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La pista di Baku era famosa per tante cose: le curve, i rettilinei, i sorpassi incredibilmente facili e nascosti e le zone DRS

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La pista di Baku era famosa per tante cose: le curve, i rettilinei, i sorpassi incredibilmente facili e nascosti e le zone DRS.
Un ulteriore possibilità per prendere o perdere posizioni contro gli altri avversari.

La partenza era stata grandiosa. Avevo spinto al massimo per mantenere la posizione su Verstappen che partiva in P3 e c'ero riuscito per un pelo.
Yoongi aveva ragione sul fatto che si era legato al dito la mia ultima vittoria. Magari qualche altro pilota, a quel punto della gara, avrebbe detto che ormai era persa ma io no.

Io mi ero intestardito a tal punto da superarlo ad appena 10 metri dalla linea di traguardo.
Qualcuno direbbe che era stata una grandissima puttanata e cafonata, qualcun altro che era stata una mossa e una vittoria incredibile. Non tutti la pensavano allo stesso modo però.
Max sicuramente mi odiava anche più di prima, se possibile.

Infatti non aveva perso tempo a prendersi la mia posizione.
Il team aveva deciso di giocare di strategia con l'undercut, in modo che quando Carlos sarebbe entrato ai box, io mi sarei preso la P1. La RedBull però fece lo stesso ragionamento con me e alla fine fui io a ritrovarmi nella merda con le gomme. Tenni duro il più possibile ma in una zona DRS, vidi la sua ala spalancata troppo tardi.

Ero sceso quindi in P3 e mi trovavo ancora a quel punto a 18 giri dalla fine. Potevo benissimo recuperare. Anzi, dovevo farlo ma calcolare bene le misure stava diventando difficile.
Un improvvisa pioggia estiva si era abbattuta su Baku. Era leggera, fastidiosa e avevo tutta la protezione sotto tuta zuppa d'acqua.
Tutti ci andavamo piano per paura di fare incidenti ma l'asfalto aveva ancora una buona aderenza alle gomme altrimenti ci avrebbero già fermato da un pezzo.

Stavo calcolando in ogni minimo dettaglio la prossima mossa e quando mi accorsi che stavamo raggiungendo la curva la diciottesima curva, vidi il momento perfetto per riprendermi la posizione. Il rettilineo successivo era quello interessato dalla DRS zone quindi era tutto perfetto.

«Quanto disto da Max?»

«Appena mezzo secondo. È un buon numero» mi rispose subito Yoongi e sapevo già che non gli sarebbe piaciuta la mia idea.

«Posso superarlo adesso e poi usare la DRS per acquisire velocità e mettere distanza» spiegai brevemente.

«In curva? No, scordatelo. Sta piovendo, è pericoloso» disse subito, come avevo previsto ma ormai la decisione era presa. Sapevo di potercela fare.
«Jimin no, non ci provare neanche» aggiunse ma avevo già chiuso le orecchie e preparato la mia macchina alla pazzia che stavo per fare.

Mi feci vedere nello specchietto di Max e spinsi l'acceleratore a tavoletta, affiancandomi alla sua monoposto senza difficoltà.
Quella curva non era particolarmente difficile e neanche stretta. Due macchine ci passavano senza problemi, se venivano calcolate bene le misure. E io l'avevo fatto ma quel coglione di Verstappen no.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora