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Senza accorgemene arrivò il weekend. 
Mi alzai dal letto tardi visto che c'era scuola. Seguì come al solito la mia routine ma con più calma.
"Mamma, oggi vado ad una festa insieme a Nancy e dei suoi amici" dissi alla mamma.
"Da quando vai alla feste dopo quello che è successo?" chiese seccata.
"E' una festa con dei miei nuovi amici, non succederà niente" spiegai mentre mi inchinavo per prendere il telecomando della TV dal tavolo.
"Non ci vai. Non mi fido di te" ordinò con un tono deluso e arrabbiato allo stesso tempo.
"Il passato rimane nel passato. Sono pulita ora, e sto cercando di divertirmi, di più il possibile" affermai con calma.
"Non ci vai. Te lo vieto" disse aggressivamente.
Mi stavo decisamente arrabbiando, perchè non riesce a fidarsi? Non è successo nulla fin'ora. Dovrebbe esserne grata.
Mi alzai dal divano sbattendo prepotentemente il telecomando sul divano.
"E non sbattere le cose!" urlò mia madre.
Corsi in camera mia e sbattei la porta di proposito per farla infuriare di più. Non so perchè mi comportavo in quel modo, ma so che la furia stava avendo la meglio su di me. Chiusi a chiave la porta e mi distesi sul divanetto che si trovava di fronte al mio letto.
Pensavo a come sarei potuta scappare di casa e andare in giro. Geniale.
Presi il mio zainetto e misi dentro il vestito che avevo deciso di mettere alla festa, scarpe, cuffie per ascoltare la musica e infine soldi. Molti soldi.
Andai al negozio dove Steve e Robin lavoravano, me lo avevano accennato durante l'ora di pranzo.
"Posso usare gentilmente il vostro computer?" chiesi.
"Certo, ma per quale motivo?" mi domandò Steve.
"Devo cercare una cosa" affermai.
"Uhm va bene ma non metterci troppo che poi mi licenziano" disse lui.
Iniziai a cercare il nome di Rick, magari riuscivo a trovare il suo indirizzo. Dopo molte ricerche, finalmente lo trovai tramite i film che aveva deciso di noleggiare.
Si trovava vicino a Lover's Lake. Le mie intenzioni erano più che ovvie. Dopo le parole di mia madre, non riuscivo più a trattenermi. Dovevo rilassarmi.
Salì sulla mia bici e mi avviai velocemente verso casa sua.

Passarono 16 minuti e finalmente raggiunsi la casa di Rick Spinello. Davvero viveva lì?
Bussai alla porta, nessuna risposta.
"Rick non sono la polizia però credo di aver bisogno del tuo aiuto" urlai.
La porta si aprì leggermente, una figura alta si trovava dietro ad essa.
"Chi sei?" chiese.
"Un nuovo cliente..?" ridacchiai.
Non volevo che sospettasse di me. Davvero volevo comprare e poi uscire.
"Entra e chiudi la porta dietro di te" disse a bassa voce.
Feci come aveva detto e mi girai intorno per guardare quel luogo.
Era sporco e disordinato, proprio come camera mia. Questo mi faceva sentire decisamente più a mio agio; se fosse stata una cosa ben pulita e ordinata, sarei stata più diffidente.
"Come ti chiami?" chiese.
Mi girai verso di lui finalemente. Era alto, era pieno di tatuaggi e aveva i capelli cortissimi, quasi rasati a zero.
"Karla" dissi.
"Come fai a sapere dove abito" chiese con un tono incerto.
"Ti ho trovato grazie ai film che hai noleggiato" risposi.
"Non pensavo fosse possibile" disse lui.
C'era silenzio in casa, abitava da solo.
"Bhe di cosa hai bisogno" chiese con un tono serio ora.
"Hai la sugar Mom e la special K?" chiesi insicura.
"Ho di tutto" affermò
Mi fece il segno di seguirlo, forse mi stava portando nella stanza dove tiene le sue pietanze.
"Quanto ne vuoi" chiese.
"3 sugar Mom e 2 di special K" risposi con un tono tremolante.
"Sono 67 dollari" disse seriamente. I suoi occhi mi scrutavano dall'alto al basso mentre io cercavo qualcosa con cui rispondere.
"Senti se non vuoi, dimmi e basta. Non sto qui a perdere tempo" affermò con un tono seccato.
"La voglio" dissi dandogli i soldi in mano.

Lo ringraziai e senza voltarmi me ne andai. Guardai l'orologio '16:48'. Ho ancora del tempo.
Ritornai a casa: la porta era chiusa a chiave quindi mi arrampicai sull'albero situato vicino alla mia finestra e mi scaraventai dentro. Ho fatto un bel tonfo ma riuscì immediatamente ad alzarmi.
"Tutto bene lì dentro?" chiese mia madre ancora infuriata.
"Sisi, stavo ballando e sono caduta, tutto apposto" dissi.
Feci danza da piccola, però decisi di mollare a causa delle emozioni negative di quel periodo.
Mi feci la doccia e mi preparai per la festa. Il vestito era verde, non era nè corto nè lungo. Faceva vedere bene le mie curve, mi stava veramente da dio. Dopo essermi guardata allo specchio, presi le chiavi di casa e le usai per sniffare della special K. 
Iniziai subito a sentire l'euforia e grande potere nel mio corpo. Percepisco un senso di benessere, fiducia nelle mie capacità. 
"Notte mamma" le urlai da camera mia, ancora chiusa a chiave.
Dalla finestra mi gettai sull'albero, fino a scendere sul prato verde di casa mia.
Presi di nuovo la mia bici e iniziai ad andare verso la festa.
Non riuscivo a guidare dritta. So che non dovrei guidare in queste condizioni, però.. cazzo mi piaceva il rischio.

Sentì un brusio in lontanza, delle persone con dei  bicchieri in mano stavo fuori in un grande giardino. La casa era enorme, evidentemente ci viveva il figlio di un riccone.
Parcheggiai la bici e ed entrai nella casa. Sembrava l'inferno.
La musica a tutto volume faceva battere il mio cuore di più, come se stesse per uscire dal mio petto.
"SII! Ho vinto!" sentì una voce famigliare dietro di me.
Mi girai e vidi Steve e Robin che giocavano a beer pong.
"Hey ragazzi, posso aggiungermi?" chiesi.
Ovvio ma devi trovare un altro compagno per giocare.
Volevo Eddie come compagno di squadra ma non lo vedevo, quindi mi misi a cercare Nance che per mia fortuna si trovava vicino a me.
"Nance vieni a giocare" dissi.
Entrambe ci avvicinammo verso il tavolo. Robin lanciò una pallina nel mio bicchiere. Non dovrei bere in queste condizioni però non volevo dare nell'occhio e rovinare la serata agli altri dicendo che mi ero drogata poco fa.
Il sapore della birra non era così forte, meno male che non c'erano superalcolici in quei bicchieri.
Lanciai io la pallina e centrai il bicchiere di Steve che successivamente si scolò il bicchiere in pochi secondi.
Andò avanti così per qualche minuto. Era brilla e fatta. Mi ero promessa che non succedeva mai più. Però sentivo il bisogno di farlo da ormai troppo tempo. La verità è che non sono mai stata sobria. Appena sono uscita dal centro, sono andata in un vicolo per comprare cose. Non so cosa erano, però erano buone tanto da suscitarmi gioia.
"Eccoti splendore, ti stavo cercando ovunque" disse Eddie che appoggiò una mano sulla mia schiena.
"Sono io ad averti cercato prima" dissi con gli occhi mezzi chiusi.
All'improvviso alle casse partì Rocket Queen, dei Guns 'N Roses, mi girai verso Eddie per chiedirgli di ballare ma...
"Mi concedi questo ballo?" Steve chiese ponendomi la mano. Girai di nuovo lo sguardo verso Eddie che scomparse dalla mia vista. Cazzo.
"Uhm si" dissi con un tono rapido.

Ci avviammo entrambi verso la pista da ballo.
Iniziai a muovere i fianchi lentamente seguendo il ritmo della musica per poi sentire le sue calde mani su di essi. La mia schiena era contro il suo petto coperto a metà. La sua camicia era leggermente aperta al colletto per respirare meglio in mezzo alla folla. Quando chiusi gli occhi, continuando a muovere il mio corpo in modo sensuale, immaginai gli anelli freddi di Eddie passare per il mio corpo. Sentirlo più vicino. Sentire il suo respiro, che inizia a farsi più veloce dall'adrenalina e dall'euforia di entrambi i nostri corpi. Immaginarlo, era questo che stavo facendo.
Aprì gli occhi e lo vidi. Si trovava in fondo alla sala che si nascondeva da Steve, stava osservando attentamente i miei movimenti, i suoi occhi poi salirono lentamente e incontrarono il mio sguardo. Sorrise maliziosamente, capì subito il suo gioco. Iniziai a muovere al meglio le mie curve mentre Steve continuava ad appoggiare le sue mani sui miei fianchi. Alzai gentilmente le braccia al soffitto per poi farle scendere a poco a poco sul mio corpo in preda dall'euforia. I suoi occhi non si staccavano da me.
Gradualmente gettai signorilmente il collo all'indietro, facendo notare i lineamenti delle mie clavicole. Era incantato, proprio come Steve in quel momento. 

Nel momento in cui gettai il collo alle spalle, la mia testa iniziò a girare per il troppo alcol assunto e la special K di prima. Mi veniva da rimettere quindi corsi di fretta verso il bagno, chiusi la porta dietro di me e infine mi chinai rapidamente verso il water. 
Non ricordo quanti minuti passarono da quel momento, ma quando aprì gli occhi ero distesa sul mio letto. Stavo sognando?

"Buongiorno splendore" disse una persona seduta sul divano.
Ancora non avevo gli occhi del tutto aperti ma, non appena sentì quella voce, capì che si trattasse di lui.
"Che mal di testa, cos'è successo?" chiesi ad Eddie che mi stava osservando.
"Ti sei divertita molto ieri sera tanto che stavi per soffocare nel tuo stesso vomito" spiegò lui.
Provai ad alzarmi ma non mi sentivo le gambe.
"Mi hai portata a casa tu?" chiesi.
"Si, tua madre non mi ha visto.. però Dustin sì che sembrava preoccupato" rispose Eddie che nel frattempo mi portò un bicchiere d'acqua insieme a una tachipirina.
"Comunque oggi devi riposare, è domenica e domani abbiamo scuola" aggiunse subito dopo con un tono serio.
Annuì. Volevo sapere cos'era successo la sera prima visto che non ricordavo niente.
"Aspetta" gli dissi mentre si avviava verso la finestra per tornare a casa senza farsi vedere da mia madre.
"Mi puoi raccontare quello che ho fatto ieri? Dettagliamente" domandai con un tono preoccupato.
"Vuoi davvero saperlo?" disse ridacchiando.
"Si" dissi.
"Ah bhe sono arrivato nel momento in cui tu stavi giocando a beer pong, all'improvviso è partita 'Rocket Queen' e volevo chiederti di ballare. Ma purtroppo quella testa di Steve Harrington mi ha preceduto. Ho deciso di allontanarmi e concederti il divertimento. Ballavi da dio. Muovevi il tuo corpo in modo incatevole e...- Ok dopodichè dal nulla sei corsa in bagno. Ho capito che c'era qualcosa che non andava quindi ti raggiunsi subito. Steve pure. Entrammo allo stesso tempo in bagno vedendoti a terra. Avevi del vomito attorno alla bocca e gli occhi chiusi. Ti alzai da terra e ti aiutai a vomitare. Dissi a Steve di andare ad avvisare dell'accaduto a Nance e Robin, e che quindi tu saresti dovuta andare a casa. Nel momento in cui Steve uscì dalla porta, hai iniziato a raccontarmi un sacco di cose. In tutto questo ti tenevo i capelli all'in sù in modo da non farteli cadere nel vomito. Successivamente ti presi in braccio e ti portai a casa con la mia auto. Tua madre probabilmente stava dormendo mentre Dustin no, era preoccupato nel vederti in quelle condizioni. Gli dissi che eri solamente ubriaca. Sappiamo benissimo, sia io che te, che non avevi solo bevuto. Mi dispiace non esserci stato prima, magari ti avrei aiutato. Ti appoggiai nel letto e sei collassata ai miei occhi. Mi addormentai sul divano, in modo da lasciarti spazio." mi spiegò dettagliamente.
Cazzo.
Che figura di merda.
"Perchè mi hai aiutata?" chiesi.
"Perchè ci tengo a te anche se ci conosciamo da poco" disse lui avvicinandosi a me.

Di nuovo la stessa sensazione dell'altra volta. Lui c'era quando stavo male...
Una scossa mi passò attraverso il cuore, come per svegliarmi da un lungo sogno, ma era la realtà.

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SPAZIO AUTORE: 
Scusatemi se questo capitolo è così lungo, spero non vi siate annoiati.

Volevo immortale al meglio l'accaduto. 
Fatemi sapere anche le vostre opinioni al riguardo.

Baci stellari <3




EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora