La mia testa si avvicinò lentamente alla sua e il mio sguardo era puntato sul suo malizioso sorriso che spuntava sul suo splendido viso.
Senza esitare, Eddie mi prese per i fianchi avvicinandomi a lui, posò le sue mani tra i miei disordinati capelli e mi afferrò per un bacio.
Le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi tra loro formando dei puzzle impossibili da scomporre.
Il mio cuore batteva quanto il suo, il suo petto spoglio si avvicinò al mio lentamente per poi metterci le mani sopra.
Mi tolsi la t-shirt che avevo addosso per dargli maggiore vista al mio corpo.
Le sue mani si abbassarono di nuovo ai fianchi, girandomi verso un tavolino.
Mi alzò e mi poggiò rapidamente al di sopra di esso, le mie gambe ancora coperte si cinsero attorno a lui.
I nostri baci passionati si fecero più profondi, i nostri respiri erano affanati..
Mi staccai a causa del poco respiro che mi era rimasto, mi tolse velocemene i pantaloni e mi girò col petto rivolto verso tavolo.
Il mio lato posteriore era quasi scoperto, lui si abbassò velocemente i pantaloni e lo mise dentro con estrema velocità.
A primo impatto non si sentì nulla ma quando lui iniziò a spingere sempre più velocemente, il mio respiro diventò irregolare tanto che ansimavo.
I miei respiri forzati diventarono leggeri gemiti continui.
Mi afferrò per i fianchi e spinse la mia testa al tavolo.
La mia guancia era spiaccicata alla superficie del mobile.
I miei polmoni erano bloccati, i gemiti si trasformarono in piccole urla.
Lui aumentò di netto la velocità facendo godere entrambi di più.
Volevo guardarlo negli occhi ma la sua mano era ancora appoggiata sulla mia testa, come segno di potenza.
Stavo per raggiungere il mio apice e pure lui.
Arrivammo al punto che mi girò velocemente in modo tale che potessi guardarlo mentre le mie gambe avvolsero il suo bacino. Riprese a baciarmi più passionatamente di prima mentre spingeva sempre di più.
Staccai le mie labbra dalle sue ma mantenni il contatto visivo con lui. I nostri nasi erano vicinissimi.
Ansimavo con la faccia attaccata alla sua.
Lui diede l'ultima spinta forte facendomi arrivare al mio climax e in quel momento orgasmai gettando la testa alle mie spalle.
I nostri corpi fusi lentamente si divisero per poi ritornare attaccati.
Mi baciò più sentimentalmente.
"Ti amo" sussurrai.
"Ti amo anch'io" disse lui senza fiato.
Mi limitai a sorridere, l'euforia che era nel mio corpo delicatamente si fece più leggera fino a lasciarmi vuota.
Vuota. Avevo bisogno ancora di emozioni.
Mi staccai da lui e presi un'altra sigaretta dal suo pacchetto che aveva appoggiato su uno scafale.
La accesi e aspirai del fumo per poi gettarlo fuori.
Mi raggiunse subito dopo, ancora a petto nudo; io mi ero rimessa i pantaloni e solo il reggiseno, avevo ancora caldo per indossare la t-shirt.
"Ti piacciono i pipistrelli?" domandò ridacchiando.
"Solo i cuccioli che sono così carini. Tu?" risposi aspirando altro fumo.
"Saranno carini da piccoli ma quando sono grandi fanno paura" affermò lui accendendo la sua sigaretta.
"Tra un po' ritorniamo dentro casa per distenderci un po' a letto? Questa stanza è inquietante, oltre al fatto che si può sentire la barca oscillare in acqua tutto il tempo" affermai.
"Dovremmo restare qui" disse lui a bassa voce.
"Henderson, in tutto questo, ti rendi conto di essere scappata di casa?" domandò Eddie.
"Cazzo. Mia madre. Spero che Dustin abbia detto che sono da Nance e stasera da Robin" risposi.
"La cosa positiva è che Dustin sa che sei qui, con me, al sicuro" aggiunse lui guardandomi.
Aspirai altro fumo e posi il mio sguardo su i suoi occhi scuri.
"Non te l'ho mai detto, ma amo i tuoi occhi" affermai sorridendo.
"Sono più belli i tuoi" disse lui scrutandomi il viso e buttando fuori del fumo dalla sua bocca.
"Per me è il contrario" ridacchiai.
"Tra noi due sappiamo benissimo chi è più bello" disse lui.
"Tu"
"Tu"Le nostre parole si intrecciarono allo stesso tempo.
Mi limitai a ridere silenziosamente.
"Ora mangiamo qualcosa? Ti preparo io il pranzo" disse lui prendendomi per mano.
"Munson, cucini? Da quando sai cucinare?" dissi ironicamente.
"L'ultima volta che ho cucinato è stata una settimana fa, quando ho preparato i pancakes per te e Dustin" mi portò dentro casa, precisamente in cucina.
"Giusto" sorrisi.
"Oggi, si mangia... PASTA!" esclamò lui.
"Con?" chiesi.
"Questa passata di pomodoro che ho trvato nell'armadietto, proprio ora" disse lui.
Si girò e mi diede un breve bacio sul naso.
Ritornò al suo posto di lavoro e mise l'acqua a bollire.
"Intanto che l'acqua bolle, che facciamo?" chiesi.
"Parliamo un po', oppure mettiamo un film da guardare" rispose.
"E' un po' azzardato mettere un film, ci potrebbero vedere se qualcuno passasse qui vicino" affermai.
"Parliamo un po', poi ci sediamo su questo maestoso tavolo rotondo e ci godiamo questo pranzo come se fosse un appuntamento" spiegò lui.
"Munson mi stai chiedendo un appuntamento?" ridacchiai.
"Ovvio M' Lady" disse lui ponendomi la mano.
La afferrai e iniziammo a ballare.
"Dopo balliamo come stiamo facendo ora" aggiunse con un dolce sorriso.
"Che onore, mio re" risposi inchinandomi.
"Oh! L'acqua bolle" disse lui girandosi verso i fornelli
Adoravo quando entrambi facevamo gli infantili, era come stare in una nuova e piacevole infanzia. Visto che non ne ho avuta una decente, lui mi portava i migliori ricordi.
"Grazie" dissi.
"Per la pasta, di niente" mi fece l'occhiolino.
"No grazie per esserci" risposi abbracciandolo.
Le mie braccia lo avvolsero nel mentre che lui buttava la pasta nel pentolino.
"Ci sarò sempre" affermò lui.
Riuscivo a capire, con la testa appoggiata alla sua schiena, che stava sorridendo dolcemente. Il suo cuore batteva, non dall'ansia ma da quello che provava per me.
Mi staccai lentamente e mi sedetti sulla sedia di quel maestoso tavolo rotondo aspettando il piatto.
Mi mise la pasta sotto gli occhi sorridendo.
"Grazie mamma" ridacchiai.
"Di niente, tesoro" rispose versandomi un bicchiere d'acqua.
Mangiammo in tranqullità e dopo, come promesso, ballammo per un po'.
All'improvviso sentimmo qualcuno arrivare con un'auto.
"Ritorniamo al posto di prima" disse lui prendendomi per mano.
Ci nascondemmo in quel luogo dove la barca galleggiava.
"Secondo me non è sicuro stare qua, ma sono arrivati Dustin e gli altri?" chiesi.
"No, sono Jason insieme ai suoi amici" rispose Eddie.
"Chiama Dustin" ordinai.
Lui prese velocemente il Walkie-Talkie e lo avvicinò alla bocca.
"Dustin, c'è un problemino""DUSTIN, rispondi" dissi prendendo l'affare dalle mani di Eddie che mi stava osservando silenziosamente.
"Hey mi hai rubato il coso mentre parlavo" mormorò Eddie.
"Zitto" dissi abbassando la voce.
"Dustin, c'è un problema, rispondi!" affermai.
Nessuna risposta.
"Prendiamo la barca e allontaniamoci" ordinai.
Lui sciolse il nodo che teneva l'imbarcazione ferma e si gettò al suo interno subito dopo di me.
Pagaiai rapidamente.
"Hey, svitato!" urlò qualcuno dietro di noi.
Mi girai e vidi Jason che iniziava a spogliarsi per nuotare insieme ad un suo amico.
"Muoviamoci" dissi passandogli il remo mentre io spingevo con le braccia in acqua.
Remò velocemente schizzando entrambi ma purtroppo i due atleti ci raggiunsero...
Fino a quando...
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Questo capitolo è breve ma spero vi siano piaciuti i momenti passati con Eddie.
Probabilmente pubblicherò stasera o stanotte, visto che sarò occupata per il resto del giorno.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci stellari <3
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EUNOIA - Eddie Munson
FanfictionKarla, ragazza di 18 anni dotata di talenti segreti, viene trasferita a Hawkins, Indiana, dopo essere stata per lungo tempo in un luogo lontano dalla sua famiglia e dai suoi cari amici. Decide di iniziare una nuova vita, inseguito a un terribile acc...