Dopo aver parlato con Matt, riguardo la questione denuncia da parte della donna ( che al momento non può sporgere) mi sto allontanando per tornare da Megan, quando gli occhi mi vanno a cadere nella direzione dell'ascensore dal quale ne esce fuori un uomo abbigliato con giacca e pantaloni grigio perla e maglietta bianca, sbarbato e con un mazzo di rose rosse in mano. Mi chiedo: " 𝐶𝑜𝑠𝑎 𝑐𝑖 𝑓𝑎 𝑙𝑢𝑖 𝑞𝑢𝑖 𝑒 𝑐ℎ𝑖 𝑙𝑜 𝑎𝑣𝑟𝑎̀ 𝑎𝑣𝑣𝑖𝑠𝑎𝑡𝑜" ?!
Lestamente gli vado incontro e quando gli sono quasi vicino lo chiamo esclamando:
« Signor Harris! Buonasera, cosa ci fa qua?»
Lui assertivo risponde con spavalderia:
« Agente Granger! Sono qui per mia moglie, quando sono tornato a casa non trovandole mi sono preoccupato, così ho telefonato a mia moglie e ha risposto mia figlia comunicandomi che la mamma era stata portata d'urgenza in questo ospedale. Allora mi sono precipitato a raggiungerle. Ma perché queste domande? »
Dichiara interrogativo.
« E lei...? Non si chiede cosa ci faccia sua moglie qui e perché ci è finita?»
Stranito fingendo confusione asserisce:
« Sì! Sì, certo che me lo chiedo e non so darmi una risposta»
A quell' atteggiamento scostante, mi viene una gran voglia di spaccargli la faccia, ma la divisa che porto non me lo consente. Così mi limito a proclamargli:
« Stiamo indagando su cosa possa essere accaduto e chi possa aver ridotto sua moglie in quelle condizioni e anche...»
« Anche?» Mi chiede.
« La morte di suo figlio»
Alla mia affermazione, cambia colorito, sembra sinceramente basito e un pallore colora il volto dell'uomo, forse non era a conoscenza della gravidanza della consorte.
« Mio... mio figlio? »
« Sì, sua moglie era incinta! Forse lei non lo sapeva?»
Con lo sguardo e la testa che va da una parte all'altra afferma:
« No! Non ne sapevo niente, Amie non me lo aveva detto! Ora se non le dispiace vorrei andare dalla mia famiglia »
« Certo vada, ma si ricordi che io la tengo d'occhio»
In quello stato di confusione si allontana, dopo avermi dato un'occhiata ambigua, non so se di sfida o preoccupata.
Rimango a fissarlo fino a che non sparisce nel lungo corridoio, mentre Matt, posa la sua mano sulla mia spalla e asserisce:
« Dai andiamo, il nostro compito è finito qui! »
« Già, per ora!»
Risoluto dichiaro, mentre il mio collega mi guarda attonito.
Prendiamo l'ascensore, montiamo sulla volante e partiamo per tornare alla base, nel contempo Matt, afferra il microfono dell'apparato radio proclamando:
« Qui volante 13, siamo di rientro, abbiamo concluso il nostro compito in ospedale»
Poi si rivolge a me e asserisce:
« Sicuramente se lo meritava, ma le parole che gli hai detto trasudavano odio, Stew! »
« Sì, infatti mi ha trattenuto il fatto che sono un poliziotto dallo spaccargli la faccia»
« Comprendo il tuo stato d' animo, ma fino a che la moglie non sporge regolare denuncia e senza prove, non possiamo agire»
Improvvisamente, mi sento di intervenire dopo che Matt pronuncia " la moglie".
« Amie!»
« Che?»
« Il nome della donna è Amie! »
Mi fissa per qualche secondo per poi tornare con gli occhi sulla strada.GAVIN
Percorro tutto il corridoio è nel contempo si presenta davanti alla mia mente la scena di poc'anzi con il poliziotto: " 𝐶𝑎𝑣𝑜𝑙𝑖 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑣𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑎𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑙'𝑢𝑛𝑖𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑚𝑖 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑜 𝑎 𝑝𝑢𝑔𝑛𝑖. 𝐸 𝑝𝑜𝑖, 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 " 𝑠𝑎𝑝𝑝𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜 𝑑'𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜" 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑠𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑒, 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑀𝑒𝑔𝑎𝑛, 𝑛𝑜𝑛 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎 .
La mente percorre quei momenti, come i miei passi coprono il tragitto attraverso il passaggio per arrivare alla stanza prefissata. Mi arresto solo quando scorgo il numero comunicato sulla cornice della porta. Busso e entro, quando vedo mia figlia le faccio un sorriso, morendo subitaneamente sulle labbra, quando noto che non mi corre incontro come mi aspettavo; invece volge lo sguardo nella mia direzione rimanendo seduta accanto al letto continuando a tenere, teneramente, la mano della madre che subito dopo torna a osservare.
Depongo i fiori su un ripiano che dimora nella stanza e mi avvicino a loro.
Sto per posarle una mano sopra la sua spalla, quando si volta di scatto esclamando:
« Non mi toccare!»
Un po' afflitto per l'atteggiamento di mia figlia, le dichiaro assertivo:
« Megan, sono io... tuo padre»
« Lo so, e so anche quello che hai fatto alla mamma e al mio fratellino. Non ho detto niente al poliziotto per adesso, ma tocca di nuovo la mia mamma e ti prometto che gli racconterò tutto e finirai in prigione... PAPÀ!»Le parole di Megan mi lasciano inorridito: " 𝑁𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑣𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑚𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒".
Si alza dalla sedia senza proferire parola e va a prendere un vaso lo riempie d'acqua nel lavello del bagno e ci infila i fiori che ho portato. E poi si rivà a sedersi vicino alla madre.
Mi avvicino per osservare mia moglie constatando la reale condizione nella quale versa: "𝐶𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑜 𝑔𝑖𝑢̀ 𝑝𝑒𝑠𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙'ℎ𝑜 𝑟𝑖𝑑𝑜𝑡𝑡𝑎. 𝐷𝑒𝑣𝑜 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑐𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑙𝑎, 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑠𝑒 𝑚𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑣𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜...𝐶ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒𝑟𝑜̀ 𝑎𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑔𝑜, 𝑓𝑎𝑟𝑜̀ 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑑𝑢𝑡𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑖𝑛𝑐ℎ𝑒̀ 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑟𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎. 𝐴𝑙𝑡𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑟𝑐𝑒𝑟𝑒. 𝑀𝑒𝑔𝑎𝑛, 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑜".
Mentre fisso mia moglie, faccio di tutto affinché mia figlia noti dei cambiamenti in me e che sono un bravo padre.
« Tesoro, hai mangiato qualcosa? Vuoi che ti porti un panino e una bibita?»
Ma lei è furba e non crede a questa repentina trasformazione asserendo:
« Non cercare di farmi credere di essere diventato un papà modello in pochi minuti, tanto non ci casco. Dì soltanto che fingi per non farti denunciare! »
"𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑟𝑙𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 ℎ𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑀𝑒𝑔𝑎𝑛 𝑒̀ 𝑓𝑢𝑟𝑏𝑎".
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𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( Completa
Roman d'amourStewart Granger è un poliziotto di trent'anni che ama molto il suo lavoro e lo svolge con passione. Ha come migliore amico e collega Matt, che è sposato con un figlio. Stewart, al contrario, è single e ha dichiarato di aver chiuso con l'amore. Una s...