Capitolo Ventisette

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"Grazie per il passaggio!" Jungwon ringraziò Heeseung prima di chiudere la portiera, Heeseung fece un cenno con la testa e la macchina si allontanò.

Jungwon osservò il bellissimo tramonto davanti a lui che dipingeva Seul di sfumature di rosa e viola. Tirò fuori il telefono dalla tasca, non ci pensò molto e scattò una foto al panorama, non lo faceva spesso e lui stesso ne rimase sorpreso. Non era il tipo di persona che fotografava i tramonti, anzi lo trovava inutile. Sapeva che nessuna macchina fotografica sarebbe mai riuscita a intrappolare la sua bellezza; "nessuna foto renderà mai giustizia alle emozioni che si provano guardando un tramonto". Ma lo fece comunque, lo fotografò, perché tutto ciò che aveva in mente in quel momento era Jay ed il suo amore per i tramonti. Ogni sera, quanto il sole dipingeva il mondo di colori caldi, lui pensava a Jay. Jungwon aveva iniziato a farlo sempre più spesso, mandare le foto del cielo al tramonto a Jay era diventato il suo modo per dimostrargli amore, sperava che quest'ultimo in qualche modo capisse che non pensava ad altro se non a lui. E Jay sapeva bene che lo faceva solo per lui e nonostante questo non riusciva a capire quanto fosse veramente importante per il ragazzo dai capelli blu.

Jungwon infilò il telefono nella tasca dei pantaloni e, dopo aver guardato il panorama per qualche altro secondo, si girò verso il giardino a cui precedentemente dava le spalle, il giardino del campus. Il piccolo parco verde rifletteva gli ultimi raggi del sole mentre le lampade sparse intorno al sentiero iniziavano ad accendersi. Un leggero venticello scompigliò i ciuffi del ragazzo che ancora fermo si lasciava trascinare dall'atmosfera del crepuscolo. Jungwon rabbrividì, il sole spariva dietro l'orizzonte sequestrando alla Terra il calore che precedentemente gli aveva donato. Il vento si faceva sempre più forte e raffreddava il corpo del ragazzo, così decise di entrare dentro e tornare in camera sua.

Da quando Jay aveva lasciato il karaoke senza dire niente a nessuno, Jungwon non aveva fatto altro che pensare a lui. Non sapeva se il piano avesse veramente funzionato o se semplicemente stava succedendo tutto nella sua testa, ma il suo obbiettivo era scoprirlo.
Jungwon camminava nei corridoi del campus ed il suo pensiero fisso continuava ad essere quel ragazzo, non sapeva come approcciarlo una volta arrivato in camera, aveva bisogno di vederlo e di sentirlo ma sopratutto conoscere il motivo della sua magica scomparsa dal locale. Passo dopo passo, il ragazzo continuava ad avere le idee confuse, non sapeva cosa dire o come comportarsi davanti a lui ed una volta arrivato in stanza non si accorse nemmeno subito che la camera era vuota; Jay non c'era.
Jungwon sbuffò, si sedette sul letto ed osservò il vuoto. La stanza era pitturata dal tramonto, gli ultimi raggi di sole riscaldavano quelle pareti bianche mentre Jungwon si perdeva nel caos del suo cervello.

"Jungwon?" una voce si udì fuori dalla stanza; Jungwon girò la testa e notò di non aver chiuso la porta alle sue spalle.

"Come mai la porta aperta?" Jungwon riconobbe la figura, un alto ragazzo dai capelli mori inarcava un sopracciglio mentre aspettava una risposta dal più piccolo.

"Faccio girare l'aria" cercò la scusa più veloce, non voleva stressare il ragazzo con le sue inutili lamentele amorose.

"Capisco" il moro gli sorrise e lasciò lo stipite della porta.

"Jake aspetta" la testa del moro spuntò da dietro il muro.

"Sì?"

"Sai dov'è Jay?" non si aspettava una risposta soddisfacente, perché avrebbe dovuto saperlo Jake? Ma lo chiese comunque, forse spinto dalla disperazione.

"L'ho visto prendere le scale per il tetto due minuti fa quando stavo uscendo dalla stanza. Perché?" a Jungwon si illuminò il volto e scattò in piedi.

"Grazie, veramente grazie mille" esclamò il più piccolo mentre correva fuori dalla stanza lasciando l'altro ragazzo perplesso.

Jungwon camminava velocemente senza fare caso alle persone che lo circondavano ed in testa continuava ad avere solo ed esclusivamente Jay. Arrivò alle scale con un leggero fiatone e si affrettò a salirle, uno scalino dopo l'altro, le gambe iniziarono a farsi pesanti ma non rallentò il ritmo ed arrivato in cima si fermò davanti alla porta per prendere aria. Dopo qualche secondo, aprì la porta lentamente senza fare rumore e cercò Jay con lo sguardo. Il corvino sedeva sul bordo del tetto, gli occhi fissi sul tramonto che osservava in silenzio, dava le spalle a Jungwon e quest'ultimo riuscì ad osservare la sua sagoma nei dettagli prima di avvicinarsi. Il vento gli scompigliava i capelli corvini e distruggeva in poco tempo le nuvole di fumo create dalla sigaretta che si era appena acceso.

Snap Out Of It || SunsunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora