Capitolo 44. Scorpius

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44.

Sono devastato. Sono devastato e distrutto e ho il cuore a pezzi.
Non riesco a pensare, non riesco a respirare.

Ha provato ad uccidermi, ha provato ad avvelenarmi.
Ho capito subito che qualcosa non andava, sono andato alla festa per incontrarla, sapevo che ci sarebbe stata, doveva vedermi, doveva uccidermi, lo sapevo, sapevo tutto da quando ho abbassato lo sguardo sul vestito. Solo un occhio attento avrebbe visto il pugnale sulla coscia, solo un occhio attento avrebbe visto la sporgenza di qualcosa simile ad una fiala sotto il suo seno prosperoso, ma io conosco quelle tette, so che sono sode e piene, niente sporgenze, e quella era una fialetta. Sapevo che doveva farmi qualcosa, lo sapevo, eppure non ero preparato a come mi sarei sentito quando ci avrebbe provato.

Ha tentato di uccidermi ed io sto perdendo la testa. Ho ostentato controllo, ho ostentato sicurezza e freddezza ma non li ho mai provati, non ho mai provato un briciolo di calma in queste ultime ore, l'ho guardata offrirmi da bene, gli occhi lucidi ma controllati - ha un ottimo controllo sui suoi sentimenti - e ho sostituito i calici con la magia, quello avvelenato ora è di fronte a me, lo fisso con disperazione.

L'ho drogata, ho messo la droga nel bicchiere quando l'ha avvicinato per un brindisi, la magia ha aiutato ed io mi sento una tale merda, per averle creduto, per essermi fidato di lei, per averle permesso di stare con me per tre mesi, per il sesso che non era fine a se stesso ma aveva come unico scopo quello di farmi cadere, di farmi innamorare di lei. Mi ha fregato, mi ha fottuto di nuovo ed io mi sento tradito come la prima volta, come quando mi ha umiliato a Hogwarts, no, peggio, perchè quello che provo... non è piu un amore adolescenziale.

Mi brucia lo stomaco e mi sento il vomito.
Non ha fatto nulla, mi ha guardato portare l'alcol alle labbra e ha lasciato che lo facessi, ha lasciato che bevessi il veleno, si aspettava che sarei morto e la sorpresa, nei suoi occhi, mi ha distrutto più di tutto il resto.

Il signor Potter esce dalla stanza pochi minuti dopo. Mi fissa dispiaciuto. "Non vuole dire nulla" dice.

"Dalle del veritaserum" Sibilo con rabbia. "Dalle qualcosa!"

Scuote la testa. "Provaci tu, se non dice nulla provvederò a prenderne un po'." Appoggia una mano sulla mia spalla e i miei occhi diventano lucidi.

Mi ha tradito. Ha cercato di uccidermi.
Il mio cuore si stringe in una morsa, così come il mio stomaco che continua a bruciare, la mia testa mi pulsa e mi viene da vomitare.

Mi ha tradito, voleva avvelenarmi - è l'unico pensiero che riesco ad avere adesso, l'unico e mi sta facendo uscire fuori di testa.

"Devo un attimo calmarmi" Mormoro appoggiando le mani sulla scrivania. Chiudo gli occhi e faccio dei grossi respiri.

"Non può saperlo nessuno Scorpius, solo io e te, la giustizierebbero" Dice piano il mio capo. "Per ora cerchiamo di capirci qualcosa, se possiamo salvarla lo faremo"

Stringo le mani sul bordo della scrivania e giro la testa per guardarlo. "Ha tentato di uccidermi" sibilo. "Non ho intenzione di salvarla, merita Azkaban" Sono così furioso.

"Lo capisco ma Rose... non è cattiva, non senza ragione, cerca di capire perchè e poi vedremo" Il signor Potter mi guarda gentilmente.

Distolgo lo sguardo e mi raddrizzo. Faccio comparire una pasticca per il mal di testa e la ignoio con un po' di acqua.

Mi calmo, o almeno ostento un controllo che continuo a non avere. Mi sistemo la giacca auror e guardo un'ultima volta la fiala e lo champagne. Prendo la prima e la infilo in tasca.

Quando apro la porta della stanza di isolamento, Rose alza lo sguardo. È seduta sul letto, il vestito sgualcito addosso e gli occhi freddi. Mi osserva mentre chiudo a chiave e mi vado a sedere sull'unica sedia presente, in un angolo di fronte al letto.

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