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"Non aprire" ordinò Robin.
"Robin..." mormorai.
"Io starò fuori, se succede qualcosa tu chiamami e io arrivo" mi disse lei.

Aprì la porta lentamente e dal bordo riuscì a vedere dei ricci di colore scuro che attendevano fuori.
"Vieni" dissi facendolo entrare.
"Robin ci vediamo tra un po'" affermai guardandola con un'espressione seria ed autoritaria.
"Se hai bisogno, chiama" mi disse scrutando male Eddie mentre entrava in bagno.
Chiusi la porta dietro le sue spalle e mi sedetti nella vasca osservandolo stare in piedi davanti a me.

"Karla, io-" iniziò il suo discorso.
Lo interruppi con il mio sguardo privo di emozioni.
"Karla non so cosa mi era preso sinceramente, ieri sera quando ho visto Steve la mia giornata è peggiorata... al lavoro è andato tutto male, mi hanno licenziato e poi quando sono venuto a vederti, la rabbia e la gelosia hanno preso il sopravvento... in quel momento mi sono ricordato di quella volta alla festa, quando ti ha baciata..." spiegò lui con le mani tra i capelli.
"Non potevi dirmelo e basta invece di sfogarti usandomi per sesso?" chiesi con le lacrime agli occhi.
"Non so cosa mi era preso..." mormorò lui.
"Ho bisogno di pensarci" dichiarai distogliendo lo sguardo da lui.
"Quanto tempo?" domandò in pensiero di perdermi per sempre.
"Non lo so, ma devo ancora superare e metabolizzare quello che è successo ieri" affermai alzandomi lentamente dalla vasca.
"Mi dispiace..." sussurrò lui mentre mi guardava uscire rapidamente dal bagno.
"Ci vediamo" dissi andando da Robin, che mi aspettava appoggiata al muro del corridoio.

"Voglio andare a casa" dissi con lo sguardo rivolto verso le mie converse rovinate.
"Posso dormire da te?" chiese mettendomi il braccio sulla mia spalla e avvicinandomi di più a lei.
"Va bene" risposi.
Scesi le scale insieme a lei e trovammo subito gli altri che stavano lontano dalla pista per parlare.
"Ragazzi noi andiamo a casa" affermò Robin abbracciando Vickie e Nance.
"E' successo qualcosa?" chiese Steve guardandomi con aria preoccupata.
"No, tranquilli. Stasera niente dramma!" esclamò Robin mentendo.
"Ci vediamo domani a scuola" dissi allontanandomi dal gruppo per poi essere raggiunta da Robin.
Prima di uscire dalla porta dove ero entrata all'inizio, presi una bottiglia di birra non aperta che c'era appoggiata lì e la stappai in pochi secondi.
"Ti sembra il caso di bere?" domandò Robin.
"Non mi interessa in questo momento della mia situazione. Preferisco affogarmi nell'alcol che nei pensieri" dichiarai salendo nella sua auto.
"Hai bevuto abbastanza Karla" affermò lei togliendomi la bottiglia dalla mano.
"Robin!" urlai cercando di riprendere la birra.
"Non mi interessa" la gettò al finestrino guidando.

Mi portò a casa e mi accompagnò fino in camera mia
"Puoi dormire con me?" chiesi infilandomi con il vestito nel letto.
"Va bene" affermò per poi raggiungermi sul materasso.
"Cosa dovrei fare?" domandai guardando il soffitto.
"Non so... non mi è mai capitata una situazione simile ma se fossi in te ragionerei su quello che provi per lui" disse accanto a me.
"Lo amo" dichiarai continuando a guardare in alto.
"Però hai bisogno del tempo per riflettere" continuò la mia frase girando il suo volto verso il mio.
"Esatto" risposi incontrando il suo sguardo.
"Domani abbiamo scuola però martedì c'è un'altra festa, magari riuscite a risolvere le cose entro dopodomani" disse lei cercando di essere ottimista.
"Mh" mormorai chiudendno piano piano gli occhi.

[...]

"Buongiorno bellezza, dormito bene?"
Quelle parole. Le esatte parole che mi diceva lui.
Aprì gli occhi e vidi Robin che mi poneva un bicchiere d'acqua in mano insieme ad una tachipirina.
"Questo è per il mal di testa" disse mentre io sorseggiava l'acqua fresca.
"Grazie" mormorai alzandomi lentamente.
"Che ore sono?" chiesi subito dopo.
"Le 07:23" rispose lei.
"Meglio se iniziamo a prepararci" affermai cercando dei vestiti da mettere.
"No, non serve. Ci viene a prendere Steve" dichiarò lei sistemandosi la frangia allo specchio.
"Oh ok" sussurrai vestendomi con calma.
Dopo aver messo dei jeans larghi e scuri con una t-shirt larga dei queen, misi un po' di trucco per non far notare le mie orribili occhiaie. 
"Non devi cercare di sembrare normale" cercò conconfortarmi.
"Voglio solo che il mio viso non faccia capire il mio stato d'animo" affermai preparando lo zaino.
"07:40" dichiarai guardando l'orologio sul mio comodino.
"Andiamo" disse Robin iniziando a scendere le scale insieme a me.

Trovammo subito la macchina di Steve che ci aspettava fuori. Dustin era già entrato, evidentemente vedendolo sarà salito subito.
Mi accomodai, nei sedili dietro, insieme a mio fratello mentre Robin si sedette davanti a me.
Per tutto il tragitto Steve e Robin parlarono di tette. Tette, esatto.
Io e Dustin ci limitammo a ridere in sottofondo e ad ascoltare tutta la loro conversazione.
Arrivammo a scuola dopo circa un quarto d'ora e, prima di avviarmi verso la classe, stetti in piedi davanti alla sede per fumarmi una sigaretta.
Aspirai del fumo nella bocca e poi lo gettai fuori dalle mie labbra in pochi secondi. Continuai così per qualche mminuto fino a quando la campanella suonò facendomi tornare alla realtà.
La spensi sul muretto di fianco a me e mi incamminai verso la mia classe.
Passarono ore e ore, e giunse l'ora di pranzo. Mi sedetti oviammente nel tavolo insieme a Nancy, Steve e Robin.
"Quindi ieri sera?" chiese Robin a Steve.
"Tammy era favolosa" disse con una voce ironica.
"Concordo" affermai.
"Ieri hai bevuto tanto" spiegò Nancy guardandomi.
"Alle feste si fa così" dichiarai con una piccola risata forzata.
"Bhe non per forza" continuò Nancy a farmi la predica.
"Bhe io si" risposi con un tono seccato tanto che mi alzai dal tavolo e andai in bagno.
Aprì la porta delle femmine e aprì il rubinetto dell'acqua. Guardai il mio viso spento e stanco e lo sciacquai senza esitazione. Colò il mio trucco e per rimediare presi un pezzo di carta igienica. Posai delicatamente sul mio viso quel tessuto e iniziai subito dopo a strusciarlo aggressivamente sulle mie guance, facendole diventare rosse. A quel punto osservai il mio sguardo: non lo riconoscevo.

Andai in un bagno accanto e chiusi la porta a chiave. Presi dal mio zaino una sigaretta ed infine la accesi aspirando del fumo tra le labbra.

"Karla?"
 

EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora