C'era qualcosa di estremamente piacevole nel svegliarsi accanto a qualcuno.
Avete presente no?
Quella sensazione di benessere e di totale rilassamento quando sei nel dormiveglia, con gli occhi ancora chiusi e senti il calore di quella persona che ti accarezza la schiena, il petto, il viso.Dormire con Yoongi mi faceva quello strano effetto. Ogni volta, sentivo il mio cuore restringersi nel petto quando allungavo il braccio verso l'altra parte del letto e non la trovavo vuota.
Non c'era quel gelo, freddo, inusuale che sapeva solo di solitudine. Quello di qualcuno che non c'era più, di qualcuno che ti mancava.Quello che avevo sentito nei quattro giorni in cui Yoongi non era stato con me a Baku.
Era straordinario il potere che suscitava invece, il gesto di allungare il braccio e incontrare la sua mano già tesa verso la mia.
Oppure aprire gli occhi e trovare i suoi, così intensi e docili la mattina presto.Quella mattina fu diverso però.
Diverso in senso buono.Sotto di me non sentivo la morbidezza del materasso o delle lenzuola profumate di lino e ammorbidente dell'Hotel ma mi trovavo sdraiato sopra qualcosa, o meglio qualcuno, il cui respiro era calmo, pacifico, armonioso.
Il petto di Yoongi alzava e si abbassava regolarmente, come se stesse suonando una canzone lenta e dolce.
Le mie gambe gli circondavano i fianchi, la mia guancia era premuta nell'incavo del suo collo e una sua mano era incastrata tra i miei capelli. Le dita ferme rigidamente e attorcigliate alle mie ciocche arancioni come se fosse crollato nel sonno mentre me li accarezzava.E solo quell'immagine, quella visione, fu sufficiente per farmi spuntare sulle labbra il primo sorriso della giornata.
Una giornata in cui finalmente non dovevo stare in pensiero per lui, dall'altra parte del mondo, che mi rispondeva a monosillabi e a fine giornata.
La conversione che avevamo avuto la sera precedente, riecheggiò nelle pareti del mio cervello, dandomi il buongiorno e iniziai a ripensare a tutte le frasi che ci eravamo detti.
Era vero, io avrei voluto correre con lui e lui ormai l'aveva capito. Ero un tipo istintivo, quasi primitivo e si, la voglia che avevo di saltargli addosso era davvero tanta ma non si riduceva tutto a livello sessuale.Avevo faticato ad accettarlo ma era chiaro anche ai polli che tra me e Yoongi non c'era solo attrazione sessuale.
Quella era...era intensa, evidente e dannatamente frustrante. La si poteva perfino toccare quando ci trovavamo insieme nella stessa stanza perché gli sguardi che ci lanciavamo o le provocazioni che ci dicevamo, facevano intendere la voglia di ritrovarci insieme anche sotto le lenzuola.
Nudi, si intendeva.Però quando stavamo da soli era diverso.
Diverso il modo in cui parlavamo, diverso il modo in cui ci guardavamo, diverso perfino quello che pensavamo.
Perché nonostante passassi davvero fin troppo tempo a desiderare di baciarlo, anche la sera precedente, l'unica cosa che volevo era sdraiarmi al suo fianco e guardarlo dormire.
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The Last Race/Yoonmin
أدب نسائيPark Jimin è un pilota della Formula 1. Sempre sotto ai riflettori delle riviste di gossip, convinte che il suo successo derivi solo dal fatto che suo padre è il dirigente della scuderia Mercedes. Dopo uno scontro tra i due, Jimin firma un contratto...