CAPITOLO 12 - 𝙉𝙤𝙣 𝙢𝙤𝙧𝙞𝙧𝙚 !

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MATT

Dopo la sfuriata di Stewart, osservo l'uomo per accertarmi che non sia parecchio incazzato per ciò che è appena accaduto, con mio stupore noto che invece di essere furioso lo trovo estremamente calmo. Ma il suo atteggiamento non mi tranquillizza, lo affianco e cerco di parlargli e convincerlo a non denunciare il mio collega. Lui con tranquillità mi asserisce:
« Non si affanni tanto agente... Donovan, non ho intenzione di denunciare il suo collega, si tranquillizzi »
« La ringrazio infinitamente signor Harris e mi scuso per il comportamento dell'agente Granger. Adesso vado, la lascio con la sua famiglia»
« Buona giornata agente! »

Lascio la stanza e vado alla ricerca di Stew, lo trovo nel bagno con i capelli umidi e il colletto della camicia bagnato, gli chiedo interdetto:
« Si può sapere che ti è preso? Sei fortunato se non ti denuncia!
Ci ho pensato io, anche se non è stato facile per me trattenermi, devo dire che non ho dovuto faticare; mi ha sorpreso la sua compostezza nel dichiararmi che non aveva intenzione di denunciarti»
Lui mi fissa con sguardo interrogativo e rattristato ma non per quello che ho appena detto, ma l'idea che quella donna (Amie ) possa morire lo sconvolge. Poi enuncia:
« Scusami Matt, so che avrei dovuto controllarmi, ma la presenza di quell'uomo mi irrita... parecchio »
« La presenza dell'uomo o l'idea che lei... possa morire? Ad ogni modo, torniamo in centrale, qui non abbiamo piú niente da fare »
« Credi veramente che possa...? »
« Non lo so, è ridotta piuttosto male e il medico ci ha informati che mentre la operavano il suo cuore ha cessato di battere per qualche minuto. Comunque è nelle mani di Dio; lui sa cosa fare. Andiamo adesso»

GAVIN

" Se all' agente Granger sembra che sia finita qui, si sbaglia di grosso. Ben presto si accorgerà del grosso errore che ha fatto mettendomi le mani addosso»
Appena faccio questo pensiero, lo sguardo mi cade su mia moglie e nel mentre anche sul comodino accanto al suo letto. Riposto su di esso, noto un grosso pacco regalo chiuso da una coccarda rosa che tiene un bigliettino: " Buongiorno Megan, ho preso questo pensiero per te stamattina, mentre mi dirigevo in
ospedale. Spero possa piacerti "!
A quanto pare il poliziotto cerca di accattivarsi le simpatie di mia figlia, facendole dei regalini. E io so il reale motivo di questo.
Intanto che osservo mia figlia, noto un particolare insolito, mi è sembrato che Amie, muovesse le dita; ma forse mi sono sbagliato...
un' illusione ottica. " Voglio sperare che sia così perché se si dovesse svegliare, per me sarebbe un grosso problema. Meglio eliminare questa eventualità, aspetterò che Megan si allontani".

Mia figlia non ha fatto caso che le dita della madre si sono mosse, così attendo il momento per agire. Dopo pochi minuti mia figlia si alza dalla sedia annunciandomi:
« Vado in bagno, non ti avvicinare alla mamma! »
A quella richiesta non posso fare altro che alzare le mani agitandole in segno di resa, dichiarando rassicurandola:
« Tranquilla, non la toccherò! »
Dopo avermi dato un'occhiata non proprio (come una figlia farebbe con il padre) entra in bagno chiudendo la porta.
Con l'orecchio teso verso la porta chiusa, mi accosto al letto di Amie, afferro il tubo dell'ossigeno tra le mani e inizio ad attorcigliarlo e stringerlo fortemente per non far passare piú aria.
Mentre compio questi gesti, alzo lo sguardo e vedo la mia immagine riflessa nel vetro di un anta della finestra, improvvisamente mi fermo rilasciando il tubo e rimanendo immobile vicino a lei. Di colpo prendo le distanze quando sento lo scatto della porta che si apre. Mentre Megan va a sedersi nuovamente accanto alla madre, io osservo ogni suo movimento attraverso il riflesso che mi offre l'anta della finestra chiusa. Noto che mi osserva di sbieco mentre si siede " So che mi odia per quello che ho fatto a sua madre, questo mi fa male, ( amo mia figlia, a lei non ho mai torto un capello e mai lo farò ) ma quello che mi lascia piuttosto perplesso è il gesto di poc'anzi; perché dopo avermi visto riflesso non ho proseguito nel mio intento?

STEWART

Al rientro in caserma il capitano ci dà da svolgere altri incarichi, senza riuscire a dare il meglio di me, fortunatamente che avevo Matt, al mio fianco altrimenti ora sarei disteso sul tavolo d'acciaio dell'obitorio. Ma non posso levarmi dalla testa il fatto che lei potrebbe morire.
Matt, mi accompagna a casa con la sua auto e dopo esserci salutati, mesto mi immetto all'interno del portone d'ingresso; capisco che mi sta osservando perché non sento il rombo del motore avviarsi, quando si è assicurato che io fossi dentro l'androne del palazzo, sfreccia via.
Dopo essere entrato e aver chiuso la porta, mi dirigo in bagno per fare una doccia e subitaneamente a letto; nudo e senza essermi asciugato, mi fiondo tra le lenzuola umide a fissare il soffitto facendo scorrere nella mia mente solo un pensiero, quello che mi turba di piú " Amie, non morire ti prego io... io ho bisogno di te, io... io ti amo!

MATT

" Per poco, stasera avrei perso un amico. Menomale che ho i riflessi pronti e li aveva anche lui prima di incontrare questa donna, ha perso la testa per lei. Che poi non sa nemmeno se si sveglia dal coma e se dovesse accadere il miracolo, se ricambia i suoi sentimenti; o rimane col marito.
Intanto che penso sento una mano passare delicatamente sulla mia spalla, la mia bellissima moglie Carrie, mi porge un bicchiere con versato del wiscky, si distende sul divano accostandosi a me mentre io le passo un braccio intorno alle spalle. Poi mi chiede incuriosita:
« A che pensavi prima? »
« A Stew, sai per poco stasera non perdevo un amico! »
Sgranando i suoi grandi occhi blu, esclama:
« Oh mio Dio ! Cosa è successo? »
« Eravamo intervenuti a sedare una rissa in un locale e mentre Stewart, stava verificando l'autenticità dei documenti in comunicazione con la centrale, uno dei nigeriani si è scagliato contro il suo avversario di poco prima con un coltello a serramanico (che nonostante la perquisizione fatta non gli abbiamo trovato) e per poco non colpiva Stewart all' addome. Nell'immediato l'ho immobilizzato sparando un colpo in aria e fortunatamente quello è bastato. Dopo li abbiamo arrestati entrambi.
Mia moglie continua a fissarmi incredula di quanto sta ascoltando, poi mi chiede:
« Ma perché Stew è così distratto? Se la memoria non mi inganna, ricordo essere molto meticoloso nel suo lavoro. Cosa è successo adesso?»
La fisso e subito dopo le annuncio curvando le labbra in un sorriso:
« Che gli è successo? È successo che si è innamorato! »

𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora