28 •La resa dei conti•

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La mia vita sembrava essere stata risucchiata da un elettrocardiogramma, come quello che continuava a scandire i miei giorni di ricovero in ospedale

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La mia vita sembrava essere stata risucchiata da un elettrocardiogramma, come quello che continuava a scandire i miei giorni di ricovero in ospedale.

Prima di Yoongi, le linee erano tutte dritte, vuote, morte.
Quando ho conosciuto Yoongi, sono diventate delle piccole onde soavi che ogni giorno, si espandevano, si innalzavano e si abbassavano e creavano una canzone nuova, viva, allegra.

Poi di nuovo giù.
Di nuovo piatte, monotone, infelici.

Quanto tempo era passato quando mi ha rivelato che dietro il suo incidente c'era mio padre? 3 ore? 6 giorni? Un mese?
Mi sembrava di vederlo ancora seduto sulla sedia accanto al mio lettino ospedaliero. Vedevo le sue labbra muoversi per darmi la bastonata che mai mi sarei aspettato ma che era talmente semplice da intuire, che ci sarei potuto arrivare da solo.

"Tuo padre mi ha fatto la cicatrice che tanto ami".

Quelle parole le avevo stampate nell'anima e nessuno sarebbe mai riuscito a cancellarle. Non Yoongi, che avevo mandato via giorni prima dalla mia stanza perché non riuscivo neanche a guardarlo in faccia; non Lando o Nova ai quali non riuscivo neanche a dire la verità; non al mio psicanalista con cui non volevo neanche aprire bocca.

Il medico mi aveva diagnosticato un moderato trauma cranico, dovuto alla ferita sulla nuca che il casco mi aveva provocato quando avevo impattato contro il muro della pista.
Avevo anche un polso slogato e tenuto fasciato stretto per tutto il giorno ma, oltre quello, fisicamente stavo bene.

Degli incubi notturni che mi costringevano a svegliarmi in lacrime, non ne parlavo con nessuno. Delle ore intere che passavo a stringermi addosso una felpa di Yoongi mentre provavo disperatamente a riemergere da un attacco d'ansia, non lo sapeva nessuno.

Del respiro che mi mancava ogni volta che pensavo a lui, a mio padre, a quello che gli aveva fatto, al mio incidente.
Mi sentivo come prima dell'impatto: stordito, in apnea, con il petto e la schiena che bruciano in assenza di ossigeno e probabilmente qualche altra cosa mi era rimasta addosso dell'incidente perché soffrivo il caldo ancora peggio di prima, come se fossi ancora avvolto dalle fiamme.

In attesa che il trauma cranico si assorbisse, le infiermiere si prendevano cura di me, facendomi compagnia durante i pasti, anche se pensavo fosse più per verificare che mangiassi davvero e avevano anche incaricato Lando di tenermi impegnato con giochi di società, quiz e parole crociate per scongiurare qualche lascito futuro del trauma cranico.

Mi avevano dato una settimana di ricovero e totale riposo ed erano passati solo 3 giorni.
6 giorni dall'incidente, 5 da quando mi ero svegliato e 3 giorni dall'ultima volta in cui avevo visto il viso di Yoongi.
Le guance arrossate dalle lacrime, gli occhi gonfi e chiazzati di dolore e le mani tremanti per via dei ricordi.

The Last Race/YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora