CAPITOLO - 27 𝗟𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶

22 4 2
                                    

STEWART

Io e Matt, ci siamo appostati, dopo una segnalazione della centrale, nei pressi di un bar di Beverly Hills, sembra sia stato avvistato, da queste parti il pericoloso criminale Escobar.
Adesso, io con Matt e i colleghi, attendiamo la comparsa di
questo individuo. Pronti a balzargli addosso e arrestarlo ( anche se dubito sia facile poterlo fare, senza che ne scaturisca un conflitto a fuoco).
Trascorrono le ore, ma dell' uomo nessuna vista.
Intanto tutti noi, braccia tese e pistole spianate fra le mani con le dita contratte sul grilletto.
Avverto i muscoli degli arti superiori, intorpidirsi (per la scomoda posizione) divenire pesanti, ma non posso permettermi né di rilassarmi e né tantomeno riposarmi.
Ogni più piccola distrazione potrebbe esserci fatale, quello è uno che non scherza.

Dopo due ore e quaranta minuti, qualcuno dei colleghi lo vede uscire dal retro, ci avvisa tenendoci informati sui suoi movimenti.
" Escobar, è appena uscito dalla porta del retro. Si è fermato per accendersi una sigaretta... Sembra sia solo... Adesso si è seduto sopra di una cassa di legno e si guarda intorno. Non sembra affatto preoccupato... Anzi dal modo che ha di guardarsi intorno, sembra stia aspettando qualcuno!

"Aspetta? Chi o cosa? Che ci abbia sgamati?!
Dopo qualche minuto, giunge il nostro capitano in sordina.
Si appropinqua a noi chiedendo:
« Allora a che punto siamo?»
Dall' espressione inquieta, direi che è impaziente di mettergli le manette ai polsi.
Lo fisso per un attimo e subito dopo gli consiglio suggerendogli:
« Mi scusi capitano se glielo dico, ma a mio parere avrebbe dovuto seguire
l' operazione da dietro le quinte!»
Mi rivolge uno sguardo incazzato e con disappunto dichiara dopo aver voltato il capo guardando avanti:
« Granger, i tuoi pareri non mi interessano! Resta con gli occhi bene aperti piuttosto, non vorrei che ti beccassi un' altra pallottola... a proposito ma tu non eri in convalescenza?»
Imbarazzato per aver dato la mia opinione senza essere richiesta, fissando dinnanzi a me affermo:
« Sto bene! La spalla non mi faceva più male e ho ritenuto inutile rimanere a casa!»
Indurisce i tratti del viso per una frazione di secondo, per poi rilassarsi.
Noto essere anche soddisfatto della mia risposta.
« Occhi aperti agente Granger!»
Si distanzia da me e va ad avvicinarsi al comandante della squadra speciale, che nel frattempo ci ha raggiunti sul luogo.

MATT

A distanza ho notato Stewart, interloquire con il capitano.
Curioso di sapere cosa si sono detti, mi accosto di soppiatto a lui, interrogandolo:
« Che voleva il capitano?»
Lui, volge lo sguardo (solo per un nano secondo) e subito declama:
« Secondo te? È impaziente di poter mettere le mani addosso a Escobar !»
Di rimando:
« Immagino, quanta rabbia repressa da anni, ha dentro di sé !»
Mi rivolge uno sguardo contrariato affermando:
« No Matt! Non puoi immaginare e nemmeno io, il dolore di un padre che perde una figlia a soli dodici anni e in quel modo. Possiamo solo sperare che non lo uccida sedutastante, una volta che lo avrà tra le mani !»
Nel contempo che io e Matt, discutiamo, ecco che Escobar si muove, a dire del nostro collega che seguita a osservare ogni sua mossa, sembra si appresti a rientrare nel bar. Quindi sarà uscito solo per fumare e la cosa non mi convince, visto che è uno che non segue le regole.
" No! Qui c'è qualcosa sotto!
Infatti non ho nemmeno il tempo di rendermene conto.

Succede tutto velocemente, Escobar si porta fuori il locale, dall' ingresso principale; sparando a raffica, ferendo due dei nostri colleghi.
La squadra speciale interviene, rispondendo al fuoco, intanto il bastardo
non si arrende. Stordito dalle urla che provengono da ogni angolo della strada; faccio fuoco sul criminale, ma lui non demorde e seguita a sparare in ogni direzione.
Improvvisamente, il capitano, quando è sicuro che stavolta non scapperà, afferra il megafono e a voce amplificata dichiara:
« ESCOBAR! ARRENDITI! NON HAI SCAMPO STAVOLTA... NON ILLUDERTI... NON RIUSCIRAI A FUGGIRE!»
Io stravolto, fisso il mio capitano alternando tra lui e il criminale.
I lineamenti contratti mentre gli parla, noto la sua tempia pulsare, segno che digrigna i denti; la sua fronte madida di sudore per la paura che possa sfuggirgli di nuovo.
In quel momento, sembra di essere sul set di un film poliziesco.
Su quella strada non transita neanche una macchina, le poche persone che sono state coinvolte ( malgrado loro) impauriti, rimangono immobili dietro qualsiasi grande oggetto per ripararsi dalle raffiche dei proiettili.
Qualcuno ha con sé il figlio/a, perché si stava recando al centro commerciale che si trova un paio di metri dal bar.

Disgraziatamente questo, non lo noto soltanto io e i miei colleghi, ma anche lui, Escobar, che vedendosi in trappola, si getta sulla donna e le strappa dalle mani la bambina. La donna urla disperata e lui per tutta risposta le punta la pistola e sta per fare fuoco, ma un uomo della S.W.A.T che lo teneva sotto tiro da prima, mira alla mano di Escobar, facendogli saltare la pistola dalla mano con un colpo.
Ma questo non lo ferma, afferra un coltello, che teneva dentro i suoi camperos e lo punta al collo della bambina.
La donna piange disperata, la bambina terrorizzata si ammutolisce, guardando avanti a sé con gli occhi sbarrati.
Il capitano osserva la scena con
un' espressione pensosa e io credo di sapere a cosa pensa in questo momento, infatti gli sento pronunciare sommessamente:
« Siamo alla resa dei conti! Bastardo, non si ripeterà la stessa scena!»
Tutt' intorno è il caos, urla che provengono da qualunque direzione, il panico più totale alberga in ognuno di noi, in tutti tranne che a lui; il nostro capitano, che con sangue freddo punta la pistola alla direzione del criminale, prende bene la mira e quando è sicuro, preme il grilletto. Colpendo Escobar in mezzo agli occhi.

In quell' istante cala il silenzio, tutti noi restiamo attoniti e senza parole. Immediatamente dopo, il silenzio lascia il posto a un grandissimo applauso rivolto al nostro eroe, dai presenti.
M

i accosto al capitano, che intanto è rimasto silente con il viso rilassato ma rigato dalle lacrime, affermandogli:
« Sì, Escobar è morto e la bambina è salva grazie a lei !»

𝐅𝐈𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐌𝐄 ( CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora