Capitolo 50. Scorpius

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50.

Aditi urla e saltella sul seggiolino nei sedili posteriori - lo guardo dallo specchietto retrovisore e sorrido divertito.

"Cosa c'è amore?" Gli chiedo cercando di capire cosa lo infastidisca tanto.

"Papà" Piagnucola ed io sospiro. Metto la freccia e accosto sul ciglio della strada, mi tolgo la cintura e mi sporgo verso di lui.
Mio figlio agita le manine verso terra e si lamenta strillando.

Lo guardo con attenzione, non vedo il suo pupazzetto e capisco cosa è successo. "D'accordo" borbotto e mi spingo verso di lui per raggiungere il gioco che gli è caduto. "Stai più attento, amore" sospiro e glielo restituisco.

Aditi fa uno strillo contento e stringe il peluche tra le braccia. È un dolcetto, un muffin ricorperto da panna e un sacco di glitter rossi, ce l'ha da che ricordi ma io non rammento bene quando gliel'ho comprato... È strano.

Scuoto la testa e torno seduto bene nel posto del guidatore - le bocchette dell'aria fanno uscire il calore che riscalda la macchina, ma fuori nevica.
Siamo in Russia da poco più di tre giorni, ma non riesco proprio ad abituarmi alle temperature, non riuscivo ad abituarmene anche quando ci sono stato per mesi a causa di una riunione al mio lavoro in un'impresa specializzata in sicurezza.

Metto la prima ed esco in strada, Aditi torna a giocare con il dolcetto di tessuto e mi ignora. Non riesco a fare a meno di guardarlo un po', di amarlo - i suoi occhioni scuri sono luminosi, quella luce che hanno solo i bambini, e l'ho coperto per bene, prima di uscire di casa, è adorabile tutto imbacuccato. La sciarpa gli dà fastidio e la tira via con una mano - ridacchio, ha un bel caratterino mio figlio, mi farà dannare da adolescente.

La mia fidanzata, sua madre, è morta dandolo alla luce, avevamo entrambi vent'un anni ed è stato un incidente ma non amo niente come amo questo bambino, ho accettato di trasferirmi qui per lui, per la paga migliore anche se è un lavoro inferiore, sentivo solo di aver bisogno di andarmene da Londra, non ho intenzione di tornarci mai più.

Ma sento come se qualcosa mancasse, in me, da quando ho preso Aditi e ce ne siamo andati. Dormo poco e se dormo, una donna dai capelli rossi popola i miei sogni, i miei incubi, lei muore ed io... io non riesco a salvarla e mi sento come se mi si fosse strappato il cuore dal petto. Ma io non conosco rosse, non ho mai conosciuto nessuno con quel viso delicato ma deciso, come se fosse pronta ad aprirsi in un sorriso o a ferirti con le parole, probabilmente anche contemporaneamente.

Forse è solo un mio modo per elaborare la mezza fuga che ho fatto venendo a Mosca, per allontanarmi da quella vita che mi stava stretta e dai colleghi di lavoro con cui non andavo d'accordo.

"Papà!" Strilla Aditi. ""Elaooooo" Urla. Lo conosco, quindi capisco la parola gelato senza che abbia bisogno di dirla bene.

Rido. "Gelato? Fa freddo amore, che ne dici di una cioccolata calda?" Chiedo. "Ci metterò la panna, come piace a te, e ti comprerò un dolcetto"

"Doceto" Dice contento, agita il peluche.

Rido, questo bambino è la mia roccia. "E un bel dolcetto, dolcezza"

Aditi ride, non credo che abbia capito il gioco di parole, ma scoppio a ridere con lui e allungo una mano all'indietro, lui me l'afferra immediatamente, è bagnata e appiccicaticcia e sono sicuro al cento per cento che ce l'aveva in bocca fino a pochi secondi fa, questo aumenta le mie risate.

"Pe sempe" dice solenne.

Sorrido, è una cosa nostra. "Per sempre" dico con solennità.

💔💔💔

Mi dispiace torturarvi ma... mi diverto un sacco giuro.

Capitolo corto. I prossimi saranno così, ma c'è bisogno che lo siano.

Non ho molto da dire.

Rose ha dato le sue cose a Scorpius, gli ha dato il bambino, il "per sempre". Gli ha tolto tutto e gli ha dato tutto per amore ed è devastante.

Come credete che finirà, questa storia? Che ipotesi avete? Pensavate che sarei mai arrivata a questo punto, quando al primo capitolo avete detestato Rose?

Spero vi sia piaciuto,

Baci,
H

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