CAPITOLO 45- L' Agguato

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STEWART

Dischiudo gli occhi piano, roteo lo sguardo rendendomi conto di essermi addormentato sul divano con il cellulare sopra il petto.
Rimango ancora un po' disteso, passando una mano tra i capelli, allungo le braccia per stirare i muscoli, di scatto tiro via la coperta e mi elevo dal sofà.
Balzando in piedi, rivolgo lo sguardo al mio orologio, vedendo che sono già le sei del pomeriggio; mi dico:
« Ma quanto ho dormito?! Avevo proprio bisogno di un po' di riposo»
Vado in cucina a prepararmi un caffè e proprio nel momento che mi accingo ad approssimare la tazzina alle labbra per berlo, puntualmente; mi squilla il cellulare.

Sul display compare il nome del mio migliore amico.
« Matt! Ciao dimmi!»
Lui dall' altro capo del dispositivo esultante mi annuncia:
« È successa una cosa meravigliosa! E volevo lo sapessi per primo!»
Cosa ti è successo di così eclatante?!»
« Mi sono reinnamorato di Carrie!»
A quell' affermazione rimango basito così lo interrogo:
« Carrie? Tua moglie? Cosa significa
" reinnamorato"?»
Lui con naturale convinzione dichiara:
« Che non voglio più tradirla, non se lo merita! Si fa in quattro per me e Mitch (nostro figlio) ogni santo giorno e io la ripago facendole le corna! Adesso basta! Desidero cambiare! »
Compiaciuto della sua decisione affermo: « Era ora! Io te l' ho sempre detto. Comunque, sono felice per te amico!
Auguri! Però ora devo proprio lasciarti, ti dispiace se riprendiamo dopo, ti chiamo quando sono in macchina, adesso devo prepararmi per andare da Amie ! »
« Okay! A dopo allora!»

Finisco di bere il mio caffè, locandomi nella stanza da bagno per fare una doccia e scrollarmi di dosso lo stress di questi giorni.
Dopo essermi rinvigorito sotto il getto
dell' acqua fredda, esco dal box avvolgendo ai fianchi un telo spugna azzurro.
Mi dirigo in camera da letto, apro le ante in noce scuro e specchi.
Tiro fuori una camicia a maniche lunghe nera e righine sottili grigie. Cravatta rossa e pantaloni neri. Giacca in pelle fumo di londra e stivaletti neri.
" Questa sera le voglio portare a cena fuori le mie donne !"
Appena sono pronto, mi sposto fuori, dirigendomi alla mia automobile.
Durante il tragitto chiamo Matt, lui mi ripete di essere felice e di sentirsi più leggero da quando ha preso la decisione di essere fedele a sua moglie.
Poi il mio amico, esprime la sua gioia anche per me ripensando alla sera che ho conosciuto Amie:
« Anche se il contesto non era proprio idilliaco»
« Infatti, ma il destino l' ha portata da me»
Matt, dichiara esultando:
« Ti ama e ti sta per dare un figlio! Sono tanto felice per te!»
« Anche io lo sono, se non fosse stato per quella chiamata, forse non l' avrei mai incontrata. Ragion per cui, devo ringraziare i ' vicini impiccioni'»

Frattanto che la mia mente è immersa nei ricordi, le mie labbra si piegano in un sorriso; che muore istantaneamente. Quando mi accorgo che la macchina che sta dietro di me, ha gli abbaglianti accesi e me li sta puntando contro.
« Ma cosa fa questo cretino? Mi punta gli abbaglianti? Anche se ci troviamo in centro abitato? C'è da capire adesso, se è una persona distratta? O vuole infastidirmi
« Resta calmo Stew, probabilmente non se ne sarà accorto, capita!»
« Ora glielo faccio capire io!»
Con un gesto della mano, accendo i fanali posteriori per fargli comprendere di usare gli anabbaglianti, che con i proiettori di profondità mi sta accecando.
Dopo due tentativi, riesco nel mio intento. Il tizio dietro intuisce e li spegne.
« Okay! Credo che avessi ragione, non si era accorto di avere gli abbaglianti sparati su di me. Sono quasi arrivato! Ci sentiamo do... »
Ma dopo qualche chilometro, nel momento che sto per svoltare l' angolo e raggiungere casa di Amie, li riaccende imperterrito.
« Matt, ho paura che le nostre ipotesi erano errate, li ha riaccesi!»
Preoccupato afferma:
« Okay, non fare gesti avventati. Io sto arrivando»

A quel punto decido di arrestare l' auto e attendere Matt, ma fulmineamente senza indugiare, discendo dalla mia macchina per dirgliene quattro.
Volgendo lo sguardo sull' altro mezzo, mi accorgo essersi arrestato anch' esso proprio dietro di me e che si tratta di un SUV.
E la mia prima impressione è che quello sia lo stesso SUV che mi ha seguito stamattina sulla tangenziale.
Impavido, lo raggiungo bussando sul finestrino oscurato dal lato del guidatore sbraitando:
« EHI! CHE PROBLEMI HAI! SCENDI DALLA MACCHINA!»
Improvvisamente, il finestrino si abbassa e quando avvisto la mitraglietta è troppo tardi... Senza neanche darmi il tempo di rendermi conto di ciò che stava per accadere da lì a poco, me la scarica addosso.
Riesco solo a sentire il crepitìo degli spari e la massa battente percuotere il mio torace.
Una forte pressione mi fa balzare
all' indietro - a pochi metri dall' auto nera e subito dopo un terribile bruciore pervade tutto il mio corpo.
Quando non odo più gli spari, mi accascio piombando al suolo, udendo lo stridìo dei pneumatici allontanarsi lestamente.
Fatico a respirare, rivoli di sangue scivolano su un lato della guancia, mentre l' altra è rivolta sull' asfalto. Ho freddo.
In quel momento non riesco a pensare a nient' altro che ad Amie... Megan... Matt e mio figlio... che deve ancora nascere e... e che non conoscerò mai... e lui, non avrà un padre che gli insegna a diventare un uomo... A- Addio!

MATT

Subito dopo aver comunicato a Stewart, che l' avrei raggiunto, lui ha messo giù.
Averlo sentito pronunciare la frase " li ha accesi nuovamente", mi ha trasmesso ansia e provo da qualche minuto una strana sensazione.
Avverto come il sentore che possa accadere qualcosa. Allora decido di chiamarlo ma si inserisce sempre la segreteria.
« Mi sto preoccupando veramente, perché non prendi la chiamata Stew? Che succede?»
Spingo sull' acceleratore per arrivare in fretta, ma quando giungo sul posto, vedo lampeggianti della polizia, una moltitudine di persone che si accalcano in un determinato punto.
Mentre avanzo ho il cuore in gola, la salivazione a zero e un opprimente peso sul petto.
E come se mi rifiutassi di non voler raggiungere il luogo, ma nel percorso incontro due dei miei colleghi che mi fissano con l' espressione afflitta.
Brividi gelati percorrono il mio corpo, li fisso a mia volta senza proferire alcuna frase.
Approssimo il punto e ciò che avvisto è il corpo di un uomo riverso a terra, in una pozza di sangue, i colleghi della scientifica, esaminare il cadavere e... rimango pietrificato quando vedo la macchina di Stew a pochi metri dal corpo ed è allora che capisco.
Avanzo in mezzo alla folla, avvicinandomi alla vittima.
I miei occhi vedono quelli del mio migliore amico ormai privi di luce e fissi nel vuoto. Cado in ginocchio accanto a lui, prendendolo tra le braccia, latrando con il cuore dilaniato dal dolore.
« STEW! AMICO MIO... CHE COSA TI HANNO FATTO... NO !! »
Mi sento appoggiare la mano di qualcuno sulla spalla, quando sollevo lo sguardo, vedo a malapena - per l' affluenza di lacrime che riempiono i miei occhi - il volto del Capitano che mi dice solo:
« Mi dispiace!»

𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora