STEWART
Mentre sono intento a indossare
l' imbracatura che mi impedisce di muovere il braccio, per la guarigione della spalla, fallendo miseramente, sento suonare alla porta; cercando di non fare movimenti bruschi mi accingo ad aprire.
Quando dischiudo l' uscio, vedo davanti a me l' ultima persona che mi aspettavo di vedere: " Amie? Amie è qui... davanti a me! Cosa... Perché? Ahh ! Glielo chiederò dopo, ora la cosa che più mi preme è sapere perché... E se fosse successo qualcosa a Megan? Non mi pare sconvolta, sembra più a disagio!Mentre la osservo, percepisco dagli atteggiamenti che è presa dai suoi pensieri, infatti non si accorge che ho aperto la porta rimanendo a fissarla, mentre sono appoggiato alla cornice
dell' ingresso.
Lei di colpo avverte la mia presenza, e imbarazzata annuncia:
« Volevo solo vedere se stavi bene! Ciao!»
Pensando che quella potrebbe essere
l' ultima occasione che il destino mi dà,
prontamente proclamo assertivo:
« Aspetta Amie! Sei arrivata fino a qui?! Perché non entri, ci beviamo un caffè!
Lei abbassando lo sguardo di rimando:
« Ok!»
Non appena varca la soglia, la faccio accomodare in cucina, si accorge subito del tutore sulla spalliera di una delle sedie e che per preparare il caffè utilizzo solo la mano sinistra, dolcemente mi chiede:
« Perché non lo indossi? Potrebbe avere delle conseguenze questa tua noncuranza! Lo sai?»
Per non apparire ai suoi occhi uno strafottente, affermo:
« No! E che ho fatto la medicazione e non ho saputo più metterlo!»
Si alza dalla sedia e viene verso di me asserendo:
« Aspetta, ti aiuto io»
Afferra il tutore e con maestria me lo avvolge e posiziona in due secondi.
« Grazie! Sei brava, dove hai imparato?»
Placidamente dichiara:
« Non è difficile! Comunque anni fa, prima di sposarmi, facevo l' infermiera a Dallas, poi ho conosciuto Gavin, diceva
" non hai bisogno di lavorare ci penserò io a te! e ci siamo sposati... il resto lo sai»
Enuncia mentre abbassa lo sguardo con un velo di malinconia.
Di getto annuncia:
« Il caffè lo faccio io, tu rimani seduto!»
Mentre lei resta davanti al fornello del grande elettrodomestico a osservare la moka, io osservo lei:
" Mi sembra un sogno averla qui e con un atteggiamento differente nei miei confronti. È bellissima, con i suoi capelli biondi, i jeans che indossa non nascondono le sue fantastiche curve. E i suoi occhi?! Due stelle del firmamento"! Indossa una semplice camicia a quadri blu e rossa, un abbigliamento alquanto formale, di una donna alla quale non interessa apparire" -Appena il caffè è pronto, lo versa in due tazzine e subitanea mi chiede:
« Lo preferisci zuccherato o amaro?»
« Amaro grazie!»
Assertiva afferma:
« Io zuccherato! La vita è già amara di per sé!»
Con sguardo pensante velato di malinconia, mentre soffia sul suo caffè.
Velocemente passa da un discorso a un altro chiedendo interrogativa:
« Cosa ti è successo alla spalla? Me lo dici tu o vuoi che indovini io?! »
La fisso silente con un sorriso per indurla a proseguire. Lei inizia il suo racconto agitando le mani per mimare le frasi.
« Bene allora! Rapina in banca, senti che i banditi hanno degli ostaggi, ti getti a capofitto senza pensare, fai l' eroe entrando da un ingresso secondario dell' edificio...»
Mi piego in avanti coi gomiti sul tavolo e le mani sotto il mento, mentre la ascolto con interesse.
Lei mi guarda e poi professa:
« Devo continuare? O ci pensi tu?»
Ammico un sopracciglio con mezzo sorriso.
Lei prosegue fino a un certo punto, subito dopo afferma:
« Dopo non so come è andata perché i media non hanno dato i dettagli»
Elogiandola le comunico:
« Sei stata brava! Ma come sapevi che ero io?»
« Lo sapevo!»
«Per il resto... non è bello da raccontare, mi hanno legato, imbavagliato e picchiato e poi volevano uccidermi. Il capo mi ha puntato la sua pistola alla testa, pronto a fare fuoco !»
Mentre mi ascolta non professa parola, ma i suoi occhi parlano per lei. Divengono lucidi, da quello capisco che trattiene le lacrime.
Io intanto proseguo con il mio racconto:
« Come ti dicevo, era pronto a fare fuoco, ma per un fortuito caso Matt era lì, lui non mi abbandona mai, ma non avrei creduto che avesse avuto l' ardire di seguirmi - anche sapendo di disubbidire agli ordini.
E per mia fortuna che c'era lui, altrimenti per me sarebbe stata la...»
Inaspettatamente, mi impedisce di continuare, si getta di slancio sulle mie labbra e mi bacia.
Quando ci stacchiamo, tuffiamo i nostri occhi, gli uni negli altri, per poi fissarci senza una parola, per non far finire quell' inalienabile momento.
Passo leggermente - quasi ad aver paura di sfiorarla - una mano tra i suoi capelli, tirando via l' elastico che li raccoglie, sfilo dalle spalle la felpa che indossa ( con una mano) seguitando a posare le mie labbra sulle sue.
L' eccitazione sale, avvampando i nostri corpi percorsi da piacevoli brividi.
Incomincio ad armeggiare con i bottoni della sua camicetta. Un primo bottone esce dall' asola, con un po' di difficoltà anche il secondo, ma quando sto per rimuovere anche il terzo, lei ferma la mia mano richiudendo la sua camicetta sibilando un ' no'.
Agguanta la sua borsa limitandosi a dire:
« Scusami! Non posso!»
E senza una spiegazione esce dalla porta e va via. Lasciandomi perplesso.
Mentre verso in quello stato confusionario, squilla il cellulare, è Matt.
« Ehi amico! Come è andata dal Capitano?»
Gli chiedo per non pensare a quello che è appena successo.
« Non me ne parlare! Per poco non ci sospende dal servizio! Solamente perché io ho tirato fuori il fatto che ugualmente l' operazione si è risolta nel migliore dei modi - a parte per quel povero disgraziato - gli ostaggi sono tutti vivi e grazie a me lo sei anche tu. E i banditi sono in prigione, insieme alla moglie del banchiere che era la complice, basista e amante del capo dei rapinatori.
A quanto sembra tre mesi prima del colpo, la donna aveva sostenuto un colloquio come contabile. Poi lo ha sedotto, si sono sposati e il resto lo sai »
« Mi chiedo perché farsi sposare, quando già era all' interno della banca per lavoro»
« Che ne so io! Forse è una sadica? Farlo innamorare per farlo soffrire! Intanto, sono tutti in prigione e noi ci siamo salvati il culo!»
« Ok! Tutto è bene quel che finisce bene!»
Sorpreso, asserisce deluso:
« Tutto qui? Mi aspettavo almeno un grazie!»
« Sì certo! Grazie Matt! Scusami ma questo dolore alla spalla non mi dà tregua! »
Mi conosce bene e capisce quando sto mentendo e c'è qualcosa che mi turba.
Assertivo domanda:
« Stew, ti conosco da anni, capisco quando hai qualcosa e non si tratta del dolore alla spalla non è vero? Magari il problema ha un nome! Come per esempio Amie?!»
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𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( Completa
Roman d'amourStewart Granger è un poliziotto di trent'anni che ama molto il suo lavoro e lo svolge con passione. Ha come migliore amico e collega Matt, che è sposato con un figlio. Stewart, al contrario, è single e ha dichiarato di aver chiuso con l'amore. Una s...