Mi alzai per vedere chi fosse a tirare sassi dalla finestra.
"Karla" girdò una voce dal basso nel tentativo di richiamare la mia attenzione.
"Steve che ci fa a quest'ora" mormorai.
"C'è una festa, non te l'ho detto perchè ho temuto finissi come l'altra volta, ma non credo sia una pessima idea invitarti" disse.
"A quest'ora? Domani abbiamo scuola" dissi guardando l'orologio.
22:34..
"Dai, mettiti qualcosa e scendi" supplicò.
"Va bene ma mi riaccompagni tu dopo a casa. Non guiderò la bici" dissi cercando un vestito da mettere.
Lo trovai. Aveva dei colori arancioni e rosa qua e là che si mescolavano nello sfondo bianco del tessuto.
"Steve non guardare, il vestito è corto" dissi.
"Ok ma muoviti, c'è Robin che aspetta in macchina" rispose allontanandosi dalla finestra.
Scesi di fretta dalla finestra. Successivamente raggiunsi i due nella macchina e andammo alla festa.
Era come l'altra volta: un casino si sentiva dall'esterno.
Uscimmo tutti e tre dall'auto di Steve e ci incamminammo verso l'entrata della casa dove tutti gli adolescenti stavano radunati.
Appena entrai, sentì un forte odore di alcol ed erba.
"Vado a cercare Nance, dovrebbe stare da queste parti" disse Steve allontanandosi da noi.
"Steve è ancora innamorato di Nance, palese" disse Robin ridacchiando.
"Ti va di ballare?" chiesi a lei.
"Me lo chiedi pure? Però prima beviamo qualcosa così ci scateneremo di più in pista" disse sorridendo.
Vodka.
Presi 6 shottini di Vodka, 3 a testa.
"Pronta?" chiesi.
"Quando sono con te, sempre" rispose guardandomi.
Mi piace averla come amica, è così gentile e simpatica. Sento che con lei posso parlare di tutto.
Raccontarle pure ogni minima cazzata.
"Seguimi" urlai prendendole la mano.
La portai in mezzo alla sala da ballo. Entrambe in preda all'euforia iniziammo a saltellare urlandoci addosso i testi delle canzoni.
Ballammo per minuti, tanti...
Guardai il mio orologio e notai che erano le 00:21, è ancora presto mi dissi.
Guardai attorno qualcosa da bere visto che ero disidratata per il troppo movimento ma qualcos'altro attirò la mia attenzione.
Su un tavolino c'erano delle strisce bianche posizionate in ordine. Le persone che stavano sniffando all'improvviso si allontanarono.
Mi avvicinai ad esso e presi una banconota girata che stava affianco. Sniffai circa 2 strisce fino a quando vidi Robin avvicinarsi a me.
"Che stai facendo?" chiese preoccupata.
"Mi sto divertendo ahah" dissi confusa.
La mia testa sembrava facesse avanti e indietro all'inifinito.
"Ne parleremo meglio domani, ora è meglio se torniamo a casa" disse.
"Ma noo, rimaniamo qui. Sto bene. Ci stiamo divertendo e poi è troppo presto per andare" dissi ridacchiando.
"Lo so che ci stiamo divertendo ma è per il tuo bene se riposi" affermò avvicinandosi a me.
"Facciamo così, vieni con me" disse ponendomi la mano.
La afferai e la seguì in mezzo alla folla.
Ballammo ancora un po' per poi incontrare di nuovo Steve che stava parlando con Nance.
"Eccovi ragazzi" disse Robin ai due che si stavano guardando.
"Stavo per chiedervi se vi va di tornare a casa. Domani dobbiamo essere in aula ben riposati. Vi do un passaggio io" disse Steve con un bicchiere in mano.
"Scusa posso un sorso, sono disidratata" domandai a Steve.
"Si certo" rispose ponendomi il bicchiere.
Sorseggiai così tanto che finì il suo bicchiere.
"Ora andiamo dai" disse Nance.
Robin mi teneva ancora la mano. Mi accompangò alla macchina.
Mentre stavo seduta dietro insieme a lei, Nance e Steve parlavano tra loro.
"Come stai?" chiese Robin sussurando per non fare preoccupare gli altri.
"Bene visto che ci sei tu" dissi sorridendo.
"Mi fa piacere. Comunque volevo dirti che ci tengo a te e non mi piacere vederti in queste condizioni. Domani parliamone se ti va" disse al mio orecchio.
"Grazie Robin, grazie per esserci" dissi girandomi verso di lei abbozzando un piccolo sorriso.
Arrivai a casa alle 02:56 e lentamente aprì la porta di casa.
"Dov'eri" chiese una voce dalla cucina.
"Insieme ad amici" dissi andando verso camera mia.
"Karla, ho detto dimmi dov'eri" urlò mia madre.
"Te l'ho appena detto" risposi sbattendo la porta di camera mia per poi chiuderla a chiave.
"Non mi fido di te, ti faccio un test anti-droga" esclamò da fuori da camera mia.
"Ho già fatto pipì" urlai.
"Che succede?" chiese Dustin.
"Niente vai a dormire" ordinò mia madre.
"Dopo ti faccio un test" aggiunse.
Merda.
Scesi di nuovo dalla finestra e corsi velocemente verso casa di Robin, era vicino alla mia per fortuna.
"Hey Robin" urlai dalla sua finestra.
Che cosa comica prima ero nella sua situa: avere qualcuno sotto che urla il tuo nome.
"Karla? Perchè non sei a dormire?" chiese.
"Ti posso chiedere una favore? Ti scongiuro" supplicai.
"Dimmi" rispose preoccupata.
"Puoi fare pipì in una piccola bottiglietta di plastica?" domandai da sotto la sua finestra.
"Tua madre ti ha beccata?" chiese ridacchiando.
"Già" risi pure io.
"Aspetta un secondo" disse allontandosi da camera sua.
"Eccomi" disse dopo che furono passati circa una decina di minuti.
Mi lanciò dalla finestra una piccolo contenitore bianco chiuso per bene.
"Grazie!! Mi stai salvando il culo, ti sono in debito" dissi ridacchiando.
"Di nulla, ora vai a dormire" rispose agitando la mano per salutarmi.
Ritornai di corsa a casa e mi arrampicai sull'albero vicino a camera mia per poi gettarmi al suo interno.
Sono le 03:45...
Merda, se ora dormo non mi sveglierò più.
"Mamma ora mi scappa, vieni" le dissi.
Andammo entrambe in bagno e quando le si girò per darmi un po' di privacy, misi l'urina di Robin dentro un altro contenitore dove mia madre poi avrebbe messo il test.
Mi alzai e il test era negativo.
"Non farmi più preoccupare. Ora vai a dormire che hai scuola. Ti sveglio io" disse abbracciandomi.
Per quanto lei possa essere gentile con me a volte, non dimentico mai quello che ha fatto.
Mi ha picchiata violentemente la prima volta che ha scoperto che mi drogavo.
Andai in camera e mi addormentai subito.
"Svegliaaa" urlò mia madre.
Cazzo mi sembra che siano passsati solo pochi minuti che ormai è ora di andare.
Mi vestì, mi lavai i denti e raggiunsi Dustin che mi stava aspettando fuori.
"Che è successo ieri?" chiese serio.
"La mamma pensava lo avessi fatto e quindi mi ha sgridata. Comunque tranquillo niente da preoccuparsi il test era negativo" gli dissi rassicurandolo.
"Oh ok, ieri Suzie mi ha detto che mi ama" mi disse.
"DAVVERO?" chiesi sbalordita.
"Si, sono stra felice" raccontò.
"Lo sono anch'io per te" dissi.
Arrivammo a scuola e raggiunsi subito il bagno per sniffare ancora un po'.
"Hey dolcezza, da dove vieni" disse Eddie mentre mi guardava uscire dal bagno confusa.
"Troppo latte di mattina..." dissi.
"Non mentirmi" disse avvicinandosi a me.
"Non parliamo di ste cose a scuola perchè possono sentirmi" dissi bisbigliando.
"Dopo scuola al tavolo di pic-nic" disse baciandomi la fronte.
Arrossì.
"Sei stupenda quando hai il viso rosso" disse allontanandosi e avviandosi verso la sua classe.
Andai anch'io verso la mia.
Le ore passarono velocemente e finalmente arrivò l'ora di pranzo.
Appena entrai nella sala tutti mi guardavano, cosa è successo? Anzi cosa ho fatto?
"Ecco la tossico dipendente!" urlò Jason dal suo tavolo alzandosi.
"Fatti i cazzi tuoi" dissi aggressivamente.
"Potrei ma non voglio" rispose.
"Dove stai andando? A sniffarti altra roba?" disse guardandomi allontanare.
Mi girai di scatto e mi riavvicinai a lui.
"Senti Jason, potrò sniffarmi quanta roba voglio, ma urlare in mezzo a tutta la mensa è inutile. Non mi sentirò in imbarazzo, a disagio o quello che pensi tu. Sei solo una testa di cazzo a pensare di parlare dei problemi altrui senza conoscere le conseguenze" dissi con la testa alta.
Infine per concludere mi avvicinai per sussurargli qualcosa all'orecchio. Lui capì che dovetti dirgli qualcosa quindi piegò la testa ma... gli tirai una ginocchiata alle palle.
"WOOOOAH, Jason ti fai battere da una tossica?" disse uno del suo gruppo.
Mi allontanai e vidi Nance, Robin e Steve girati verso di me mentre mi avvicinai a loro.
"Scusate il trambusto ma non sopporto sentire le teste di cazzo" dissi.
"Gli hai fatto il culo" disse Robin.
"Complimenti" disse una voce dietro di me.
"Munson perchè non sei al tavolo degli svitati?" aggiunse Steve.
"Devo parlare con Karla un secondo, ve la posso rubare?" rispose Eddie.
Mi prese per la mano e mi portò nello sgabuzzino della bidella.
"Scusa l'orribile posto ma non riuscivo ad aspettare dopo scuola" mormorò.
"Diciamo che non riesco a smettere" dissi la verità.
"Da quanto tempo va avanti questa storia" chiese.
"Da 7 anni" risposi.
"Perchè hai iniziato? Rispondi sinceramente" domandò mantenendo il contatto visivo su di me.
"Ci sono cose che vorrei dimenticare e che preferisco non raccontare ora" dissi chinando la testa verso il basso.
"Me ne parlerai quanto te la sentirai, tanto sarò sempre qui pronto ad ascoltarti" disse.
"Grazie, mi spiace che tu debba vedermi sempre in pessime condizioni" aggiunsi.
"Tranquilla, voglio aiutarti" mi guardò.
"Al momento sei la mia droga preferita" dissi arrossendo.
"E non ti basto?" chiese guardandomi.
"Esatto" risposi.
"Quindi se tu avessi di più staresti meglio?" chiese maliziosamente.
Si avvicinò di più a me sempre mantenendo il contatto visivo.
"Può darsi" risposi sorridendo.
"Quanto ne hai bisogno" domandò.
"Ora?" chiesi.
"In questo momento" disse.
"Molto" risposi e avvicinandomi sempre di più.
Mi baciò più passionatamente di ieri, le nostre lingue si intrecciarono velocemente e le sue mani salirono rapidamente per il mio corpo.
Le mie dita accarezzavano il suo cuoio cappelluto causandogli dei brividi lungo la spina dorsale.
Misi le gambe attorno alla sua vita e lui sbattè entrambi sull'armadio dove la bidella metteva gli attrezzi per pulire.
"Molto di più" aggiunsi con poco fiato.
Sorrise maliziosamente e si tolse la maglietta del suo club buttandola a terra.
Mi sfilai anch'io la canottiera bianca che avevo addosso. Iniziò a baciare delicatamente il mio corpo facendo tremare il mio cuore. Piano piano spostò la sua bocca sul mio petto chiedendomi il permesso. Mise la mani attorno alla mia schiena per allacciarmi il reggiseno e gettarlo a terra.
Dopo aver osservato con un sorriso malizioso il mio corpo mezzo spoglio, mi guardò negli occhi e riprese a baciarmi più perdutamente.
Mentre le nostre lingue si mescolavano, i nostri corpi si stringevano sempre di più. Appoggiai gentilmente le mie mani sul petto per poi scendere ai suoi pantaloni. Gli slacciai la cintura e la lanciai insieme ai nostri vestiti sparsi sul pavimento.
"Hai chiuso la porta?" chiesi cercando di riprendere il respiro.
"E' più bello quando c'è il rischio in mezzo" disse maliziosamente.
Mi tolse i pantaloni e gli gettò insieme al resto del caos.
Mi guardò perso tra i suoi pensieri dopo aver visto il mio corpo.
"Sei stupenda" disse.
Volevo averlo. Di più. Smisi di cercare di riprendere il respiro e iniziai a far danzare la mia lingua con la sua. Le sue mani di nuovo sui miei fianchi scesero delicatamente fino a incontrare le mie mutande.
"Posso?" domandò sorridendo.
"Munson. Fallo." risposi affrettata.
Fece scivolare le sue dita all'interno del mio intimo fino a incontrare il mio punto debole. Lo massaggiò delicatamente guardandomi negli occhi tutto il tempo. Voleva vedere al meglio le mie reazioni.
"Ah.." sussurai al suo orecchio.
Sorrise maliziosamente e infilò due dita al mio interno, causandomi subito piacere.
Iniziò a muoverle lentamente cercando di trovare il mio posto delicato. Lo trovò con estrema facilità. Quando vide il mio collo andare dietro le spalle dall'eccitazione, lui capì subito che quello era il mio punto debole. Continuò a muovere le dita aumentando sempre di più la velocità.
"Come mi chiamo" chiese ghignando.
"Munson smettila con questi giochetti" gli dissi ansimando.
"Rispondi" disse lui aumentando di netto la velocità e facendomi arrivare quasi al mio climax.
"Eddie" urlai in preda all'euforia.
Si limitò a sorridere. Ripresi il fiato dopo aver raggiunto il mio limite e lui tolse le dita asciugandole con della carta che c'era lì accanto.
"Abbiamo saltato l'ora di pranzo, mi dispiace" disse.
Lo baciai stavolta più romanticamente per poi cominciare a vestirmi.
"Chissà cosa dirà la bidella vedendo il casino che c'è qua" ridacchiai.
"Che lo ammiri come io faccio quando ti vedo" sorrise.
Dopo essere diventata rossa, fuggì dallo sgabuzzino e corsi subito nella mia prossima aula.
"Karla?" disse qualcuno.
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SPAZIO AUTORE:
Spero che questo capitolo, nonostante la sua lunghezza, vi sia piaciuto. Questo è stato più spinto rispetto agli altri.
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EUNOIA - Eddie Munson
FanfictionKarla, ragazza di 18 anni dotata di talenti segreti, viene trasferita a Hawkins, Indiana, dopo essere stata per lungo tempo in un luogo lontano dalla sua famiglia e dai suoi cari amici. Decide di iniziare una nuova vita, inseguito a un terribile acc...