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"Ragazzi, Karla si aggiunge a noi" affermò mio fratello portandomi in camera sua insieme agli altri.
"Come stai?" chiese Will.
Non lo vedevo da un bel po' quindi andai ad abbracciarlo.
"Bene dai, tu?" mi sforzai.
"Meglio che ora abbiamo finito con tutta la storia del Sottosopra" spiegò.
"Già molto meglio, cosa state facendo qui?" domandai a tutti.
"In verità non sapevamo cosa fare, forse D&D ma ci abbiamo già giocato prima" disse Mike guardandomi.
"Raccontiamoci qualcosa, parliamo in generale" proposi.
"E' noioso" affermò Dustin.
"Siccome sono la più grande decido io, sedetevi tutti" dissi appoggiando la schiena su una poltroncina in camera di Dustin.
"Lucas, come sta Max?" domandai.
"Meglio, è ancora in ospedale per controlli vari" rispose lui.
"E... come state voi due" chiesi maliziosamente.
"Ecco a dove volevi arrivare..." mormorò mio fratello.

"Bene, appena si riprenderà la voglio portare ad un appuntamento al cinema" spiegò Lucas.
"Mike invece?" mi girai verso di lui.
"Io e Undi andiamo alla grande" dichiarò guardandomi.
"Mi fa piacere" aggiunsi.
"Invece tu e Suzie-bun?" ridacchiai girandomi verso Dustin.
"BENE. Tu ed EDDIE?" cercò di mettermi in imbarazzo senza successo.
Sorrisi e dissi confidentemente "Molto bene" ridacchiando un po'.
"Lo avete già fatto, vero?" chiese mio fratello.
"Dustin non chiedere ste cose a tua sorella, sono cose personali" intervenì Will cercando di deviare la situazione che si era creata in camera.
"Si" risposi guardandolo con un sorriso malizioso.
"NON CI CREDO" esclamò dallo stupore.
"Quando?" domandò lui.
"Tempo fa, dopo che sono tornata dalla piscina" spiegai.

"Spiegaci" chiese Mike.
"MIKE!" urlò Will insieme a Lucas che gli diede un colpetto sulla spalla per cercare di fermarlo.
"I dettagli sono personali ma vi dico semplicemente che se lo fate con la persona giusta vi piacerà" dichiarai.
"Si ma come si fa" insistò Mike.
"MIKE!" continuarono Will e Lucas.
Mi limitai a ridacchiare e guardarli confabulare.

"Meglio se vado" dissi alzandomi lentamente.
"Vai già a dormire?" domandò Dustin che subito dopo si alzò per abbracciarmi.
"Si e anche voi dovreste" mormorai.
"Va bene, non faremo baccano" sussurrò mio fratello.
"Grazie ancora" gli dissi.
"Buonanotte ragazzi" esclamai a tutti.
"Notteee" dissero.

Mi avviai verso camera mia ma appena chiusi la porta dietro le spalle sentì delle urla "Tua sorella, lo ha fatto!" provenienti da Mike e Lucas.
Risi sotto i baffi ed entrai nel mio bagno personale.
Mi lavai i denti e mi sciolsi i capelli che prima erano raccolti in una coda bassa e spettinata per poi spazzolarli dolcemente.
Mi sedetti sulla panca che avevo davanti alla finestra per ammirare la luna mentre fumavo un'altra sigaretta.
Sotto lo stesso cielo, huh? Aspirai altro fumo nella bocca e successivamente lo gettai fuori dalle labbra pensando a lui e tenendo tra le dita la collana di Eddie che avevo tenuto dall'accaduto.

La mattina seguente, mi alzai dal letto e come sempre seguì la mia routine scolastica: lavarsi, mangiare, vestirsi ed infine andare a scuola insieme a Dustin.
Le prime ore come tutte le altre volte passarono velocemente e mi trovai all'ora di pranzo.
Entrai in mensa e mi guardavano tutti, cos'era successo?
"Ora si che non hai fortuna Henderson" urlò Jason dal suo tavolo.
"Perchè?" chiesi avvicinandomi.
"Ahahah" ridacchiò compiaciuto.
"Dimmi Jason" supplicai aggresivamente.
"Tuo padre ora è diventato preside, non potrai più sgattaloiare dalle classi o bullizzarmi" spiegò lui ridcchiando.

"Mio padre? Impossibile-" affermai.
"Vai nel suo ufficio a controllare" propose.
Mi allontanai guardando male Jason e aprì le porte della sala da pranzo finendo in corridoio.
Vidi ancora ragazzi che sistemavano i propri libri nei loro armadietti mentre io camminavo frettolosamente con una sensazione strana e dispiacevole nel mio corpo.
Arrivai all'entrata della scuola dove si trovava la segreteria e l'ufficio del preside.
Cercai di entrare nella stanza ma una bidella mi vide e cercò di fermarmi.
"Cosa stai facendo?" chiese lei.
"Gloria, scusi se la disturbo ma mi sono giunte voci che mio padre ora è il preside" ridacchiai cercando di calmare l'ansia che scorreva nelle mie vene.
"Come fa lei di cognome?" domandò lei allontanandosi un po'.
"Henderson" affermai.
"Karla" disse qualcuno.

Mi girai e lo vidi.
"Papà?" le mie lacrime scesero rapidamente sul mio pallido viso.
"Sono ritornato a Hawkins per voi" rispose sorridendo.
Ero così delusa e rancorosa che decisi di chiudere gli occhi e fare qualche respiro profondo prima di alzare la voce.
"Non sei qui per noi, sei qui per qualcos'altro" affermai cercando di prendere il controllo su di me.
"Mi siete mancati" cercò di abbracciarmi.
"No, non ti avvicinare" mormorai.
"Ma sono tuo padre" disse lui abbassandosi alla mia altezza.
"Ma io non sono più la tua bambina" dichiarai scrutandolo con difficoltà.
"Ma cosa dici, tu e... Dustin sarete sempre i miei figli" spiegò ponendo una mano sulla mia spalla.
"Ti stavi per dimenticare il nome di Dustin... ora dimmi sinceramente perchè sei qui" ordinai.
"Non è vero e poi, come ho già detto, sono qui per voi" rispose confidentemente.
"Stronzate" ridacchiai togliendo la sua mano dalla mia spalla.
"Cosa vuoi davvero?" alzai la voce.
"Abbassa il tuo tono, sono il preside qui e posso mandarti via in pochi secondi" affermò.
"Mandami via, sarebbe solo un piacere. Non sai come la prenderà Dustin che ti ha sempre voluto accanto. Non sai come reagirà la mamma vedendoti dopo tutti questi anni passati in solitudine. E, infine, non sai cosa succederà dopo questa discussione" dichiarai con gli occhi lucidi.
"Piccola..." mormorò.
"Non osare chiamarmi così, sei sparito per  18 anni. 18 cazzo di anni. Mi hai ferita. Ogni giorno speravo in un tuo ritorno ma tu non c'eri. Eri impegnato a fare altre cose e se ritornavi, non venivi per noi ma, per soldi" urlai con le lacrime.
"Non è vero!" esclamò lui.

"Karla?" chiese qualcuno dietro di me.
Mi girai e vidi Eddie procinto ad avvicinarsi per abbracciarmi e portarmi via da mio padre.
"Eddie..." dissi piangendo.
Non volevo che lui mi vedesse in queste condizioni quindi lo supplicai di andare via.
"Ti prego" mormorai ad Eddie.
Non si mosse ed io continuavo a singhiozzare silenziosamente.
"Vaffanculo" urlai ad entrambi per poi correre in bagno.

"Karla!" urlò mio padre cercando di riportarmi da lui.
Sentì qualcuno correre dietro di me, probabilmente era Eddie. Mi chiusi frettolosamente nell'ultimo bagno e mi sedetti sul pavimento sporco. Appoggiai la testa al muro e accesi una sigarette mentre le mie lacrime continuavano ininterrottamente a scendere.
Aspirai del fumo e lasciai che il mio respiro si fece più calmo fino a quando trovai tranquillità sulle mattonelle fredde.
"Karla?" chiese qualcuno fuori dalla porta.
"Via" dissi frignando ancora un po'.
"Sono Robin, cos'è successo. Ti ho vista correre e mi sono preoccupata dopo aver sentito delle urla provenienti dall'entrata" spiegò.
"Sono sempre cazzate, tranquilla" cercai di mandarla via.
"Ti conosco, che succede?" domandò.
Lei si sedette dall'altra parte della porta ad ascoltarmi.
"Mio padre che mi ha abbandonata per 18 anni ed ora è ricomparso facendo il preside, qui..." spiegai ritornando a piangere.
"Merda" sussurrò.
"Non voglio che Dustin lo sappia" singhiozzai.
"Credo nessuno voglia vedervi stare male. Karla, ti sei appena ripresa, e ti lasci influenzare dalla presenza di quel coglione?" cercò di confortarmi.
"Si ma mi ha ferita... non mi sono mai sentita amata a causa sua. Mia madre mi ha sempre trattata con disprezzo ed io ero più sola che mai. Badavo a Dustin e quando lui mi chiedeva di mio padre, non sapevo che rispondere" dissi istericamente.
"Ero come un genitore per Dustin e non voglio vederlo stare male a causa della comparsa di nostro padre" aggiunsi aspirando altro fumo nella bocca.
"Karla, non dovevi avere tutte queste responsabilità da piccola, non meritavi niente di tutto ciò e lo sai benissimo pure tu. Apri la porta" rispose Robin picchiettando leggermente la porta.
Mi alzai e spalancai lentamente la porta incontrando i suoi occhi.
Mi accolse tra le sue braccia.
La strinsi trovando subito conforto in lei.
Piansi leggermente sulla sua spalla e poi mi staccai aspirando altro fumo.
"Aspetta" disse lei andando a prendere della carta igienica.
Mi sistemò il trucco rendendomi più presentabile.
Successivamente, dopo aver spento la sigaretta, uscimmo insieme dal bagno mettendo piede in corridoio.

"Karla" disse qualcuno.


EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora