Capitolo 38. Scorpius

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38.

Faccio analizzare il vestito appena esce dal bagno. Lo mando immediatamente da un'amica perchè faccia prelevare le impronte. Poi calmo l'erezione che mi è venuta ed esco anche io.

La provoco continuamente, voglio che pensi di starmi facendo impazzire, lo fa, cazzo se lo fa, ma lo userò a mio vantaggio. Le accarezzo il braccio, le stringo il ginocchio, poi la coscia, sotto al tavolo, le do una sculacciata quando mi passa accanto e mi sento un coglione e uno stronzo nello stesso momento, perchè non fingo, mi fa impazzire con quei vestiti addosso, con quegli stivali alti. Ma devo concentrarmi, devo distrarla dal suo vestito, fingere che sia ancora tutto come prima, fingere che non so cosa sta facendo.

"Come era la tua ex?" Rose me lo chiede con calma. "Come è che si chiamava? Emily?"

La guardo a lungo prima di parlare - è sdraiata di pancia sul mio letto, il vestito che indossava lanciato al bordo del materasso. È nuda, la curva della sua schiena ha una patina di sudore che rende la sua pelle più luminosa, è così bella mentre mi guarda, una guancia appoggiata agli avambracci e il respiro ancora leggermente ansante, che mi odio per l'affetto che inevitabilmente provo per lei.

"Emlyn" le dico. Sono seduto contro la testiera del letto, la rossa al mio fianco giocherella con il lenzuolo e mi guarda curiosa. "Era dolce" mormoro. "Le piacevano i film e non beveva mai, le piaceva stare a casa, fa l'insegnante alle scuole elementari"

"Una babbana?" Chiede curiosa. Annuisco. "Sembra tutto così noioso, cosa facevate? Il missionario?" Ridacchia quando arrossisco e la fulmino con lo sguardo. "Questa ragazza mi sembra quel tipo che programmano il sesso, tipo che ti scriveva un messaggio per dirti che lunedì alle cinque avreste scopato"

"Non ho mai fatto il missionario con te" dico senza rispondere alle sue domande.

"È una pozione di merda" decreta battendo una mano sul materasso, rido. "Sono seria, il missionario fa schifo, è per chi programma il sesso o per chi non sa scopare"

Ridacchia ancora e allungo una mano per giocherellare con i suoi capelli. "Non programmava il sesso, lo facevamo di rado, non le piaceva troppo perchè diceva che..." arrossisco leggermente. "Che le facevo male e non provava niente" È un po' umiliante.

Rose scatta a sedere sui talloni e mi fissa shockata. "Quella ragazzina non apprezzava il tuo cazzo?" Chiede quasi strillando.

Scoppio a ridere e le accarezzo una guancia. "Non le piaceva duro o sporco, era più per fare l'amore che sesso"

"Non esiste il fare l'amore, esiste una bella scopata o una schifosa. Le piaceva solo lento" Rose mi guarda ancora un po' sorpresa. "Come hai resistito con una così? Tu sei una bestia, non ti ci vedo a scopare qualcuno lentamente"

"Non sono una bestia" mormoro con una smorfia. Non mi piace quella parola, non sono un animale.

Rose alza le sopracciglia e poi le mani. "Guardami" indica con lo sguardo i suoi polsi, l'ho legata come le avevo detto che avrei fatto e ora ha i segni rossi delle manette che ho usato. Poi si tocca il corpo - seguo le sue mani. Ha dei graffi leggeri sui fianchi, dei lividi sulle ginocchia e sul torace.

Faccio un'altra smorfia, devo smetterla di tenerla così stretta, le faccio male. "Mi dispiace" allungo una mano e le sfioro gentilmente lo stomaco, seguo con le dita il tatuaggio che parte tra i due seni e finisce qualche centimetro sopra l'ombelico, le quattro estremità più grandi formano un grosso più che si unisce in grandi cerchi appena sotto i seni, ci sono altre frecce, in totale otto principali e altre otto piu piccole. Traccio le linee, le accarezzo il petto con gentilezza.

"Sai che lo adoro, non mi fai male" dice divertita. Si inarca leggermente contro la mia mano come a chiedermi di non smettere.

"Non mi hai mai detto che significa" affermo piano, continuo ad accarezzare la pelle marchiata con la punta di un dito, traccio il cerchio piu grande, gli spuntoni sono rudi, è tutto affilato, una delle frecce ha anche un teschio sulla punta.

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