21 •Mimi•

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Lasciare il conforto del mio letto e delle lenzuola calde, quella mattina, fu piuttosto difficile

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Lasciare il conforto del mio letto e delle lenzuola calde, quella mattina, fu piuttosto difficile.

Yoongi era partito presto, l'avevo sentito muoversi per la stanza per finire di preparare le ultime cose per il viaggio e poi si era abbassato su di me, dicendomi che aveva capito che non stessi dormendo.

Avevamo fatto l'amore e avevo avuto le farfalle nello stomaco per tutto il tempo. Era stato sdolcinato ma veloce, caldo e fresco al tempo stesso e mi aveva cullato tra le sue braccia, ripetendomi che mi amava all'infinito.
E io lo amavo.

Lo amavo così tanto che non mi sembrava neanche possibile.
Arrivare ad avere un rapporto così intenso con qualcuno, una relazione così completa e stravolgente non mi era mai capitato.

Sentire tutte quelle emozioni e quelle sensazioni nuove prendere possesso del mio corpo e della mia mente. Lasciarmi guidare da un uomo che, stavolta, non voleva solo usarmi e poi gettarmi via ma amarmi e volermi bene.

Ero riuscito a chiudere definitivamente la porta del mio passato con sopra incisa la targhetta di Jason.
Avevo voltato pagina, pronto ad affrontare una nuova vita. Una vita completa e totalmente mia.
Solo grazie a Yoongi.

Se mesi fa mi avessero detto che il tanto in gamba ex pilota e direttore del Team Radio, Min Yoongi, sarebbe diventato il centro esatto del mio mondo, l'avrei mandato a quel Paese.

Invece eccomi qui, a raccontare la storia di un amore che va ben oltre l'amore stesso.
Una storia che dimostra che amare non è solo baci romantici, appuntamenti galanti, sesso stellato e "ti amo" sussurrati tra le lenzuola.

Amare è anche dolore, sofferenza, sentire la testa piena di pensieri per lui, avere dei dubbi su ogni cosa, pensarlo costantemente e condividere insieme quel dolore.
Quello era l'amore che sentivo quando Yoongi non era al mio fianco.

Odiavo il fatto di essermi abituato a stare con lui tutti i giorni perché durante la settimana in cui stava via, soffrivo come un cane la sua mancanza.
Diventavo facilmente irritabile, scontroso perfino con i miei amici, non volevo uscire dalla mia camera d'hotel ma rimanere a crogiolarmi nel letto, aspettando una sua chiamata o un suo messaggio.

Qualsiasi cosa Yoongi facesse quando tornava a casa, lo teneva impegnato per tutto il giorno. Non stop.
Verso l'ora di pranzo, trovava un momento libero per scrivermi e ci scambiavamo qualche messaggio per poi non risentirci fino alle 22 di sera, quando i suoi impegni terminavano del tutto.

Allora facevamo una videochiamata, mi comportavo da fidanzato geloso e in mancanza di lui per i primi venti minuti e poi lui riusciva a rimettermi al mio posto, facendomi di nuovo sentire bene.
Bastava un suo "mi manchi anche tu Jiminie" o un "smettila di fare il bambino" con quella voce così maledettamente rauca e accattivante e io andavo nel pallone, arrendendomi a lui.

Era lui il dominante della coppia, su questo non c'erano dubbi. Poche volte prendevo io il comando, quando la sua stanchezza e la mia continua eccitazione coesistevano insieme ma erano poche le volte in cui accadeva.
Perché di gran lunga, preferivo farmi rivoltare come un calzino da lui.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora