Capitolo 15. Rose

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15.

Non so perché, ma un po' me l'aspettavo.

Lo guardo da lontano, cerco di evitare di farmi notare quando gli lancio alcune occhiate. Non mi sono seduta accanto a lui, oggi, gli ho promesso che non l'avrei più disturbato se se ne fosse andato e così farò, sarà lui a venire da me, a pregarmi perchè io cada in ginocchio ai suoi piedi.

Merlino, ieri sera sono tornata nella mia stanza eccitata come non mi ero mai eccitata per qualcuno di completamente vestito. Il modo in cui mi ha spinto contro il muro, come si è incazzato e ha tentato di non cedere... Sono dovuta venire due volte per riuscire a smettere di pensarci, a smettere di pensare a lui e a come sarebbe stato averlo, anche solo una volta.

Ma lui verrà da me, e andrà tutto secondo i piani. Me lo scoperò, prenderò il fascicolo, e lo allontanerò. Poi se nel mentre mi da qualche orgasmo anche meglio, perché scommetto che è bravo a letto come in tutto il resto.

Quando è entrato mi sono alzata come tutti gli altri, da sola, e ho abbassato lo sguardo. Ho trattenuto una risata quando ho sentito i suoi occhi fissi su di me, freddi, che hanno nascosto bene la sorpresa.

"Forse dovremmo attaccare da qui" Sam mette la pedina nel punto che ha indicato.

Io alzo le sopracciglia. "E se va male? Come scappi?" Chiedo divertita. So che dovrei fingere indifferenza ma è una mossa da stupidi e non resisto, adoro mostrare la mia intelligenza e far incazzare i saputelli come Sam.

Ha messo il pezzo di plastica giallo tra due montagne, incastrandole tra queste e un bosco, come un coglione.

"Con la magia?" Chiede ironico il moro.

Gli sorrido dolcemente. "E se la bloccano? Se ti bloccano la magia? Cosa fai? Aspetti di morire?" Chiedo gentile, anche se vorrei prenderlo a schiaffi. "Non puoi attaccare da quel punto, hai le montagne alle spalle e se i nemici sono più forti non riusciresti mai a scappare"

Adoro come il moro diventi rosso di irritazione. È lui il migliore, nella sua testa, e non va bene che ci sia qualcuno di più bravo, e sarà proprio questa cosa a fotterlo, alla fine.

"Bene, e tu da dove attaccheresti?" Chiede stringendo i denti.

I cadetti e Scorpius mi guardano mentre faccio i pochi passi che mi separano dal tavolo e mi ci appoggio sopra. "Posso?" Chiedo dolcemente a Nat per prendere le sue pedine. Lui mi sorride e me le porge, guardo la mappa. "Se i nemici sono qui" indico il centro di una radura in un bosco, la pedina dei presunti nemici è bianca. "Attaccherei da qui, qui e qui" Metto le pedine rosse di Nat nel bosco e sulla montagna, a formare un triangolo se unite, che circondano la pedina nemica. "Avere una vista dall'alto aiuta molto." Dico riferendomi alle montagne. "Metterei anche qualche soldato sugli alberi"

Tutti guardano la mia strategia elementare sorpresi. "Sei magnifica" mormora Nat guardando la cartina. Rido e faccio un piccolo inchino.

"Ottimo lavoro" Scorpius parla ed io gli lancio uno sguardo, prima di distoglierlo velocemente.

"Grazie, signore" dico, piatta.

Lui mi guarda a lungo, lo sento. "Bene. Lezione finita" dice, il tono freddo. "Andate a pranzo"

E dopo un "Si, signore" all'unisono, i ragazzi afferrano le loro giacche e si incamminano verso l'uscita, poi verso la sala mensa.

Permetto a Nat di appoggiare un braccio attorno alle mie spalle e di trascinarmi con se. "Sei stata bravissima, non so perché ti abbiano costretto a stare qui, secondo me sei un ottimo soldato" dice.

Zelda mi affianca dall'altra parte e sorride. "Come mai così docile con il capo oggi?" Mi chiede divertita.

Nat ride. "Giusto" afferma. Mi da una stretta alle spalle e mi guarda curioso. "È rimasto spiazzato. Secondo me sta ancora lì a fissare la cartina chiedendosi se qualcuno di noi ti ha drogato"

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