Capitolo 16. Scorpius

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16.
 
Mi ha lasciato lì, con la voglia di assaggiarla come lei ha preso me, con la voglia di baciarla ancora.
Non ci credo che gliel'ho permesso. Non ci credo che non l'ho allontanata. Non ci credo che ho amato ogni singolo momento e che sono tornato duro appena mi sono sdraiato a letto e ho dovuto toccarmi come un adolescente.
Non ci credo che mi ha fatto un pompino nel mio ufficio, ha ingoiato tutto, e se n'è andata.

Scuoto la testa e cerco di non pensarci mentre entro nella sala mensa. Questa mattina mi sono fatto una doccia congelata per calmare l'erezione che mi era venuta, per smettere di pensare alla sua bocca su di me, alla mia venuta che le macchiava il viso. Salazar! Devo smetterla di ricordarlo.

"Buongiorno, signore" Nat mi saluta gentilmente. Mi ha perdonato, suppongo, per averlo costretto a fare le flessioni di Rose.

"Buongiorno" dico facendo un cenno leggero con la testa.

"Ha visto Rose?" Chiede il moro fermandosi al mio fianco. "Ho bussato alla sua porta ma non mi ha risposto nessuno, era chiusa a chiave"

"Oh, ho sentito qualcuno alzarsi verso le cinque di mattina" Mal Tisor compare affianco a Nat, non l'avevo neanche visto, questo ragazzo è come uno spettro. Evita i miei occhi, come al solito, e parla piano. "Forse era lei"

Guardo i vari tavoli e di lei non c'è traccia. "Arriverà" dico. Almeno lo spero, non ho intenzione di andare a cercarla, non so neanche se posso guardarla senza arrossire. "Se non vi dispiace, vado a mangiare"

"Certo, scusi signore se l'abbiamo trattenuta" dice Nat tranquillo. Gli sorrido e li supero, vado verso il mio tavolo.

Rose arriva mezz'ora dopo, ha i capelli bagnati e un'aria allegra. Non mi guarda e va dritta a sedersi accanto a Nat, lui le da un bacio sulla guancia e lei gli sorride dolcemente. Non mi rivolge neanche un'occhiata mentre mangia, anche se le basterebbe alzare il viso per incontrare i miei occhi.

Sospiro e finisco di mangiare. Faccio comparire un fascicolo su un caso di magia oscura e cerco di passare il tempo prima di dover andare a lezione. Oggi dovrei insegnar loro a riconoscere un veleno e trovare l'antidoto ma non faccio altro che pensare a Rose, a sentire ancora il calore della sua gola attorno al mio cazzo, i gemiti che riverberavano in lei, poi dritti verso le mie palle. Stringo denti e bevo del succo, dimenticarmelo sarà difficile, soprattutto se la sua presenza in questa accademia è così ingombrante.

"Buongiorno" Alzo gli occhi di scatto quando sento la sua voce. Non l'ho vista arrivare, perso nei miei pensieri, e ora è piegata sul tavolo proprio di fronte a me, dando le spalle ai cadetti. In questo modo il suo seno, scoperto dalla canotta aderente, è in bella vista. Noto l'inchiostro nero di un tatuaggio correrle per l'incavo, l'ho visto anche ieri ma non sono riuscito a guardarlo bene.

"Giorno" borbotto fissandola negli occhi, non li abbasserò, so controllarmi e non sono un animale. "Ti sei svegliata presto?" Chiedo lanciando un'occhiata ai tavoli. Sono rimasti solo Nat, Mal, Lina e Catlin.

"Mi sono svegliata presto" afferma tranquilla. "Perché ho sognato una cosa così porca che dirtelo ti farebbe venire proprio qui" sussurra, la sua voce sensuale e provocatoria. Stringo i denti e divento di ghiaccio.

"Dobbiamo parlarne" le dico, freddo. Dentro di me, però, emozioni su emozioni mi fanno rabbrividire e confondere, mi incasina la testa.

"Aspetta, non ho finito" dice mettendo un piccolo broncio. "Fammi finire" sospiro e mi appoggio allo schienale della sedia, incrocio le braccia al petto. Lei fa un mezzo sorriso, stronzo, che mi fa trattenere il respiro per qualche secondo. "E mi sono svegliata così eccitata che neanche venire due volte mi ha calmato" il suo tono è basso, in modo che possa sentire solo io. È sexy, e comincio ad avere caldo mentre il sangue affluisce verso le mie palle. "Quindi ho preso e ho deciso che magari dare pugni a qualcosa poteva aiutarmi a sfogare"

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