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Corsi in camera mia a sbattei la porta con furia tanto che svegliai tutti gli altri.

"KARLA! Ma che ti prende?" chiese aggressivamente mia madre.
Aprì la porta per guardarla e affrontare l'ennesima lite.
"E' ritornato e fai finta che vada tutto bene! E' insopportabile il fatto che non lo mandi via per il mio bene e quello di Dustin... mio padre non è più mio padre come non lo è mai stato" urlai ai suoi occhi.
"Ora hai l'opportunità di stare con lui" rispose lei.
"Ma se non ho mai avuto l'opportunità di parlare con te normalmente!" urlai con le lacrime agli occhi.
"Non è vero" affermò lei.
"Stronzate" risposi.
"Come puoi permetterti a dire certe cose, ti ho dato tutto" esclamò lei.
"Fottiti" mormorai chiudendo la porta.


Appoggiai la testa sul legno dell'apertura mentre mia madre continuava ad urlarmi e a supplicarmi di aprire la porta.
Misi le mani alle mie orecchie per cercare di non ascoltare le sue parole.
Delle lacrime colarono velocemente sulle mie guance rendendomi rossa.
La mia bocca restava spalancata dal dolore mentre i miei occhi chiusi cercavano di interrompere la scena. I miei singhiozzi aumentarono così tanto che riempivano la stanza di rancore.

Ti prego zitta, zitta, zitta! ZITTA!

Silenzio.


Bip.
Bip..
Bip...

Mi alzai da un soffice materasso ansimando.
Ho sognato di essere morta?
I miei occhi finirono sulle mie mani, un po' insanguinate.
"Merda" sussurrai.
Poco sopra trovai le mie braccia bendate.
"Sei sveglia..." mormorò qualcuno accanto a me.
Il mio sguardo si alzò e si pose su una figura che giaceva nel buio.

Ero in ospedale, di notte.
"Cos'è successo?" domandai.
"Tuo fratello ti ha trovata in una pozza di sangue insieme ad una di vomito..."
 spiegò.
Ero inconfondibile la sua voce.
"Eddie...?" chiesi.
Lui uscì dall'ombra e si avvicinò al mio lettino.
Mi prese per mano e mi guardò attentamente.
"Perchè?" domandò lui.

A quel punto ricordai quello che era successo: dopo aver bevuto una bottiglia intera di vodka che tevo nascosta nell'armadio, ed essermi tagliata perdutamente, mi ero addormentata profondamente sul pavimento del bagno.
"Dustin non sai quanto piangeva..." dichiarò Eddie.

Avevo di nuovo ferito Dustin, quando lui stesso stava male per quello che stava accadendo in famiglia...?
"Dove sta ora?" chiesi distogliendo lo sguardo da lui.
"A casa" rispose lui con un tono serio.
"Karla, mi ha fatto preoccupare un sacco..." mormorò lui cercando di attirare i miei occhi.
"Eddie, volevo solo che tutto si fermasse" spiegai con le lacrime agli occhi.
La sua mano era ancora intrecciata nella mia e l'altra la teneva appoggiata sul mio candido viso.
Delle gocce finirono sulla sua pelle.
Il suo pollice mi asciugò il viso.
Incontrai di nuovo i suoi occhi scuri che diventarono lucidi in pochi secondi.
"Non fare più cazzate, ti prego Henderson" sussurrò lui.
"Eddie..." lo abbracciai.
Le sue braccia mi avvolsero lentamente.
"Voglio mandare via mio padre" affermai guardandolo.
"E come?" chiese lui.
"Pensavo di fare un'ultima cazzata, così lui capirà di essere un problema in casa" spiegai.
"No, tu non farai altre cazzate" dichiarò lui con un tono debole.
"Ma è necessario per mandarlo via.." mormorai.
"Si può fare in un altro modo, magari puoi rompergli la macchina, distruggere il suo ufficio o-" lo interruppi io.
"Eddie... devo fargli capire che sto male a causa sua" dissi guardando i suoi occhi lucidi.
"Karla ti prego.. Ti stavo per perdere oggi, e ora so che potresti andartene per sempre..?" domandò lui.
"Ci sarai tu accanto a me quando lo farò, ok?" chiesi cercando di non singhiozzare.
"Ti salverò..." sussurrò lui guardando il basso.

"Promesso?" domandai facendo toccare le nostre fronti.
"Promesso" rispose lui dandomi il mignolo.
Lo strinsi e poi gli baciai il naso.
"Vuoi ritornare a casa?" chiese Eddie.
"Vado a compilare i moduli" ridacchiai io.
"Perchè ridi?" mi fece una domanda.
"Ci siamo invertiti i ruoli, hai notato?" abbozzando un sorriso.

Dopo queste parole, Eddie mi prese per la spalla con il suo braccio facendomi dondolare per i corridoi.
"Stupida" sussurrò lui accennando i suoi denti.
"Vado in segreteria, aspettami fuori" spiegai.
"Ai suoi ordini M' Lady" dichiarò lui.

Dopo aver compilato dei fogli, uscì dalla porta pricipale.
Vidi subito un furgone, mi avvicinai ad Eddie che stava in piedi con una sigaretta tra le labbra.
"Passa" ordinai.
Mise la cicca tra le mie dita e successivamente aspirai del fumo.
Mi alzai sulle punte e posi il mio volto davanti al suo per buttargli l'emissione in faccia.
"Sai che vuol dire questo gesto?" domandò lui maliziosamente.
"Ovviamente" risposi sorridendo.
"Andiamo a casa, voglio parlare con Dustin" aggiunsi subito dopo con un tono serio e preoccupato.

Condusse entrambi a casa, prima di uscire lui raggiunse dalla mia parte la portiera e me la aprì con un inchino.
"Grazie M' Lord" affermai per poi dargli un bacio.
Sorrise felice e mi prese per mano.
"Posso restare?" chiese cortesemente.
"Si" dissi girandomi verso di lui.

Aprì la porta e trovai tutti in sala che mi aspettavano con ansia.
"Karla!" disse Dustin venendomi incontro per abbracciarmi.
Lo accolsi tra le mie braccia con tanto affetto.
"Scusami Dustin, non avresti dovuto vedere quella scena" dichiarai con un po' di lacrime agli occhi.
"Non scusarti ma non farlo più, ti prego" mormorò.
"Va bene" mentì.

Si staccò lentamente da lui e posò una mano sulla mia spalla mentre tenevo stretta quella di Eddie.
"Karla, perchè lo hai fatto?" chiese mia madre furiosa.
"Perchè volevo che tutto si fermasse per un momento" dissi la verità scrutandola male.
"Non è il modo giusto" si aggiunse mio padre alla discussione.
"La tua presenza mi distrugge, papà, e non sai quanto. Vorrei che tu non ci fossi" dichiarai balbettando.
"Pensavo il contrario. Finalmente sono qui e vuoi che me ne vada" mi sgridò.
"Papà, se devo essere sincero... stavo meglio anch'io quando non c'eri" dichiarò Dustin accanto a me.
"Dustin non ti ci mettere pure tu... possiamo ancora essere una famiglia" cercò di convincerci.
"No, vai da qualcun altro e creati un'altra famiglia. Pensa a noi, a come ci hai ferito. Non dimenticarci del tutto, così magari non commetterai gli stessi errori" alzai la voce guardandolo rancorosa.
"E tu invece?" chiese mio padre a mia madre.
"A me fa piacere averti qui dopo così tanto tempo" parlottò mia madre persa tra le sue parole.
"Non ci credo..." mormorai sconvolta dalle sillabe che erano uscite dalla sua bocca.
"Mi trasferisco allora" dichiarai.
"Senza soldi? Ahaha ti stai illudendo" affermò mia madre.
"Vai a farti fottere, Dustin andiamo" dissi prendolo per mano.

"Dove credi di andare" mi afferrò per il collo mio padre davanti a tutti.
"Toglile le mani di dosso" affermò Eddie alzando la voce e cercando di restare calmo.
"Torna a vendere droga" urlò mio padre.
"Ragazzi potete un secondo lasciarci da soli?" chiesi senza distogliere lo sguardo da Eddie.
"Non ti lascio sola con questo stronzo" disse Eddie insieme a Dustin.
"Vi chiamo io" dichiarai.
Lo sguardo dei due sembrava così preoccupato. Eddie prese per la spalla mio fratello e si allontanò un po' più in là.

Loro se ne andarono nella stanza accanto e mio padre, ancora con la presa sul mio collo, mi girò aggressivamente verso di lui.
"Mi uccido se non te ne vai" affermai sinceramente e con uno sguardo di sfida.
"Non lo farai se ci sono io qui a proteggerti" disse.
"Sei incoerente, in questo momento mi stai facendo male, non mi stai proteggendo" spiegai.
"Ti prego vai oppure mi uccido, lo giuro lo faccio!" alzai la voce.
"Cosa ricevo in cambio?" domandò.

Voleva qualcosa in cambio..?
"Cosa vuoi?" chiesi confusa.
Mollò la mano dal mio collo e si allontanò lentamente guardandomi dall'alto.
"Voglio che tu rompi con quello là" affermò indicando Eddie.
"No..." mormorai.
"Fallo o rimango qui" dichiarò con prepotenza.
Le lacrime scesero nuovamente sulle mie gote che diventarono rosse in poco tempo.
"Ok..." sussurrai sconvolta da quello che stavo per fare.
"Io verrò ogni tanto a vederti da lontano e, se ti trovo con lui, ritornerò qui" spiegò meglio.
Lo faccio per il mio bene e quello di Dustin...
Ma davvero dovevo lasciare Eddie...?

EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora