Capitolo 29. Rose

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29.

Salto seduta sul letto e mi tappo la bocca con le mani per sopprimere l'urlo che stava per uscire dalle mie labbra.

Un tremito mi sconquassa il corpo e il mugolio di terrore che mi esce dalla bocca non riesco proprio a controllarlo. Respiro affannosamente, mi fanno male i polmoni e la gola mi brucia. Sudore mi scivola sul collo mentre metto i piedi a terra e mi passo le dita tra i capelli.

Non riesco a controllarmi per minuti, forse due, forse dieci, e ci metto più tempo del dovuto a smettere di tremare, a calmare il mio corpo e il mio respiro. Nella mia testa, le immagini dell'incubo continuano a ripercorrersi, ancora e ancora, mano a mano sbiadiscono per lasciarmi un enorme mal di testa e le lacrime agli occhi.

Quando riesco a calmarmi, mi sfrego il viso con le mani e scaccio ogni lacrima che ho versato involontariamente. Mi metto in piedi e mi stiracchio, guardando l'orologio sul comò - sono le tre del mattino.

Ho bisogno di aria, quindi mi infilo la divisa e una giacca pesante ed esco dalla stanza, vado velocemente in bagno e poi dritta verso un terrazzo o un'uscita.

Questa accademia è quasi tutta stata costruita sotto terra, solo poche camere dei cadetti e delle ali di allenamento si affacciano alle montagne e ai boschi innevati nel mezzo credo della Scozia.

Salgo un paio di gradini e apro la prima terrazza che incontro, ad una decina di metri dai bagni - rabbrividisco per il freddo ma mi abituo velocemente e raggiungo il parapetto.
Ho bisogno di distrarmi, cercare di dimenticarmi dell'incubo, ed è notte fonda, non posso e non voglio disturbare Scorpius, quindi faccio comparire del firewhisky e ne bevo un po', mi riscalda la gola e mi rilassa - Scorpius mi ucciderebbe se lo sapesse.

"Che ci fai qui? Morirai di freddo!" Sobbalzo e mi giro di colpo. "Non volevo spaventarti, stavo andando in bagno e ho sentito la corrente"

Credo di non aver mai sentito cosi tante parole uscire di fila dalla bocca di Mal - mi guarda attento ma ancora leggermente assonnato, i capelli spettinati e il viso arrossato per il vento freddo.

"Scusa, chiudi pure, apro poi con la magia" dico appoggiando la bottiglia di alcol sul davanzale.

"Stai bene?" Chiede piano.

Annuisco. "Avevo solo bisogno di aria fresca" affermo inspirando l'aria gelida e pungente delle montagne e dei pini.

"Ti faccio compagnia" mormora entrando totalmente nel rettangolo del balcone. Si fa un incantesimo calorifero raggiungendomi, si siede su un tavolino che non avevo visto e mi guarda. "Sei sicura di stare bene?" Chiede ancora, la voce ridotta ad un mormorio.

Alzo gli occhi al cielo e torno a guardare l'orizzonte, bevo ancora un po' dalla bottiglia e mi appoggio con più tranquillità sul parapetto. "Puoi andare, non devi preoccuparti, sto ancora un po' poi torno a dormire" Non è vero, non riuscirei a dormire, non riesco mai a riaddormentarmi se mi sveglio, probabilmente andrò ad allenarmi.

"È per Zelda?" Chiede, sussurrando, nella calma della notte.

Arriccio il naso e bevo ancora prima di rispondere. "No. Vuoi?" Chiedo allungandogli la bottiglia. Lui scuote la testa ed io riporto l'alcol alla bocca.

"A Nat e agli altri passerà, non ti odierebbero" dice dolcemente. "È solo che è stata una sorpresa, per tutti"

"Non dovrebbe dato che non sono affari vostri, Zelda ha fatto un casino per nulla" dico seria, che cominci ad odiarla, che venga dalla mia parte e mi faciliti il compito.

"Le piaci"

Alzo gli occhi al cielo e bevo un altro sorso. "Sapeva che non sarebbe stata per me nulla oltre che sesso" dico tranquilla. "E poi l'abbiamo fatto tre volte, mica mille"

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