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«Non hai ancora detto quasi niente, è tutto apposto?» gli accarezzo la mascella, mentre, sdraiati, mi stringe tra le sue gambe e le sue braccia. «Oi.» lo richiamo, quando vedo che non mi risponde, ma mi guarda negli occhi solo.

«Perché non mi hai scritto semplicemente che andavi al cimitero?»

«Ti sei spaventato?» sorrido, mi piace quando si preoccupa così per me.

«Non scherzare.» dice serio.

«Perché ti sei spaventato?» cerco di capire, ma ancora non risponde. «Ancora quella storia?»

«Hai fatto le stesse cose. Hai spento il telefono senza dire niente.»

«Non scappo più.»

«Perché ci hai messo tanto?»

«Non ci tornavo da troppo, domani voglio ritornarci, per portare i fiori.»

«Come stai?»

«Bene. Meglio. Ho parlato anche con mio padre, mi ha raccontato un sacco di cose, e io ho raccontato a lui tutto.»

«Tutto tutto?»

«Tutto tutto. Della droga, della prostituzione, dell'aborto.»

«Come l'ha presa?»

«Meglio di come mi aspettassi. Comunque mi ha detto che l'ha capito oggi, che stavamo facendo l'amore.» rido.

«No, stai scherzando?»

«No. Però ci scherzava sopra.» rido. «Mi ha anche detto di venire a vivere da te.»

«Me lo sono conquistato ormai.» mi fa l'occhiolino, poi chiude gli occhi. Rimango a guardarlo un po'.

«Tu trovi che io sia cambiata?» ritorna a guardarmi, confuso.

«Perché questa domanda?» alzo le spalle.

«Non vorrei essere cambiata troppo. Mi sembra sia cambiato anche il rapporto con te.»

«Io lo trovo solo più maturo, e mi piace, forse anche più di prima.» sorrido.

«A che ore andiamo da tua mamma domani?»

«Appena si sveglia Gabriel.» mi accarezza. «Mi fa piacere quello che mi hai detto oggi, riguardo a fare figli con me.» non si direbbe dal tono della voce. «Io però non sono pronto a diventare padre.»

«Non ti preoccupare.» gli accarezzo le guance, e lui chiude gli occhi, stringendomi più forte e addormentandosi.

NICOLÒ

Mi sono appena svegliato, e vedere Monica dormire come una bambina accanto a me è il buongiorno più bello. Non la voglio svegliare, e cerco di fare attenzione quando mi alzo. La lascio da sola sul letto, andando in bagno. Quando esco, sento Marco chiamarmi a voce bassa dalla cucina.

«Dormito bene?» domanda chiudendo la porta.

«Sì, grazie.»

«Vuoi uno anche te?» indica la sua tazzina di caffè, e annuisco sbadigliando. «Allora fattelo, ormai non sei un ospite, sai dove sono le cose.» sorridiamo.

«Gabriel é già sveglio?» scuote la testa.

«Comunque volevo parlarti.» cerco di capire dalla sua espressione se si tratti di una cosa negativa o positiva.

«Dimmi.» mi siedo accanto a lui.

«Non so se Monica te l'ha detto...»

«Mi ha detto che ieri avete parlato di tante cose, e che lei finalmente si è aperta con te.»

Il resto non mi importa ||Tony Effe||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora