CAPITOLO 39- 𝙐𝙣𝙖 𝙎𝙥𝙡𝙚𝙣𝙙𝙞𝙙𝙖 𝙉𝙤𝙩𝙞𝙯𝙞𝙖

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GAVIN

Ripensando al giorno in cui, senza indugiare, Amie mi ha annunciato di aver preso un avvocato e di avergli fatto preparare i documenti per il divorzio.
Ho sentito arrivare il sangue alla testa e irato, le ho urlato contro tutto il mio disprezzo.
Da allora non è più venuta a trovarmi.
La mia mente mi porta a fare strani pensieri " Con quali soldi lo pagherà questo avvocato? Se dovessi scoprire che è amante con lui...
Digrigno i denti serrando la mascella, cercando di scacciare quel perverso pensiero, che persistente seguita a invadere la mia testa. "... se dovessi venirne a conoscenza... li ucciderei senza pietà... TUTTIEDUE!

Improvvisamente, una voce allontana la mente da questi logori pensieri, proclamando:
« La pianti di gridare! Qui c'è gente che vuole dormire!»
Mi rimetto disteso sulla branda, con le mani dietro la nuca a pensare.

AMIE

Dopo una notte insonne, poso gli occhi sulla sveglia avvedendo che sono ancora le sei del mattino.
Mi alzo dal letto, faccio una doccia e mi accingo a preparare la colazione, caffè per me e latte e cereali per Megan.
Successivamente, vado a svegliarla per farla preparare.
Quando siamo pronte usciamo, per raggiungere l' edificio scolastico.
Appena giunte alla meta, mi accorgo che i cancelli sono ancora chiusi, ma dalle vetrate delle porte d' ingresso intravedo del movimento all' interno.
Intanto che attendiamo che disserrino le cancellate, mi sento fastidiosamente osservata.
Roteando gli occhi da una parte all' altra mi accorgo di avere gli sguardi della maggior parte di " mamme" puntati su di me insistenti.
Faccio finta di niente rivolgendo un sorriso di circostanza, che non viene ricambiato.
" So cosa pensano queste bigotte, che ho inventato la storia delle percosse, per liberarmi di mio marito facendolo arrestare! Se hanno visto Stewart, entrare dentro casa mia. Altrimenti non si spiega il loro perpetuo fissare".

La cosa è alquanto imbarazzante, tanto che mi costringe a indirizzare lo sguardo altrove. Al mio telefono.
Fortunatamente, Megan non si accorge di niente.
Guardando l' ora sul display, mi accorgo che manca poco alle otto e subito dopo aprono i cancelli per l' ingresso degli studenti.
Di colpo, una calca di ragazzini, dai sei anni in su, mamme e qualche papà, si riversano a entrare, impedendo a noi di condurci all' interno.
Quando fuori regna il silenzio e si odono solo, suoni di clacson e rombi di motori, mi accingo ad accompagnare mia figlia fino alla porta.
Con un bacio le auguro di trascorrere una buona giornata, attendo di vederla immettere in corridoio e dopo vado via.
Decido di tornare a piedi e intanto mi tornano in mente gli sguardi penetranti di tutte quelle " sante" di poco fa.

Ma mentre sono assorta nei miei pensieri, lo squillo della suoneria del mio cellulare, mi distoglie.
Quando lo afferro, mi accorgo essere mia sorella Nadine, sospirando declamo:
« Mattiniera stamattina? Che ti serve?»
Lei con risolutezza dichiara:
« Come sarebbe che ti serve? Hai dimenticato che stamattina devi recarti in ospedale per i risultati?»
Annuncio assertiva:
« Hai ragione! Grazie per avermelo ricordato sorellina! Mi sto dirigendo adesso lì!»
« Dove sei adesso?» mi chiede.
« Poco più lontano da scuola!»
« Non muoverti da là, sto arrivando!»
« Okay !»

Giunge dopo venti minuti, salgo a bordo della sua Smart nera e grigia, dichiarando:
« Ciao! Grazie! Francamente non mi andava di raggiungere il nosocomio a piedi!»
« Tranquilla! Mi fa piacere accompagnarti e poi volevo essere presente, quando ti daranno l' esito!»
Fremente, mi ammutolisco per tutto il tragitto. Quando giungiamo parcheggia. Indirizzando fino alla porta automatica dell' ingresso.
La visuale mi riporta un ambiente bianco e lindo, pavimenti lucidi, corridoi chilometrici e portoni a vetri infrangibili tutt' intorno.
Immettiamo nel vano ascensori, avvedendone due, scegliamo di salire al piano designato con uno dei due elevatori.
Giunti a destinazione, sobbalzo al suo arresto, per la tensione.
Ci portiamo al laboratorio e quando siamo lì, dico a Nadine implorandola:
« Vai a prenderli tu, ti prego! Io sono troppo nervosa!»
Annuisce e raggiunge la postazione.
Bussa e viene invitata a entrare.
Nel mentre io da seduta, mi elevo per fare su e giù per la sala d' aspetto.
Mi porto le unghie in bocca rosicchiandole " tanto alla ricostruzione ci pensa Nadine".
Quando finalmente ne viene fuori, la vedo appropinquarsi a me avanzando. E sembra un rallenty in moviola, per l'apprensione, che nel frattempo è salita alle stelle. " Sarà un sì o no! Mi chiedo.
Scruto il suo viso per captare attraverso l' espressione la risposta alla mia domanda. Che però non tarda ad arrivare, infatti Nadine, che nel frangente mi si è approssimata, mi guarda e poi abbracciandomi forte annuncia al mio orecchio:
« Congratulazioni Amie! Darai un fratellino o una sorellina a Megan! »

Mi ammutolisco, con gli occhi sbarrati e increduli, che nel contempo si riempiono di lacrime. La mia mente è vuota, in questo momento non mi viene di pensare a niente, ho il sentore dei battiti del cuore alle mie orecchie, come fosse un tamburo impazzito. Sono fuori di me dalla gioia e incredula al tempo stesso.
Poi ci sciogliamo da quel lungo abbraccio e riprendo il controllo, enunciando:
« Adesso devo dirlo a Stewart e Megan... deve saperlo! Ma come farò a dirlo a entrambi?»
Mia sorella assertiva dichiara:
« Se vuoi! Posso darti una mano io?!»
Concretamente le annuncio:
« Ti ringrazio! Ma spetta a me farlo!»
Mi accompagna a casa, ci salutiamo e mi dirigo all' interno della mia abitazione.
Dopo aver fatto il punto della situazione, agguanto il cellulare decidendo di chiamare Stewart.
Dopo aver digitato il numero, attendo un po' perché risponda, visto che so che sta lavorando e spero di non disturbarlo.
Al quinto squillo sto per mettere giù, quando odo la sua voce, lo rimetto
all' orecchio proclamandogli assertiva:
« Ciao! S-Spero di non disturbarti!»
Lui in apprensione:
« Amie? State bene? Tu e Megan?»
« Sì, va tutto bene! Volevo chiederti se stasera ti va di vederci?»
« Certo che ci vediamo!»
« Allora ti aspetto a casa alle otto!»

𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora