11 •Sei più forte di così•

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Non avevo mai sognato tanto nella mia vita

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Non avevo mai sognato tanto nella mia vita.
O almeno, non avevo mai ricordato sogni che avevo fatto durante la notte. La vita di un pilota era sempre molto frenetica, movimentata e attiva e il tempo per dormire, si riduceva ad appena qualche ora.

Gli scienziati spiegavano che durante la fase più pesante del sonno, la fase rem, una persona poteva fare dai 4 ai 7 sogni a notte, eppure ricordarsene a malapena 2 o 1 o nessuno.
La durata di un sogno poteva variare e arrivare perfino a 20, 30 minuti dello stesso sogno.

Io di mio, a volte avevo un sonno molto profondo perché arrivavo a letto talmente stanco che crollavo direttamente con la testa sul cuscino e non c'era spazio per nessun sogno e nessun ricordo. Semplicemente volevo riposare il più possibile.

Quella notte invece sognai. Sognai e lo ricordai benissimo perché fu il motivo per il quale mi svegliai.
C'erano Yoongi e mio padre con me, nel sogno. Eravamo in una pista e Yoongi era riverso sull'asfalto, con la gamba malata zuppa di sangue. Attorno a noi c'erano milioni di persone, tutte con una fotocamera puntata verso di noi e i flash che mi ostruivano la vista.

Mio padre era tranquillo, pacato come suo solito. Quella pacatezza che avevo imparato fosse legata solo ai guai. Guai che lui stesso combinava.
Un suo braccio era intorno alle mie spalle ma non come se mi stesse proteggendo ma più come se mi stesse elogiando e vantando come suo trofeo.

"Sei uguale a me, figliolo", aveva detto e guardandomi le mani, le avevo trovate sporche di sangue. Lo stesso di cui era macchiato anche Yoongi.

Fu quello a svegliarmi quella mattina. Quel maledetto incubo e ancora sentivo il groppo di lacrime in gola mentre aprivo lentamente gli occhi nella penombra della stanza.
Ero ancora in Hotel da Yoongi. Do lui fisicamente nessuna traccia visiva ma sapevo che era vicino perché sentivo i suoi occhi addosso e il suo respiro tenue aleggiare nella stanza.

La puzza di alcol era sparita, sia dalle mie narici che dall'aria e al suo posto, c'era il profumo della colonia di Yoongi. Maschile, fresca e imprevedibile. Proprio come lui.
Presi un profondo respiro prima di voltarmi.

Non avevo paura ma non sapevo quale versione di Yoongi avrei trovato. Non sapevo quanto duravano le sue sbronze e come le gestiva la mattina dopo. La paura di essere picchiato di nuovo era nulla rispetto a quella che avevo di vederlo di nuovo piangere e soffrire per colpa di mio padre.

Era sicuramente quello il senso del sogno. Mio padre era sangue del mio sangue eppure aveva ferito quella che era diventata una delle persone più importanti della mia vita perché?
Perché io lo avevo provocato. Perché io mi ero sottratto al suo potere e lui mi aveva fatto capire che non mi era possibile. Non senza pagarne le conseguenze.

Yoongi era seduto su una poltroncina davanti al letto. Poteva sembrare quasi inquietante come visione ma quando si accorse che mi ero svegliato, si mosse a disagio. L'avevo sicuramente sorpreso a guardarmi dormire.
Restai in silenzio e lui fece lo stesso prima di alzarsi e fare il giro del letto. Si appoggiò sul ginocchio sano e poi si sdraiò davanti a me.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora