Epilogo

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Quella mattina il cantante fece giusto in tempo a giungere sul posto, insieme all'amico fraterno, quando già i due corpi erano ricoperti di un telo bianco, a tratti macchiato di rosso. Se quel disastroso incidente non fosse avvenuto, a Monica sarebbe rimasta solo l'ultima via da percorrere.

Fu proprio Nicolò ad avvisare le persone più care dell'amata ragazza: Marianna, Roberto, il quale di conseguenza lo fece sapere a chi del centro di disintossicazione era ancora rimasto in contatto con lei, e il padre. Riferire la notizia a quest'ultimo fu un dramma soprattutto per il cantante stesso, e forse, per il timore, lo lasciò appositamente per ultimo ancora da informare. L'unico con cui ne parlò di persona, seduti sul divano di sala. Entrambi avevano perso la donna che più amavano insieme a suo figlio, che entrambi adoravano, ma per il Signor De Luca quella era ben la secondo volta. Lo agghiacciò ancor di più come la morte di madre e figlia, entrambe fossero avvenute nelle stesse identiche circostanze.

Al funerale, decise di portare da solo quella bara bianca troppo piccola. Monica avrebbe voluto così, pensò. E quel pomeriggio fu l'ultima volta in cui incontrò chiunque avesse avuto rapporto di ogni tipo con la donna che sarebbe dovuta diventare presto sua moglie. L'unica eccezione fu solo Dylan, da cui tuttavia si allontanò anche appena.

Casa sua era come avesse una camera in meno ormai. La stanza in cui dormiva con Monica e Mattia era stata chiusa a chiave dal ragazzo, che si trasferì in quella degli ospiti. Non ebbe mai il coraggio emotivo di entrarci di nuovo dentro, e quelle poche volte che l'idea gli sfiorò, venne bloccato dalla paura di anche solo inquinare l'aria respirata dalla stessa.

Iniziò a dedicarsi a quelle due uniche cose che riuscivano a sfogarlo bene dalla rabbia nei confronti di una sorte ingiusta, e dai sensi di colpa di credersi in qualche modo assassino di figlio e compagna: la musica e il box. Continuò così il suo viaggio, supportato da milioni di ragazzi, di cui nessuno poteva anche solo immaginare il retroscena della sua vita.

Ma anche Nicolò, ormai, aveva imparato che le volte in cui non sentiva più le forze di proseguire con la sua solita grinta, gli bastava la notte puntare il naso verso il cielo scuro, e farsi coccolare da quelle due nuove stelle, nate proprio accanto a quella che Monica credeva fosse la madre.

Il resto non mi importa ||Tony Effe||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora