lo vedo uscire.

«In questi giorni non mi sono allenato.» si giustifica.

«Ma ora siamo insieme.» dal basso, lo guardo rimanendo in acqua.

«Vieni anche te, così mi fai compagnia.»

«No, io rimango qui.»

Poco dopo si abbassa per un bacio a stampo, e mi lascia sola. Sicuramente si starà dirigendo in quella sua stanza della casa in cui io non ho mai praticamente messo piede. So però che è piena di attrezzi, e tutto il necessario per il suo allenamento quotidiano.

Cercando di non bagnarlo troppo, controllo l'ora sul cellulare. Sono le 17, tra tre ore dovrò incontrarmi con le altre. Devo ancora cenare, farmi la doccia e prepararmi. Ma non ho intenzione di uscire, almeno per ora. La luce del sole mi fa sentire sola, in pace. A distrarmi è la musica, accesa a palla da Nicolò. So che l'aiuta con la concentrazione. Prendo quindi l'asciugamano ed esco dalla piscina. Mi asciugo la pelle, poi inumidisco i capelli. Sperando di non gocciolare troppo sul pavimento, e lo raggiungo in silenzio. La porta è aperta, è facile spiarlo senza farsi vedere. È eccitante anche solo vederlo allenarsi, sudato e con i muscoli in vista. Ha iniziato solo da qualche decina di minuti, ma forse ha bisogno di una pausa. Mentre lui è impegnato con la lat machine, voltandomi le spalle, faccio cadere il costume a terra. Nuda, arrivo fino alla sua schiena. Le mani gli accarezzano il collo, la lingua fa sentire il suo calore al suo orecchio.

«Perché non ti fermi per qualche minuto?» gli sussurro, senza ricevere una risposta.

Le sue dita hanno lasciato andare il lat bar. Gli giro intorno, arrivando a sedermi sulle sue cosce. Ha già il fiatone, ma voglio esserne io la causa. Si lascia baciare il collo, con passione, mentre mi contorna il corpo con le mani.

«Perdi il controllo come hai fatto ieri.»

A queste mie parole, mi alza velocemente, intanto che unisce le nostre lingue. Mi porta fino al muro. Durante tutto il bacio mi palpa il seno con una mano, le natiche con l'altra. Lo fa con foga, con voglia di avermi. Poi si stacca dalle mie labbra. Si inumidisce con la lingua le sue dita, per poi farle entrare dentro di me. Da subito le muove con velocità e profondità, finché possibile. Mi manca la voce per qualche istante, da quanto è bravo.

«Spogliami.» mi ordina senza fermarsi.

Faccio come dice, togliendoli le uniche cose che gli rimanevano indosso, ovvero intimo e pantaloncini. Mi porta la mia mano sul suo membro, e mentre tocca me, io inizio con lui. Appoggia la fronte sulla mia spalla, e lo sento gemere. Quel che sto facendo anch'io, d'altronde. Anche io non mi muovo lentamente, sento che gli piace. Continuiamo finché non mi sporca di bianco la mano e il ventre.

«Sei fantastica.» se era un complimento, beh grazie. Anni di allenamento, non per vantarmi.

Mi prende in braccio ed entra dentro me. Anche qui, con velocità. Mi stringe intanto dalle cosce, e io lo tengo dal collo. I miei lamenti coprono decisamente quelli di Nicolò.

«Il condom.» mi ricordo improvvisamente, ma non si ferma.

«Sto attento.» grugnisce al mio orecchio.

Il mio corpo è sbattuto con forza ormai contro il muro da troppo per riuscire a non venire. Lo graffio sulla schiena, mentre mi lascio andare. Lui invece subito dopo esce dal mio corpo e solo ora nuovamente eiacula.

«Preferisco questi allenamenti.» sorride al mio orecchio.

Mi accorgo ora che mi sta ancora reggendo in braccio. Tento di appoggiare i piedi a terra, ma Nicolò me lo impedisce.

«Aspetta.»

È strano il suo tono. Inizio ad accarezzargli il retro della nuca, appoggiata poco più a sinistra del mio mento, mentre le sue braccia mi cingono strette i fianchi.

«Stai bene?» domando quasi preoccupata.

«Benissimo.» sorride.

«Rimango a casa stasera.» sussurro.

«Perché?»

«Voglio stare con te.»

«Domani siamo tutto il giorno insieme, oggi vai con le tue amiche.» borbotta, e c'è un intervallo di silenzio. «Lo facciamo sempre così?» la sua richiesta mi lascia qualche istante senza saper cosa rispondere.

«Senza preservativo?» annuisce. «Vuoi che riprendo le pillole?»

«No.»

«E se...?» intende la domanda.

«No, tranquilla. Però col preservativo è brutto, e non mi piace che prendi la pillola.»

Anch'io sono della sua opinione, e la sua sicurezza nel sapere di non lasciarmi incinta, tranquillizza anche me.

Il resto non mi importa ||Tony Effe||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora