18 •L'avevo amato•

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Non ero un grande lettore

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Non ero un grande lettore.
Non lo ero mai stato però mi piaceva leggere poesie.
Strano no? Detto da un pilota di Formula 1, spericolato e attraente che tratta la sua monoposto come se fosse sua figlia.

Eppure le poesie mi facevano impazzire.
Avevo decine di libri di raccolte di poesie di ogni genere. Sulla natura, sull'amore, sullo scorrere inesorabile del tempo, sul dolore straziante, sulla felicità appagante.
Ne portavo quasi sempre una raccolta con me durante i mesi che passavo lontano da casa per via del campionato.

Ogni volta che avevo un dubbio su qualcosa, un ripensamento su qualcuno o quando semplicemente mi sentivo troppo giù di tono per il mio carattere generalmente allegro, sfogliavo quelle pagine consunte ma tenute bene e facevo il mio solito giochino: la poesia su cui la mia attenzione si sarebbe soffermata, mi avrebbe dato la risposta che cercavo.

Sembrava destino o probabilmente solo una mia convinzione inconscia ma avevo sempre trovato la risposta giusta in quel modo.
Avevo sempre dato risposta ai miei dubbi, avevo sempre trovato una soluzione per risollevarmi il morale.
Era un giochino stupido, infantile ma per me, in qualche modo, funzionava.

E quello mi aiutava ad andare avanti.

Da quando Yoongi era entrato nella mia vita, avevo tante domande senza risposta, tanti dubbi venuti a galla che non riuscivo a spingere nuovamente sul fondale.
A volte, il mio passato tornava in superficie e non riuscivo a gestirlo.

L'ansia mi attanagliava la gola, gli occhi bruciavano e il solo conforto che Yoongi quasi sempre sapeva darmi, non mi sembrava abbastanza per lenire le mie sofferenze mentali e, molte volte, anche fisiche.

La mia mente aveva questo brutto modus operandi di proiettare ogni mio malessere su ogni fibra del mio corpo.
Il condizionamento mentale purtroppo può essere davvero molto potente. Un'arma che può fare malissimo usata contro gli altri ma può anche causare un estinzione totale se usata specialmente contro sé stessi.

Come quando ci guardiamo allo specchio e continuiamo a vederci grassi, nonostante la bilancia ci dica che stiamo perdendo fin troppi chili per essere normale.
Come quando ci sentiamo positivi, davvero, su qualcosa e alla fine, tutto va per il verso giusto.
Come quando leggevo le mie poesie e sapevo di trovarci la risposta che cercavo.

Condizionamento psicologico.

Era quello che facevo al mio corpo, inconsciamente, quando sentivo che mentalmente, non stavo bene.
Allora proiettavo ogni cosa a livello fisico. Forse per avere la sensazione di stare davvero male e di poterlo curare in qualche modo. Se hai la febbre, prendi le medicine e tutto passa dopo qualche ora, al massimo qualche giorno.

Ma se hai un cuore spezzato, se soffri d'ansia, di attacchi di panico, tutte cose a livello psicologico, non puoi curarti o guarire come se nulla fosse.
O senza lasciarne traccia.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora