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«Si è già addormentato?» chiede Dylan a Nicolò, mentre quest'ultimo ritorna dalla sua camera da letto e ci raggiunge sul divano.

«Sì, l'acqua della piscina lo stanca sempre.»

«Viene spesso qui Gabriel?» domando a nessuno in particolare.

«Quasi tutti i giorni, tranne il fine settimana.» risponde Dylan, dato che Nicolò non si spreca nemmeno, poi cambia argomento. «Ma quindi ti da proprio fastidio l'odore d'erba?»

«Potete fumare se volete.» lui non se lo fa ripetere due volte, e accende uno spinello che aveva già preparato. Se una volta sentire quest'odore mi rilassava, ora mi dà il volta stomaco. «Io vado in camera con Gabriel.» mi alzo e li lascio sul divano.

Il modo in cui dorme il piccolo, lo rende ancora più tenero. La televisione è accesa, e sta trasmettendo il suo programma preferito. Le tapparelle sono basse, ma non c'è troppo buio. Mi siedo ai suoi piedi, è bello guardarlo dormire.

«Dorme?» sento Nicolò alle mie spalle, ma non mi volto.

«Sì. Dylan?» lui è la mia salvezza in questa situazione scomoda.

«L'ho mandato a comprarmi le cartine, le ho finite.» si allontana dalla porta e si avvicina a Gabriel.

«Possiamo parlare?» scuote la testa. «Per favore.»

«Tu mi hai detto di andare avanti.» è freddo, e mi blocco.

«Sei andato avanti quindi?»

«Ho lavorato molto, ho fatto un album.»

«Lo so.» non continua, il discorso finisce qui. «Fino a quando rimane, di solito?»

«Dipende dal giorno.»

«Oggi?»

«Quando si sveglia gli faccio fare merenda, poi lo porto al parco un paio d'ore.»

«Da quand'è che gli fai da babysitter?»

«Non gli faccio da babysitter. Mi piace stare con lui. Mi distrae e mi aiuta. E non voglio soldi in cambio.»

«Papà mi ha detto che sei stato tu ad aiutarli a comprare tante cose per il bambino.»

«Ho fatto quello che potevo.»

«Grazie.»

Rimaniamo a guardarci negli occhi diversi istanti. Mi mancava viaggiarci dentro. Sentiamo poi Dylan ritornare a casa, e Nicolò va da lui. Io chiudo poi la porta. Dopo essere andata in piscina, ho indossato i vestiti che già avevo. Quindi si sono inumiditi, senza bagnarsi troppo dato che in bagno avevo strizzato per bene l'intimo. Mi sdraio accanto a Gabriel, e riesco ad addormentarmi subito.

NICOLÒ

«Non dovresti andarlo a svegliare ora?» guardo l'orologio, in effetti Dylan ha ragione.

«Vado.»

Abbiamo già tolto il grinder, le cartine e l'erba, e con le finestre aperte è uscito anche l'odore di marijuana.

Apro la porta della camera, dove Gabriel si è già svegliato e sta guardando la televisione. Non si deve essere alzato da molto. Ha ancora il segno del cuscino sulla guanciotta rosa e gli occhi assonnati. È seduto accanto a Monica, la quale invece dorme ancora.

«Buongiorno.» lo saluto coccolandolo. Poi guardo lei. «La svegli tu?» so che probabilmente non capisce quello che dico, ma preferisco comunque parlargli, così da fargli imparare parole nuove.

Rimango poi a guardare con attenzione Monica. È cambiata molto, sotto molti punti di vista. Fisicamente, ha più colorito ora, e le ossa non sono più evidenti come prima. Anche ora che dorme, sembra tranquilla, mentre fino a mesi fa era sempre agitata, anche nel sonno.

«Svegliala con un bacio.»

Gabriel ha imparato il significato di bacio, anche se per lui equivale semplicemente ad appoggiare la bocca sulla guancia, senza un vero e proprio schioccare delle labbra. Cosa che fa con Monica. Senza aprire gli occhi, si stiracchia, e appoggia la mano sulle cosce cicciottelle del bambino, accarezzandolo.

Il resto non mi importa ||Tony Effe||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora