Capitolo 3. Rose

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3.

"Non posso farci nulla. Tenterò di scoprire chi ha il caso"

"Ci stai creando molti problemi"

"Lo so, mi dispiace. Farò di meglio"

"Ti aiuteremo a capire a chi è stato affidato il caso e ti manderemo un messaggio. Fino ad allora... sai cosa devi fare, tesoro"

"Si, signore"

*

Sorrido divertita mentre guardo le facce dei cadetti di fronte a me. Li analizzo tutti, come ho fatto con le loro foto e generalità, e cerco di capire chi mi trovo davanti.

"È un piacere" Dico abbassando la voce leggermente, per renderla calorosa e gentile, accomodante.

Scorpius, al mio fianco, è rigido e serio, le mani dietro la schiena e gli occhi chiari senza emozione, come il suo viso. Mi ha rivolto mezzo saluto, da quando mi ha preso e smaterializzato qui, il volto gelido e gli occhi determinati a ignorare ogni mia singola parola, è divertente perchè so che deve sforzarsi per non cedere a me, gli faccio ancora un certo effetto e lo amo, mi diverte da matti.

"Cadetti, Rose Weasley" mi presenta ai suoi studenti con tono piatto e severo. "Presentatevi"

Mi avvicino ai futuri auror con passo leggero. Sono tutti in fila davanti a me, una spalla accanto all'altra, e mi guardano con curiosità.

Guardo il primo ragazzo. "Aster Na" Dice. Capelli neri, occhi scuri a mandorla e una carnagione molto chiara. Ha diciotto anni, viene da una famiglia di maghi, non una conosciuta. Ha origini cinesi. Ha una ferita al ginocchio sinistro, lo capisco da come appoggia il peso sulla gamba destra, probabilmente causato da un allenamento recente, non se l'è curata. Tassorosso.

Vado avanti. Mi fermo di fronte alla seconda ragazza. So il suo nome prima che me lo dica. "Zelda O'Malley" I suoi occhi marroni sono combattivi, sorrido leggermente mentre la guardo. La sua postura è rigida, decisa, ma abbassa lo sguardo quando incontra il mio, non è una minaccia. Ha i capelli biondi legati in una coda bassa, bianca. È una mezzosangue, padre mago e madre babbana. Ha vent'anni, è uscita da Hogwarts con voti alti l'anno dopo di me ed era una grifondoro. Ha intrapreso una carriera da medico ma ha cambiato, non so perché, nelle generalità non era scritto. Non sarà difficile farla cadere.

"Nat Ali" Pelle scura, occhi marroni incazzati ma postura comunque idonea, questo mi fa pensare che Scorpius sia un capitano più rigido di quanto credevo. Ventiquattro anni. Ex grifondoro. Genitori maghi. Origine eritrea. Ha i capelli semi rasati in testa, osservo la mascella delineata e il corpo massiccio, la vita stretta e le spalle ampie da qualcuno che fa molto sport, ha una piccola cicatrice su un sopracciglio che mi fa impazzire, è chiara sulla pelle nera e lo rende terribilmente interessante.
Lo guardo a lungo, osservo il modo in cui non abbassa lo sguardo e gli sorrido provocatoria, lui inclina impercettibilmente la testa e ricambia il sorriso.
Mi piace.

Continuiamo. Ho studiato i fogli che mi ha dato Malfoy così bene che so i loro nomi prima che mi vengano detti. Solo altri due ragazzi mi colpiscono.

"Mal Tisor" Dice il ragazzo.
Ventitrè anni. Ex corvonero. Ha genitori babbani e origini inglesi. Capelli scuri, pelle pallida e occhi verdi. Mi colpisce il modo in cui mi guarda, quasi annoiato, ma appena sposta gli occhi su Malfoy... Faccio una piccola risata mentre giro il collo per guardare Scorpius da sopra la spalla.
Lo appunto mentalmente, potrebbe tornarmi utile.

"Lina Mashal" Inclino la testa per guardarla e il mio cuore perde un colpo. Nella foto che Scorpius mi ha dato la ragazza mi sembrava docile, tranquilla, eppure ora, mentre la guardo, penso solo che sembra un leone pronto a mordere. Diciannove anni. Genitori babbani. Grifondoro. Origini algerine. I capelli marroni sono ricci e tenuti stretti in una crocchia, gli occhi hanno la sfumatura dell'ambra, così come la sua pelle. È alta, più di me, e formosa. È uguale a lei e non riesco a impedire al mio cuore di battere veloce, in questo momento mi pento di aver guarito la mia ferita al polpaccio, perchè il dolore che provo mentre guardo questa ragazza è insopportabile. Faccio quello che mi riesce meglio e la guardo civettuola, faccio correre lo sguardo lungo il suo corpo, sui fianchi larghi e il seno pieno. La malizia nei miei occhi non deve esserle passata inosservata. "Qualche problema?" Chiede assottigliando le palpebre.

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