STEWART
Nel mentre io e Matt, eravamo di pattuglia, arriva la segnalazione dalla centrale:
" 𝐴 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜, 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎 𝑚𝑎𝑑𝑟𝑒, 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑖. 𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑒'𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜, 𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑠ℎ𝑜𝑐𝑘 𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑠𝑎" -
Dopo avere ascoltato la comunicazione attentamente, rimango impietrito dopo la specificazione dell' indirizzo e della zona... " Beverly Hills ".
Nell' immediato eseguo un' inversione con l' autocivetta, lasciando attoniti gli automobilisti ( che in quel momento transitano la superstrada) e anche Matt, dichiarando:
« Centrale, qui auto 13, ci portiamo sul posto»Procedo a sirene spiegate, transitando sulla tangenziale con in testa solo un pensiero che mi martella la mente - " 𝑄𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑒' 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜, 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑎𝑟𝑎' 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 ? 𝑄𝑢𝑒𝑙 𝑏𝑎𝑠𝑡𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜, 𝑙𝑒 𝑎𝑣𝑟𝑎' 𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑖 𝑎𝑑𝑑𝑜𝑠𝑠𝑜"!
Giunti sul posto noto che la squadra medica è già all' interno a dare i primi soccorsi alla donna, smonto dalla macchina seguito da Matt, ascendiamo le scale accedendo facilmente
nell' appartamento; essendoci la porta
d' ingresso spalancata. Mi viene incontro un paramedico il quale mi spiega in che condizioni hanno trovato la vittima, mentre avanza verso la stanza da bagno, quando varco la soglia della bath-room, mi accorgo che alcuni paramedici la stanno intubando e mettendo il collare per evitare ulteriori traumi alla colonna vertebrale.
L' operatore sanitario di poco prima mi informa:
« È ridotta piuttosto male.
L' abbiamo trovata riversa su se stessa dentro il box doccia, nuda e ancora con l'acqua aperta. Ci siamo subito accorti che perdeva sangue, questa donna era incinta e ha avuto un aborto spontaneo, dobbiamo portarla velocemente in sala operatoria »
Confuso per la scena raccapricciante che mi si è presentata davanti agli occhi e da quelle frasi, chiedo al paramedico, fissando quella povera donna:
« Avete trovato il marito in casa, quando siete arrivati?»
Mi fissa e di rimando mi afferma:
« No! Non abbiamo trovato nessuno a parte la figlia di otto anni, giustamente sconvolta. Adesso ci scusi ma dobbiamo caricarla sull'ambulanza per trasportarla in ospedale»
Asserisco spostandomi da una parte:
« Sì, certo mi scusi»
Quando passano davanti a me con la barella, osservo il suo viso nuovamente tumefatto ( dai pugni di quel maledetto) i capelli umidi sparsi sulla lettiga.
A un certo punto mi appropinquo a Matt riferendogli:
« Io vado con la bambina
sull' ambulanza, tu seguici con l'autocivetta»
Il mio collega, con gesto militare asserisce:
« Ricevuto! »
Quando scorgo quell' esile figura, così piccola e indifesa, seduta sul divano beige in stoffa, con le mani unite sulle gambe; lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi bagnati di pianto, mi si scioglie il cuore.
Sto per raggiungerla ma una donna ( un membro dell'equipe medico) le si avvicina, parlandole dolcemente le prende con delicatezza la manina, posandole il braccio sulle spalle per condurla fuori e farla salire sul mezzo di trasporto insieme alla madre.
A un certo punto dichiaro
all' infermiera:
« Salgo con voi, mi occupo io della piccola!»
La donna mi consegna la bambina continuando a monitorarne le condizioni.
A distanza la osserva, incredula per tutto ciò che sta succedendo attorno a lei. Mi accorgo che trema come una foglia, che anche se siamo in estate, il contesto non può che procurare brividi di freddo e paura.
Sfilo la giacca della divisa e gliela poso sulle spalle, la bimba mi guarda con sgomento, soffermandosi sul mio volto, come di chi cercasse delle risposte.
Tenendola con delicatezza dalle spalle, le affermo:
« Sta tranquilla piccola, la mamma adesso la cureranno e guarirà»
" 𝐹𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑙𝑒 ℎ𝑜 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑡𝑜 ( 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒' 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒) 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑠'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑟𝑎𝑛𝑞𝑢𝑖𝑙𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑙𝑎" .
Per tutto il tragitto la bambina ha tenuto la mano alla mamma, anche mentre io intraprendevo un dialogo con lei, sembra si sia sciolta un pò perché sono riuscito a farle dire un paio di frasi di senso compiuto e anche il suo nome, Megan.Arriviamo in ospedale, i paramedici si occupano di trasportare velocemente la sua mamma in sala operatoria e io mi prenderò cura di lei.
Megan, nonostante i suoi otto anni, sembra capire che non può seguire la madre e così si accomoda sul divano in pelle bluette della sala
d' aspetto. Mi siedo accanto a lei, asserendo per distrarla:
« Caspita, si è fatto già mezzogiorno, io ho un certo appetito, tu, mi fai compagnia vero?»
La piccola volta la testa prima a destra e poi a sinistra per dire " no".
Ribatto insistente, accovacciato davanti a lei:
« Ascolta Megan, so che sei preoccupata per la tua mamma, ma ti assicuro che starà bene e quando questo accadrà, avrà bisogno di te; ma se non mangi, potresti ammalarti e a quel punto che aiuto potresti darle?»
La bambina mi guarda confusa, ma comprende perfettamente cosa voglio dire e comunque le ho assicurato che la madre guarisce. Ovvio che si sia un pò rasserenata.
La guardo con dolcezza piegando la bocca per farle un sorriso ribadendo:
« Allora? Mi fai compagnia?»
Questa volta annuisce affermativamente e così ci dirigiamo entrambi alla tavola calda.
Prima di andare, avviso Matt delle mie intenzioni e anche di andare a cercare quel figlio di puttana del padre di Megan e arrestarlo.
Sbalordito mi fissa replicando:
« Ma che ti prende Stew, come se tu non lo sapessi che per arrestare qualcuno, bisogna presentare regolare denuncia e avere delle prove. Peccato che l' unica persona che potrebbe farlo è in sala operatoria adesso!»
Riconosco che Matt ha pienamente ragione e che sto perdendo la testa.
Ma se lo immagino picchiare la moglie indisturbato, mi sale il sangue al cervello.
Informo il mio collega riferendogli quello che mi ha detto prima il paramedico:
« Era pure incinta e quello stronzo, non si è curato di questo, tant' è vero che l' ha fatta abortire per le botte»
Matt, mi fissa enunciando:
« Stewart, sono dieci anni che ti conosco e in questo tempo, ne abbiamo avuti di casi analoghi; ma questa è la prima volta che ti vedo reagire così e ti comporti in modo anomalo ogni volta che c'è di mezzo questa donna... non sarà che ti sei innamorato di lei?»
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𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( Completa
Storie d'amoreStewart Granger è un poliziotto di trent'anni che ama molto il suo lavoro e lo svolge con passione. Ha come migliore amico e collega Matt, che è sposato con un figlio. Stewart, al contrario, è single e ha dichiarato di aver chiuso con l'amore. Una s...