Leggermente aprì gli occhi, ero in camera mia e tra le braccia calde di lui.
La mia testa si trovava poggiata sul suo soffice petto come se fosse un cuscino.
"Buongiorno principessa, dormito bene?" chiese lui stordito.
"Molto bene" risposi abbozzando un leggero sorriso.
"Cosa vorresti mangiare per colazione?" domandò lui ponendo gli occhi sul mio volto.
"Dei pancake, ma non riusciamo a cucinarli in tempo. Dobbiamo andare a scuola" dichiarai.
"Mi stai sottovalutando, riusciamo benissimo in poco tempo, ce ne saranno alcuni pure per Dustin" affermò lui ancora col braccio attorno a me.
"Allora dobbiamo metterci a lavoro ora" ridacchiai.
Ci alzammo entrambi dal letto e ci dirigemmo in cucina scendendo le scale cautamente per non svegliare mia madre e Dustin.
Erano le 06:12. Probabilmente ci siamo svegliati così presto perchè siamo andati a dormire prima.
"Dove sta la farina?" chiese.
"Io ti passo gli ingredienti e tu fai, ok?" ordinai.
"Ai suoi ordini M' Lady" ridacchiò tra sè.
Appoggiai sul bancone della cucina la farina, una scatola di latte, burro, zucchero, uova, sale e del lievito.
"La sai almeno la ricetta?" chiesi dubbiosa.
"Certo sono tua mamma" affermò girandosi verso di me.
"Che intendi?" ridacchiai.
"Ieri mi hai chiamato 'Mamma'"affermò iniziando a sciogliere il burro a fuoco bassissimo.
"Davvero?" domandai guardandolo all'opera.
"Si, non so cosa tu intendessi in quel momento però mi ha fatto piacere" rispose separando gli albumi dai tuorli.
"Forse so cosa pensavo in quel momento, mi conosco dopotutto" affermai avvicinandomi al suo piano da lavoro.
"Spiegami, sono curioso ora" disse versando i tuorli in una ciotola e sbattetendoli con una frusta a mano, per poi unirli con il burro fuso a temperatura ambiente e il latte a filo.
Continuò a mescolare con la frusta, aggiunse anche un pizzico di sale e montò il composto.
"Bhe vedi mio padre non c'è mai stato, anzi non l'ho mai visto. Mia madre invece c'è stata solo quando ero piccola. Quando ha partorito Dustin ha iniziato ad allontanarsi da me. Col tempo trovò un lavoro che riusciva a mantere tutti noi e... prese le distanze pure da Dustin. Ho fatto un po' da madre a lui. Quindi forse ti ho chiamato 'mamma' perchè riesci a farmi sentire a casa e protetta" dissi con le mie gote rosee.
"Sarai sempre protetta quando ci sono io con te" affermò unendo il lievito alla farina e setacciando tutto nella ciotola con il composto di tuorli.
Successivamente montò gli albumi che aveva tenuto da parte, versando poco alla volta lo zucchero. Dopodichè iniziò a versare il tutto in una padella.
"Sei anche tu la mia casa" mormorò sperando di non essere sentito.
Mi avvicinai lentamente verso di lui che era girato di schiena occupato a cucinare e misi le mie esili braccia attorno al suo caldo corpo.
"Henderson sto cucinando" esclamò lui girando i pancake.
"Stai concentrato" dissi al suo orecchio con un ghigno dietro di lui.
"Non riesco se ci sei tu accanto a me" affermò.
"Buongiorno ragazzi" disse Dustin sorprendendoci posteriormente a noi.
"Dustin!" esclamai a causa dello spavento
"Tranquilla, la mamma è andata a lavoro prima che voi vi alzaste" affermò.
"Piuttosto, ieri sera vi ho visto nel letto insieme" disse ridacchiando.
"Dustin, tieni un pancake" disse Eddie che portava un piatto a mio fratello.
"Grazie" rispose Dustin continuando a osservarmi.
"Dobbiamo partire tra 20 minuti" dissi.
Eddie mi diede un piatto e iniziai a mangiare insieme a lui.
Dopo aver finito andai in camera per potermi cambiare.
Dopo essermi vestita Eddie accompagnò sia me che Dustin a scuola.
"KARLAA" urlò qualcuno nel corridoio.
"ROBINN!!" esclmai correndogli incontro.
Ci abbraciammo fortissimo tanto che potevo sentire la sua felicità nel vedermi.
"Ieri non ti ho più vista, dove eri finita? Ero preoccupata" spiegò guardandomi negli occhi e accennando un leggero sorriso.
"Non mi sentivo tanto bene e quindi sono corsa direttamente a casa" risposi.
"Va bene, oggi ti va di uscire?" chiese.
"Certo, mi piacerebbe molto" dissi.
"Andiamo in piscina, oggi alle 15:00" ordinò.
"Va bene, saremo solo noi due?" domandai.
"No ci sono Nance, Max, Mike, Lucas, tuo fratello e Steve" rispose.
Steve... così ho modo di risolvere le cose con lui.
"Va bene, ci vediamo dopo allora" dissi sorridendo.
"A dopoo" affermò emozionata.
Le ore passarono molto velocemente e finite le lezioni andai subito a casa per prendere un costume da bagno dalla mia camera. Dopodichè scesi le scale velocemente e raggiunsi la macchina di Robin che attendeva il mio ritorno.
"Eccoti!" disse.
Mi accomodai sul sedile dei passeggeri e Robin avviò la macchina.
"Non puoi capire oggi cos'è successo. Io e la banda ci stiamo allenando con i strumenti per il pep relly, e sta ragazza. Stupenda. Starà accanto a me quando suoneremo. Sono super emozionataa" mi raccontò con un sorriso a 32 denti.
"OH. MIO. DIO. Sono stra felice per te!" esclamai dalla gioia.
"Vorrei invitarla un giorno fuori ma non so come si fa" disse.
"Ti aiuto io" le dissi facendole l'occhiolino.
"Oh siamo arrivati nell'esatto momento degli altri" affermò guardando la macchina di Steve con dentro Nance e i suoi bambini.
"E' un'ottima babysitter, fidati" disse ridacchiando.
Io, Robin, Nance e Max entrammo nello spogliatoio femminile mentre gli altri in quello maschile.
Tolsi i miei vestiti e li misi nel mio zainetto per poi rinchiuderlo in un piccolo armadietto che avevo alloggiato.
Subito dopo che le altre si cambiarono, entrammo tutte e 4 in piscina.
C'erano mamme che venivano qui solo per abbronzarsi davanti a uomini dagli addominali scolpiti, bambini che venivano per infastidire le proprie madri e infine adolescenti che pomiciavano in acqua. Insomma.
"L'ultimo che si tuffa è una pippa" urlò Max buttandosi in acqua per poi essere raggiunta dagli altri.
Steve non si buttò, restò in piedi ad osservarmi.
"Sei una pippa?" dissi avvicinandomi al bordo piscina.
"Voglio essere cortese, prima le donne" affermò.
"Uhm Steve possiamo parlare di quello che è successo ieri?" chiesi con una sensazione strana nello stomaco.
"Non c'è da dire niente, tranquilla. Non dirò niente a nessuno" rispose.
"Si ma volevo chiederti una cosa" dissi.
"Cosa?" domandò lui.
"Cosa pensavi che-" demandai guardandolo negli occhi.
"Alla festa, dopo quello che è successo, avevo percepito una connessione tra noi e quindi pensavo che potessi avere una chance" spiegò diretto.
"Comunque tranquilla, acqua passata. Ora vai e non fare la pippa" disse ridacchiando.
"Grazie Steve" comunicai accenandogli un sorriso e per poi buttarmi in acqua.
"Steve sei una pippa" urlò Dustin.
"Stai zitto che ti rifaccio cadere i denti" disse scontroso.
"Hey amico, questo no è troppo" mormorò Dustin.
"Si hai ragione scusami" disse buttandosi in acqua e poi dando un pugnetto a mio fratello.
Mi fa piacere di aver risolto le cose con Steve però mi dispiace di avergli fatto pensare quelle cose.
"Karla di cosa hai parlato con Steve" chiese Nance galleggiando.
"Abbiamo risolto un malinteso, niente di chè tranquilla" spiegai.
"Oh ok" parlottò lei.
Quindi a Nance importa ancora di Steve...
Dopo aver giocato un po' a palla, decidemmo di stenderci sul prato.
"Nance obbligo o verità" chiese Robin.
"Ancora con sti giochi... verità" disse sbuffando.
"C'è qualcun altro oltre Jonathan per cui provi sentimenti" domandò ridacchiando.
Steve era andato in bagno e i ragazzi stavano più in là a giocare a carte.
"Si" rispose.
"Lo sapevoo, si tratta di Steve, vero?" chiese Robin mettendola in imbarazzo.
"Si ok.. Karla obbligo o verità" demandò girandosi verso di me.
"Verità anch'io dai" contestai.
"Cosa c'è tra te e Munson?" chiese ghignando.
"Oh bhe..." mormorai.
"Diciamo che c'è qualcosa, ma non so ancora cosa" risposi evitando il loro sguardo.
"Eccomi ragazzi, son tornato" disse Steve sedendosi accanto a Robin.
"Cosa mi sono perso?" chiese lui.
"Obbligo o verità" domandai girandomi verso di lui.
"OHH, capito capito. Uhm obbligo" diede risposta.
"Ti obbligo a chiedere il numero di qualche madre" dissi ridacchiando.
"Oh mio dio" aggiunsero Robin e Nance sconvolti da quello che stava per fare lui.
Steve si alzò dal prato e si avvicinò alla sdraio di una donna.
"Scusi, lei è davvero attraente, cosa posso fare per avere il suo numero?" chiese lui cercando di non ridere.
"Pervertito" rispose la donna.
Steve tornò ridacchiando verso di noi e si sedette di nuovo ma stavolta accanto a Nance.
"Obbligo o verità Robin" domadò Steve.
"Obbligo" disse.
"Domani invita ad uscire Vickie. E no. Nessuna obiezione" aggiunse lui.
Lei si limitò ad annuire.
Passarono altre 3 ore e ormai il sole stava per tramontare.
Robin riaccompagnò a casa me e Dustin.
"Grazie mille per oggi" dissi guardandola.
"Grazie a te" rispose sbloccandomi la portiera.
Uscì a la salutai da fuori con la mano mentre Dustin mi raggiungeva.
Entrai dentro e andai subito a farmi una doccia per togliermi il cloro di dosso.
Dopo mi asciugai i capelli e mi vestì in modo comodo.
All'improvviso sentì il telefono di casa squillare quindi andai a rispondere.
"Chi è?" chiesi.
"Henderson!" urlò una voce dall'altra parte della linea.
"Eddie? Come fai a sapere il numero di casa mia" domandai confusa.
"Un giorno me lo avevi dato, in caso succedesse qualcosa" spiegò.
"E' successo qualcosa?" chiesi preoccupata.
"Si..." disse con la voce bassa.
"Mi manchi" parlottò.
"Vieni da me ti prego" demandò lui.
Potevo percepire il suo ghigno attraverso la sua voce.
"Va bene Munson, arrivo" dissi chiudendo la chiamata.
"Dustin vado da Eddie, dì alla mamma che sono da Nance" urlai dalle scale.
"Grrr, a casa di Eddie?" ridacchiò.
"Si Dustin. Sì" risposi.
"Fai ATTENZIONE" esclamò lui ridendo.
"Si grazie.." dissi io mormorando.
Chiusi la porta di casa e presi la bici.
Arrivai nella suo trailer in 10 minuti, la cosa positiva è che non abitava così lontano da me.
"PRINCIPESSA! Entri pure" disse lui aprendomi la porta.
"Con permesso" risposi.
"Com'è andata oggi?" chiese sorridendo.
"Mooolto bene, sono andata in piscina insieme a Robin, Steve, Nance e i ragazzi, e mi sono divertita molto" spiegai io.
"Steve?" domandò lui guardandomi negli occhi.
"Si" risposi.
"Hai parlato con lui?" chiese geloso.
"Abbiamo parlato di quello che ha visto ieri" affermai.
"Nient'altro giusto?" chiese lui.
"Nient'altro" mi avvicinai a lui.
"Abbiamo giocato ad obbligo e verità" continuai.
"Cosa ti hanno chiesto di fare" demandò lui guardandomi dall'alto.
"Dovevo dire cosa c'è tra noi" spiegai guardandolo al meglio dal basso.
"E come hai risposto" domandò avvicinandosi.
"Tu come avresti risposto" chiesi ghignando.
"Henderson, obbligo o verità?" demandò abbasando lo sguardo.
"Obbligo." dissi confidentemente.
"Ti obbligo ad avvicinarti di più" ridacchiò per la tensione.
Mi avvicinai di un passo mantenendo il contatto visivo.
"Munson, obbligo o verità" chiesi.
"Obbligo" rispose ghignando.
"Ti obbligo a sederti" ordinai sorridendo maliziosamente.
Si accomodò sul divano divaricando le gambe.
"Henderson, obbligo o verità" chiese.
"Obbligo" risposi.
"Ti sfido a lasciarmi senza fiato" disse.
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SPAZIO AUTORE:
Questo capitolo è leggermente più corto con il finale un po' spinto. Nel prossimo ci sarà dello smut ;)
Voglio sapere la vostra opinione. Molto probabilmente pubblicherò un altro capitolo oggi pomeriggio e sera, visto che non ho impegni oggi.
Baci stellari <3
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EUNOIA - Eddie Munson
FanfictionKarla, ragazza di 18 anni dotata di talenti segreti, viene trasferita a Hawkins, Indiana, dopo essere stata per lungo tempo in un luogo lontano dalla sua famiglia e dai suoi cari amici. Decide di iniziare una nuova vita, inseguito a un terribile acc...