CAPITOLO 36 - 𝙁𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚𝙧𝙖'!?

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Scombussolata ma felice per quello che mi ha confessato Stewart pochi minuti fa, faccio un giro su me stessa a mani giunte, sorridendo - come una scolaretta alla sua prima cotta; alzo lo sguardo al soffitto.
Esclamo gioiosa:
« Grazie buon Dio, che dopo tanta sofferenza mi hai fatto dono di un uomo meraviglioso come Stewart. Lui mi ha dato il coraggio di amare di nuovo ! » Compio un altro giro su me stessa, ma perdo l' equilibrio finendo di getto sul divano; allora spalanco le braccia per posarle - come la testa - sullo schienale guardando il soffitto. Rido di cuore.
Nel contempo ecco che rientrano Nadine e Megan ( ho lasciato una copia delle mie chiavi a mia sorella nel caso servisse.
Mi appresto a raggiungerle, abbraccio mia figlia per poi dirigermi in cucina a preparare il pranzo.
Nadine mi fissa, vorrebbe sapere cosa è successo dopo essere andata via, ma io faccio finta di non percepire cosa vuole.
Vedendo di non ricevere nessuna attenzione, decide di prendere
l' iniziativa con atteggiamento prevaricatorio domanda:
« Allora! Mi vuoi dire cosa è successo o devo tirartelo fuori!?»
Imbarazzata e anche un po' infastidita dal suo atteggiamento indisponente, dichiaro:
«Cosa vuoi sapere impicciona! Ci siamo baciati... a lungo e poi...»
« E poi?»
« E poi ! E poi mi ha detto che mi ama?
Lei si porta entrambe le mani alla bocca esclamando:
« Meraviglioso! Sono felice per te tesoro, te lo meriti!»
In quel frangente, mentre Nadine mi sta abbracciando, ecco entrare in cucina Megan, che mi chiede:
« Mamma! Perché la zia ti stava abbracciando e avete un' espressione felice sul viso?»
Mi piego sulle gambe alla sua altezza, per poi prenderle delicatamente le mani chiedendole:
« Ascolta Megan, devo parlarti!»
Lei mi guarda e poi innocentemente di rimando:
« Dimmi mamma, cosa devi dirmi?!»
Poso le mie mani sulle sue braccine e poi abbasso per un secondo lo sguardo per poi riguardarla e inizio a parlarle.
« Tu sei una bambina intelligente! Hai visto cosa faceva e come si comportava tuo padre. Quindi per questo motivo... »
Prorompe interrompendomi:
« È finito in prigione! Papà è un uomo cattivo! Ti picchiava sempre!»
« Sì è così e appunto perché mi faceva questo, anche quando uscirà di prigione non tornerà a casa da noi!»
Megan mi fissa per un istante e subito dopo afferma:
« Lo capisco mamma! »
Dopo la sua risposta, la guardo notando la sua espressione turbata e per rasserenarla le comunico:
« Però per te è sempre tuo padre e potrai vederlo, se lo vorrai!»
La risposta che mi dà mi lascia basita.
« Lui non ha avuto rispetto per te e io non ne avrò per lui! Posso tornare a giocare adesso? »
« Sì... Voglio dire no! Tra poco si mangia e poi devo dirti anche un' altra cosa! Io... Vai a lavarti le mani!»
« Vai a lavarti le mani?!»
Nadine esclama con disappunto.
« Cosa vuoi! Non me la sento ancora di parlargliene e poi se non dovesse funzionare tra noi...sarebbe l' ennesima delusione per lei! E per me! Preferisco aspettare »
Le riferisco con disagio.
« Perché devi vedere sempre tutto nero e poi se dovessi aspettare un figlio suo? Capisco che sia troppo piccola, ma che sia presto io non lo credo! Se non vuoi dirglielo direttamente, invitalo qui !»
« Stai scherzando spero!»
Risoluta afferma:
« No affatto! La bambina lo vedrà qui a casa con solo voi due e capirà»
Le ripeto prendendo fra le mani uno strofinaccio - che in quell' istante non mi serve - e la testa china che va da una parte all' altra confusa e imbarazzata.
Mia sorella esclama con convinzione:
« Hai detto che dovete vedervi stasera! Lo inviti a cena, tanto Megan lo conosce! Adesso io vado e stasera non ci sono! Ho un appuntamento! »
«Sì certo! Nadine!» latro.
Si avvicina alla sedia di Megan, per salutarla.
« Ciao tesoro! Dammi un bacio!»
La bambina balza dalla seduta gettandole le braccia al collo, dandole un grosso bacio sulla guancia.
Mentre si accinge a prendere la borsa che sta posata sopra il sofà, le ripeto:
« Nadine!»
Apre la porta per andare via, ma prima mi enuncia:
« Mi spiace sorellina! Stasera dovrai sbrigartela da sola, anzi chiamalo adesso prima che prenoti il ristorante! Ciao!»
La porta si chiude e in quella parte della casa - che non è tanto grande - regna il silenzio, si ode soltanto il borbottìo
dell' acqua che bolle nella pentola.
Metto giù la pasta e mentre attendo, che si cuocia, afferro il cellulare per chiamare Stewart.
Le mani mi tremano, schiarisco la voce e digito il suo numero:
« Pronto Amie? Come mai mi chiami a quest' ora è successo qualcosa?»
Chiede ansioso.
« No! Non preoccuparti stiamo bene! Volevo solo chiederti se stasera, ti andrebbe di venire da me? Ci sarà a-anche Megan con noi! Se non ti spiace!»

Si ammutolisce qualche secondo, poi domanda:
« Spiacermi! Anzi sarà un piacere per me rivederla! Ma tu... sei sicura di volere che ci sia ?»
« Sì!»
Affermo con convinzione.
« Va bene! Allora ci vediamo più tardi, ciao!»
Chiudo la chiamata, poso le mani sul ripiano della cucina tenendo stretto il dispositivo e tiro un sospiro di sollievo, pensando " ce l' ho fatta... Nadine aveva ragione! Devo smetterla di essere pessimista. Ha accettato subito, senza farsi alcun problema, anzi ha chiesto se io ne fossi sicura! Adesso so che mi ama e che funzionerà! Adesso ho il coraggio di dirlo a Megan... e sono sicura che avrò anche il suo supporto !

Smetto di pensare di getto, quando arriva alle mie orecchie il suono del coperchio che si sposta per la pressione
dell' ebollizione, facendo fuoriuscire
l' acqua schiumosa della pasta.
Spengo il fornello e ci mettiamo a tavola per pranzare, Megan adora la pasta con sugo di pomodoro e polpette e sta mangiando con gusto.
Mentre io prendo un filo di spaghetto, lo avvolgo con la forchetta portandolo alla bocca con espressione assente e il cuore in subbuglio per questa sera.
Pensando a cosa indosserò, cosa cucinare e soprattutto a come cominciare il discorso per dire a mia figlia che io e Stewart ( il poliziotto che ha conosciuto quando sono finita in ospedale) stiamo insieme. Spero che possa comprendere!
Lo scoprirò questa sera.

𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora