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Dopo aver mollato lo zaino a terra, andai verso mia madre per aiutarla in cucina.
Stava cucinando delle patate al forno con delle bistecche ben condite.
"Come va con Eddie?" chiese ponendo delle patate tagliate su una teglia pieno di spezie.
"Bene, invece te e quel 'uomo'?" domandai ridacchiando per la prima volta in sua compagnia.
"Oggi uscirò al cinema con lui" affermò voltandosi per pochi secondi verso di me per poi ritornare al banco di lavoro.
Iniziò a mescolare rapidamente le patate con i vari gusti sparsi che giacevano sulla teglia da forno.
"Ohh spero ti vada bene" dissi per la prima volta a mia madre.
"Lo spero anch'io" mormorò lei con un mezzo sorriso mentre poneva delle bistecche in mezzo alle patate.
Finito di condire e preparare il tutto, misi la teglia dentro al forno e successivamente versai qualche bicchiere di succo d'arancia per me.
"Mi fa piacere che finalmente hai trovato qualcuno  in grado di farti felice e che andrai a vivere con lui. Ma preferirei che tu rimanessi qua con noi..." spiegò mia madre con timidezza.

Non la avevo mai vista così con me, tanto meno dirmi parlarmi in modo serio e malinconico.
"Perché?" chiesi mentre continuavo a sorseggiare sal bicchiere.
"Ci mancheresti tanto" dichiarò lei incontrando il miei occhi curiosi.
"È strano sentirlo da parte tua" spiegai.
"Lo so, ma da quando se n'è andato vostro padre, ho capito molte cose... come questa" affermò lei.
"Però se stessi qua, finirei per uscire tutti i giorni" dissi.
"Non importa, mi basta vederti ogni tanto qui" rispose lei convincendomi.

"Ci penserò" affermai.
Dopo una decina di minuti notai che le patate iniziavano a dorarsi come gioielli inestimabili, quindi decisi di prendere dei guanti spessi per tirare fuori la teglia senza bruciarmi.
"Nono faccio io" disse lei togliendomi da davanti il forno.
Appena il cibo si trovò all'aria, un leggero languorino si fece vivo nel mio stomaco vuoto.
"Dustin dovrebbe arrivare fra pochi minuti" dichiarai guardando l'orologio.
"In verità, ora" disse mia madre guardando fuori dalla porta.

Una figura si fece presente subito in cucina.
"Da quando voi due parlate in modo tranquillo?" chiese mio fratello confuso.
"Me lo sono chiesta anch'io" ridacchiai.
"Vieni a mangiare" ordinò mia madre.
Dustin si avvicinò al tavolo che c'era in cucina, su cui io bevevo del succo.
Iniziammo a mangiare tutti insieme come non avevamo mai fatto.
Successivamente andai in camera per studiare ancora un po'.

Sfogliai i libri come se fossero romanzi ed iniziai ad imparare volta per volta cose nuove. Dopo circa due orette di studio, la mia testa stremata decise di andare a fare una doccia per rilassarsi un po'.
Aprì il rubinetto dell'acqua e la feci scorrere velocemente.
Mi tolsi rapidamente i vestiti e mi immersi nel caldo che giaceva nella vasca.
Mi insaponai lentamente il corpo massaggiandomi la pelle delicatamente.
Mi sciacquai i capelli in modo tale da sentirmi più fresca dopo.
Uscì dalla doccia e raccolsi la mia chioma rossa in un asciugamano nero.
Mi vestì di nuovo e tornai in camera.

Mi misi davanti alla finestra seduta sulla panca e accesi una sigaretta di marlboro rosse.
Ne accesi una ed iniziai a guardare il paesaggio davanti a me.
Anche se la mia vista era parzialmente coperta dall'albero che giaceva nel mio giardino, potevo osservare il cielo che si stendeva sopra la mia testa.
Era pieno di nuvole colorate, il tramonto si poteva notare in lontananza e i colori si dipingevano in alto.
Posi la sigaretta tra le mie labbra e aspirai lentamente godendomi il momento di tranquillità.
Buttai il fumo fuori e continuai così per minuti fino a quando qualcuno al citofono attirò la mia attenzione.
Spensi la sigaretta sul bordo della finestra e scesi le scale velocemente.
Mi avvicinai alla porta e guardai dallo spioncino.
Un felice sorriso si stampo sulla mia bocca.

Aprì velocemente la porta d'ingresso e lo abbracciai.
"Ti sono mancato mia regina?" ridacchiò avvolgendomi dolcemente tra le sue braccia.
"Che ci fai qui?" chiesi.
"Andiamo ad un concerto stasera" propose.
"Di chi è?" domandai curiosa.
"Duran Duran, costa tanto ed è per questo che ci divertiremo tanto" affermò staccandosi dal mio corpo lentamente.
"Non ho soldi" spiegai.
"Non paghiamo, scavalchiamo. È diverso" ridacchiò.
"E se ci beccano?" chiesi.
"Non ci beccheranno dolcezza" dichiarò.
"Va bene, mi fido" sorrisi delicatamente.
"Vado un secondo a prepararmi" dissi prima di salire le scale.

Presi un vestito nero non aderente ma vistoso.
Misi una collana con un ciondolo raffigurante un'orca.
Spruzzai del profumo e scesi velocemente per le scale.
"Mamma vado ad un concerto" urlai a mia madre prima che lei mi dica di divertirmi.
"Eccomi" dissi ad Eddie.
"Si accomodi" affermò cortesemente aprendomi dopo la portiera.
Salì sul sedile dei passeggeri e lui successivamente accese la macchina.
Dopo circa una ventina di minuti arrivammo a destinazione.
Scesi dall'auto ed Eddie mi prese per mano.

"Vieni" mi trascinò per strada.
"Da dove scavalchiamo?" chiesi girandomi verso di lui.
"Tu non parlare, seguimi e basta" mi ordinò lui.
Accennai un leggero sorriso e lui iniziò a correre su un marciapiede poco illuminato.
"Eccoci!" esclamò lui aprendo le braccia davanti ad un cancello.
"Ti do una mano" disse lui prendendomi in braccio.
Misi il piede su un piccolo appoggio che sporgeva accanto e saltai finendo su un prato alto.
"Ora?" domandai mentre lui mi raggiungeva.
"M' Lady... ho detto di seguirmi, fidati di me" affermò lui riprendendo la mia mano.

Iniziò a correre ed io pure.
L'aria, che ci circondava, ci rinfrescava la pelle e ci sventolava i capelli.
L'erba del prato si poteva sentire sulle nostre gambe. Ci lasciava un leggero pizzichio sulla nostra superficie.
"Ultimo passaggio dolcezza" disse riprendendomi in braccio.
Ridacchiai per qualche secondo con gli occhi chiusi prima di incontrare il suo sguardo magnetico.
"Sei bellissima" affermò dandomi subito dopo un bacio sulla fronte.
"Tu di più" risposi avvicinandomi alle sue labbra.
Mi guardò divertito e poi mi alzò facendo appoggiare il mio piede su uno scalino alto.
Scalai un vecchio muretto rovinato e, quando raggiunsi la cima, mi fermai a guardare il cielo ormai stellato.
Si arrampicò pure lui e poi si sedette in cima accanto a me.
"Sotto lo stesso cielo" ridacchiai ricordando le nostre vecchie parole.
"Sempre" rispose lui per poi baciarmi dolcemente.

"Dai ora andiamo" disse per poi successivamente saltare giù.
Scesi lentamente e lui mi aiutò con le sue mani afferrandomi per i fianchi e portandomi con i piedi a terra.
"Grazie" mormorai.

EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora