22 •Myung•

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«Myung, hai tr-

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«Myung, hai tr-...»

Yoongi uscì di casa in quel preciso istante e il suo sguardo inciampò subito nel mio. Il mio corpo era ancora fermo sul marciapiede davanti alla staccionata del suo giardino. La mano della presunta Myung era ancora salda alla mia e il mio respiro era ancora bloccato.
Ero forse entrato in apnea?
«J-Jimin?»

«Papà, ho trovato il tuo fidansato!» strillò la piccola donna con l'oceano negli occhi e lasciò la mia mano, correndo verso l'uomo che aveva chiamato "papà".
Lo stesso che io definivo come "il mio uomo", il mio "fidansato", come diceva Myung.
«Sei contento?»

«S-si io...v-vai dalla nonna okay? Arrivo subito» mormorò, deglutendo a fatica e quando distolse lo sguardo dal mio, io non riuscì a farlo.
Non riuscivo a muovermi, a parlare. La mia mano era rimasta semi aperta, come se quella di Myung fosse ancora lì in mezzo.

Arriva un momento nella vita, in cui tutte le tue certezze crollano. È inevitabile, prima o poi accade e tu non puoi farci niente.
Serve per crescere, per passare da una fase ad un'altra della tua vita.
Per me fu proprio quello momento a cambiare ogni cosa.

Non appena la mini donna si chiuse la porta di casa alle spalle, Yoongi iniziò a zoppiccare incerto verso di me, compiendo piccolissimi passi lenti.
«Jiminie i-io...»

«È...è tua figlia» bisbigliai appena, dopo aver preso una grossa boccata d'ossigeno che mi aveva infiammato i bronchi al punto di farmi lacrimare.

«S-si è...è mia figlia» annuì, abbassando successivamente la testa. Lessi solo vergogna nel suo sguardo, nel suo gesto. Perché? Perché si vergognava di aver fatto conoscere al mondo l'innocenza, la purezza e la bellezza in un unico corpo?
«Mi d-dispiace, mi dispiace così t-tanto di non avertelo detto.»

«Va tutto bene» mormorai, avanzando verso di lui e sorpassando definitivamente il cancelletto di legno dell'ingresso.

«L-lei è...Myung è...non volevo...» disse annaspando e capì che stava entrando nel panico.

«Yoon, non c'è bisogno di parlarmene adesso» lo rassicurai, raggiungendo la sua mano con la mia.
«Ho sbagliato io a piombare qui, così dal nulla. Non avrei mai dovuto farlo.»

«No, non è per quello.»

«Ho capito, okay?» lo interruppi nuovamente.
«È tua figlia e vuoi proteggerla dal nostro mondo. Anche io l'avrei fatto, va bene così. Meno so, meglio è» sorrisi, strappandomi da solo il cuore a brandelli.
Volevo far parte della vita di Yoongi, lo volevo più di ogni altra cosa e quel piccolo scricciolo si era già insinuato profondamente nella mia anima che mi faceva penare il pensiero di non poterla vedere più e di non poterla neanche conoscere bene.
Però sapevo che era giusto così.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora